Gorbaciov: punito dal voto chi rallenta la perestrojka di Emanuele Novazio

Gorbaciov: punito dal voto chi rallenta la perestrojka Sulla Pravda il giudizio del leader del pcus sulle elezioni Gorbaciov: punito dal voto chi rallenta la perestrojka Un avvertimento ai radicali: la democrazia non si misura con il numero dei partiti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Le elezioni del 26 marzo sono state una -tappa molto importante nella vita politica e sociale del Paese» e una vittoria per la perestrojka, la linea del partito ha avuto l'appoggio degli elettori, "la gente ha accetta¬ lo la politica della perestrojka, ed è questo il risultato principale del voto-. La prima valutazione globale sulle elezioni di domenica scorsa, Michail Gorbaciov l'ha fatta con i. direttori dei principali giornali, in un discorso pronunciato mercoledì al Comitato centrale e pubblicato ieri mattina dalla Pravda, e il tono è quello del vincitore, di chi ritiene di aver ricevuto dal popolo il pieno sostegno alla propria politica di rinnovamento nonostante la «si- tuazione molto diffìcile e contraddittoria' nella quale si trovano la riforma e il Pae- se. Perché, dice Gorbaciov, è vero che molti uomini legati al partito, dei capi perfino, sono stati bocciati, ma si trattava di tiepidi sostenitori della perestrojka, e se sono stati battuti è perché la perestrojka dalle loro parti procedeva "troppo lentamente"-. -Le elezioni hanno mostrato che il popolo ghidicherà i suoi leader ad ogni livello dai fatti concreti, da come si comportano e dalle loro posizioni civili". Nessun «dramma», però: la sconfitta «è un processo normale, democratico e non bisogna fare tragedie», ammonisce Gorbaciov lasciando intendere che non ci saranno purghe, almeno perora. Ma il vincitore non nasconde le preoccupazioni per l'avvenire. La perestrojka va difesa, dice Gorbaciov ai diret¬ tori di giornali richiamandoli implicitamente all'ordine, «non bisogna occuparsi delle speculazioni politiche che qualcuno comincia ad offrire sulla stampa, non bisogna troppo occuparsi di ragionamenti astratti come il multipartitismo, perché la democrazia non si misura con il numero di partiti». Un altro richiamo: "Ogni tanto qualcuno, fra i giornalisti, ha tirato conclusioni affrettate o troppo taglienti e allo stesso tempo leggere sui problemi vitali», anche se "nonostante questi difetti i mass media hanno fatto un grande lavoro, durante la campagna elettorale». E' il compito che Gorbaciov assegna alla stampa: "partecipare attivamente al processo della perestrojka, favorire in tutti i modi la discussione di tutti i problemi della società, nell'interesse del popolo e del Paese». Con una significativa chiosa per i giornalisti più radicali, non precisati nel testo pubblicato dalla Pravda ma riconoscibili, secondo chi c'era, soprattutto nel direttore di Moskovskie Novostie, Egor Yakovlev: -Non bisogna confondere la giustizia sociale con l'egualitarismo, rafforzando la giustizia non si possono appoggiare gli umori egualitari. Sarebbe un errore moriate, un colpo alla riforma economica e alla società, ma anche alla morale socialista». Un implicito riferimento a Eltsin? Sembra di sì, e rafforzato da un'altra frecciata ai -demagoghi di ogni genere»: "Senza la democrazia e la glasnost non c'è perestrojka, ma la perestrojka va difesa da chi presenta degli slogan sconvenienti». Non è la sola preoccupazione di un discorso dove l'euforia nasconde, alle volte, la necessità di calmare un apparato terrorizzato dalla sconfitta dei suoi uomini. Ce n'è un'altra ed è la più grave: perché, dice Gorbaciov commentando il recente Comitato centrale dedicato all'agricoltura, la perestrojka potrebbe fallire e l'appoggio alle riforme venire meno se il Paese non vincerà la battaglia contro la cronica scarsità di generi alimentari. E', ancora una volta, l'allarme per il pane, la consapevolezza che il consenso rischia di venir meno se i negozi continueranno ad essere vuoti. Gorbaciov l'aveva già detto al Plenum: -Il problema del cibo resta il problema principale, la sua mancata soluzione può provocare una seria destabilizzazione della società». Emanuele Novazio

Persone citate: Egor Yakovlev, Eltsin, Gorbaciov, Michail Gorbaciov

Luoghi citati: Mosca