Gli studenti russi non faranno la naja di Emanuele Novazio

Gli studenti russi non faranno la naja Gorbaciov compie un altro passo verso l'annunciata riduzione dell'esercito Gli studenti russi non faranno la naja Resteranno i corsi militari nelle superiori e nelle università come avveniva prima dell'invasione dell'Afghanistan - Ma già si chiede che diventino volontari - Nelle elezioni sono stati bocciati alcun! alti ufficiali che difendevano la leva DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Gli studenti sovietici non faranno più il servizio militare, due anni per le forze di terra e l'aviazione, tre anni per la marina. E' un ritorno al passato prebrezneviano e «preafghano», è il primo segno di quella complessa ristrutturazione delle forze armate annunciata dal taglio dì mezzo milione di uomini. E' il primo passo, forse, verso quell'esercito di professione che da tempo molti auspicano, in Urss, e del quale già si discute, ma che ancora trova resistenze assai serie fra i vertici militari. Sulle Izvestija, ieri, il vicecapo di Stato maggiore generale Krivosheiev spiegava come andranno le cose: dal servizio saranno esonerati tutti gli studenti degli istituti superiori e delle università in cui esistono cattedre per la preparazione militare, dalle quali si esce con il grado di ufficiale della riserva pur senza aver fatto il servizio di leva. Chi studia in scuole sprovviste di queste cattedre continuerà ad essere arruolato: ma si tratta, secondo Krivosheiev, del 2-3 per cento degli studenti. Cambierà qualcosa anche per le donne, che possono arruolarsi nelle forze armate come volontarie: finora anche loro erano obbligate a seguire i corsi universitari di preparazione militare, adesso lo faranno solo le studentesse in medicina. La riforma era stata sollecitata da tempo, e con clamore, ma gli studenti chiedevano qualcosa di più: in autunno, l'anno scorso, gli allievi di un istituto di Mosca avevano protestato contro il servizio militare, ma in dicembre quelli di numerose grandi città, da Mosca a Leningrado a Tashkent, avevano boicottato i corsi di preparazione militare chiedendone l'abolizione. I corsi resteranno, almeno per ora, ma ieri il quotidiano dei giovani comunisti suggeriva che dovrebbero diventare vo¬ lontari. Forse è soltanto un caso, ma la coincidenza è significativa. Alle elezioni di domenica scorsa sono stati sconfitti alcuni alti ufficiali e fra loro anche il comandante delle truppe sovietiche nella Germania orientale, generale Boris Snetkov; l'ha battuto, e con ampio margine, il tenente colonnello Vilctor Podziruk, un giovane ufficiale dal programma radicale che aveva puntato la campagna elettorale proprio sull'abolizione della leva per gli studenti e sulla trasformazione graduale delle forze armate in un esercito di professionisti. Il «no» a molti comandanti militari è un altro risultato di rilievo delle elezioni del 26 marzo: oltre al generale Snetkov sono stati bocciati i comandanti dei distretti di Leningrado e di Mosca, il comandante delle truppe nelle regioni orientali, generale Novozhilov, il comandante della flotta per il Pacifico, ammiraglio Khvatov, e quello deUa flotta settentrionale, ammiraglio Gromov, anch'egli battuto da un giovane ufficiale. Un segno di impazienza e di sfiducia dopo la sconfitta afghana? Un segno di fastidio per chi ha assorbito milioni di rubli in armamenti sempre più sofisticati? Di certo, tante vittime illustri indeboliranno la posizione dei vertici militari di fronte a chi chiede una trasformazione delle forze armate e a chi vorrebbe altri tagli alle spese militari: anche fra i candidati più conservatori, nella campagna elettorale. c'erano stati tiepidi sostegni per le spese della difesa. Molti, al contrario, le consideravano un serbatoio da cui drenare importanti risorse per l'economia civile. Ma c'è un altro aspetto della riforma, e potrebbe sollevare qualche problema forse: abolire la leva per gli studenti significa riconoscere a chi frequenta istituti e università una posizione e un ruolo sociale diversi da chi lavora, significa gravare la vita di chi lavora di un carico sgradevole e «sollevare» al contrario quella di chi studia. Il dibattito su eguaglianza sociale e ugualitarismo è in piena fioritura, nell'Urss di Gorbaciov, e la decisione appena annunciata lo animerà di certo. Non basterà a placarla, forse, la consuetudine di «premiare» gli operai che servono la patria con l'iscrizione alla -rabfk-, la «facoltà per i lavoratori»; un anno di studi e il diritto di iscriversi all'università senza altri esami. Emanuele Novazio

Persone citate: Boris Snetkov, Gorbaciov, Gromov, Vilctor Podziruk

Luoghi citati: Afghanistan, Germania, Leningrado, Mosca, Tashkent, Urss