Pazzi uomini col fucile come li vede Matta

Pazzi uomini col fucile come li vede Matta Alla gallerìa La Bussola fino al 10 aprìle Pazzi uomini col fucile come li vede Matta CON due tele di grandi dimensioni e una trentina di disegni a china su pergamena esposti in questi giorni alla galleria La Bussola, si ha un campione ristretto, ma soddisfacente, dell'universo artistico di Sebastian Matta. Il pittore cileno (è nato a Santiago del Cile nel 1911) non fa davvero i complimenti in quella che Mario De Micheli ha definito «pittura d'intervento, pittura d'agitazione». Braccia puntate come lunghi indici accusatori diventano i fucili spianati di una condizione storica tesa e tragica come quella del 1973-74 in Cile, dopo il golpe di Pinochet, data a cui risalgono le opere in mostra. Uno dei momenti più travagliati delle vicende politiche di questo paese si riflette nelle paradossali metamorfosi di Matta: non solo braccia a trasformarsi in fucili, ma, talvolta, anche gli attributi maschili, di piccoli e mostruosi personaggi allineati in plotoni di esecuzione, diventano minacciose armi da fuoco. Il sarcasmo di Sebastian Matta non conosce mezze misure, del resto la lezione surrealista (nel 1937, a Parigi, Dali presentò Matta a Bretoni è caduta con questo artista in un terreno certamente fertile, intrecciandosi in modo originale con i problemi irrisolti del continente latinoamericano. Pittura di denuncia la sua, dove prevalgono i temi della rivolta, della repressione, della tortura e che riflettono chiaramente la tradizione dei muralisti sudamericani come De Rivera, Orozco e Siqueiros. Ma i disegni esposti vanno anche guardati (e meno male), come scrive Renzo Guasco in catalogo, svincolando un po' la lettura di questo artista dalla pura e semplice dimensione dell'impegno politico, «come un divertimento grafico di alta classe». Nei disegni a china volteggiano aeree figure che ricordano a volte personaggi liciniani. L'elemento erotico, spesso assurdo per la sua esasperazione formale, e il rapporto demenziale con la macchina sono una costante di questi disegni dal tratto veloce e dal movimento sovente vertigl- noso. Sono opere forse più ironiche che conturbanti, grottescamente esemplili- cative dei contenuti cui si riferiscono. Elisabetta Tolosano e «Sebastian Matta per il Cile-1973», gai- Icria La Bussola, via Po 9, Tino al 10 aprile, orario 10-12,30 e 16-19,30; chiuso domcni ca e lunedi. I, Scbasliun Matta

Luoghi citati: Cile, Parigi