Domenica delle Palme ai Sacri Monti

Domenica delle Palme ai Sacri Monti A Varallo la tradizionale sacra rappresentazione Domenica delle Palme ai Sacri Monti UN viaggio nel Vercellese, lungo uno degli itinerari più suggestivi dell'arte religiosa piemontese, può essere l'idea vincente per la tradizionale gita fuoriporta di Pasqua. Si può andare sia in visita dei luoghi sacri più famosi sia alla scoperta delle chiese di campagna sperdute tra i monti del Biellese e della Valsesia. Meta della prima tappa del viaggio è il Sacro Monte di Varallo, uno dei maggiori esempi di arte sacra e massima espressione della religiosità popolare valsesiana _ che si esprime anche con riti e cerimonie di antichissima origine, tramandati di generazione in generazione. Le cappelle del Sacro Monte, immerse nei boschi secolari che circondano Varallo, sono le tappe di una processione in costume che la domenica delle Palme (quest'anno il 19 marzo) ripercorre i momenti della Passione e della morte di Cristo. Sono 44 le cappelle che si snodano sui fianchi del monte Tre Croci, una grandiosa «sacra rappresentazione» che riproduce i Luoghi Santi e la vita di Cristo in Palestina voluta alla fine del '400 da un frate francescano milanese, Bernardino Caimi, di ritorno dal pellegrinaggio in Terrasanta, e portata a termine dal cardinale Carlo Borromeo. Furono infatti necessari circa due secoli per realizzare quest'ideale città sacra che conduce al Santuario-Basilica dell'Assunta, posto in cima al colle, e l'intervento di numerosi artisti, architetti e scultori. Tra Cinquecento e Seicento, Varallo fu quindi il centro di un grande fervore artistico e culturale, frequentata da artisti provenienti anche dalle regioni vicine. All'attuazione del progetto del Sacro Monte è legato il nome di Gaudenzio Ferrari, uno dei maggiori pittori lombardi del '500, che vi-ha contribuito con opere pittoriche e scultoree di gran valore, anche se di marcata ispirazione popolare. Al Ferrari si affiancano e succedono architetti come Galeazzo Alessi e Morandi, scultori come Giovanni d'Errico e il fiammingo Wespin, e altri pittori come Tanzio da Varallo, valsesiano di Alagna, il Morazzone e il Crespi. Sotto le loro abili mani il grande «teatro della fede» prende forma e si anima di circa 4000 figure affrescate e di 600 statue in legno e terracotta, realisticamente policrome, spettacolari protagonisti delle scene sacre visibili tutt'oggi all'interno delle cappelle. Di forte pathos emotivo sono in particolare le cappelle della Passione, caratterizzate da un'iconografia poarticolarmente realistica ed espressiva, tipica dell'arte popolare. Ai piedi del Monte si trova un'altra testimonianza dell'attività di Gaudenzio Ferrari in zona: la chiesa di Santa Maria delle Grazie, al cui interno si trova una grandiosa parete affrescata, opera dell'artista, raffigurante episodi della vita e della Passione di Cristo. Se quello di Varallo è storicamente considerato il primo Sacro Monte, a Oropa si trova uno dei più grandi e antichi Santuari mariani della Cristianità, da 1600 anni consacrato al culto della Madonna Nera. Vi si venera infatti un'antichissima statua della Vergine portata da Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, di ritorno dall'esilio in Palestina intorno alla metà del IV Secolo, e custodita nella chiesa vecchia che costituiva il primitivo nucleo del Santuario. Oggi il Santuario di Oropa si presenta come un esteso complesso monumentale, dominante la valle omonima da 1200 metri d'altitudine, completato a più riprese con la partecipazione di architetti famosi come Juvarra, Arduzzi e Galletti. Gli imponenti edifici settecenteschi racchiudono tre piazzali, l'ultimo dei quali è dominato dalla nuova basilica in stile neoclassico inaugurata nel 1960. Non vanno tralasciate dalla visita le cappelle, sparse nella quiete del bosco circostante, che conservano pregevoli opere religiose che risalgono al Settecento; e la galleria degli «ex voto», originale esposizione della più tipica espressione dell'arte religiosa popolare. Situato nella pittoresca conca dell'Elvo, poco distante da Biella, il Santuario di Graglia è invece dedicato alla Madonna di Loreto, di cui si custodisce la statua, opera di un artigiano locale. La costruzione della basilica sormontata dal caratteristico cupolone ottagonale risale al '600, anche se fu definitivamente completata soltanto un secolo più tardi. L'atmosfera mistica e i pittoreschi dintorni invitano a prolungare la sosta, magari nella quiete del giardino interno su cui si aprono gli atrii e le gallerie dell'ospizio. Sempre nel Biellese, ed esattamente nella Valle del Cervo, si trova il Santuario di San Giovanni d'Andorno, facilmente raggiungibile da Oropa attraverso la galleria Rosazza. La chiesa fu costruita all'inizio del '600 attorno a una grotta naturale in cui da tempi antichissimi si adorava la statua di San Giovanni Battista di origini ignote. Quindi, in secoli successivi, il complesso fu completato con la realizzazione dell'ospizio e del vasto piazzale delimitato da una balconata, da cui la vista spazia sul pittoresco e verdeggiante panorama della valle. Maria Grazia Casella Il Santuario di Oropa tina sacra rappresentazione della domenica delle Palme al Sacro Monte di Varallo