Le stampe di Hokusai cantano il mondo
Le stampe di Hokusai cantano il mondo Ali Arte Antica fino al 15 aprile una mostra degna di un museo Le stampe di Hokusai cantano il mondo T L lettore meno dotto intorno alle straI ne alchimie che hanno generato l'arte moderna forse si meraviglierà ad apprendere che uno degli «ingredienti» di base del famigerato cocktail sono state le opere di un pittore giapponese vissuto tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento: Hokusai. Eppure non è esagerato affermare che forse Hokusai, insieme al meno sublime Hiroshige, è l'influsso principale che ha determinato la nascita dell'arte matura di Van Oogh, lo svilupparsi del «sintetismo» e dei colori piatti contornati di Gauguin e della scuola di Pont-Aven. Di 11 poi, in una lunga catena di cui non vediamo ancor oggi la fine, i Fauves, Matisse, l'arte astratta, l'arte Op e geometrica. La splendida, straordinaria mostra di stampe di Hokusai ora allestita da Silverio Salamon nella sua Arte Antica è un'occasione per verificare de visu l'importanza per il futuro dell'arte europea e l'assoluta maestria delle invenzioni paesaggistiche, floreali e animalistiche del maestro giapponese. Sono in mostra 70 fogli a colori, realizzati su disegni a pennello di Hokusai da abilissime maestranze: per ogni colore una tavoletta di legno incisa con gli appositi coltellini in modo che la parte in rilievo potesse ricevere l'inchiostro e stamparlo, proprio come un «timbro», sul quale viene premuta e strofinata la carta. Ogni edizione poteva contemplare varianti nell'uso dei colori: le più antiche e coeve, sorvegliate da Hokusai stesso, hanno dato le prove migliori (anche per l'uso di inchiostri vegetali più naturali e raffinati delle aniline usate a partire dalla fine del secolo scorso): sono quelle qui in mostra, che anche per questo valgono pochi o molti milioni. Hokusai, con più di trentamila opere, ha in pratica disegnato l'intero mondo: i luoghi più pittoreschi della sua terra, gli animali, i sogni, gli incubi e i demoni. Vis¬ suto fino a 89 anni, si definiva il «vecchio pazzo per il disegno» e poco prima di morire confessava di incominciare soltanto allora a imparare la sua arte. Poiché è stato il maestro dei moderni europei, ci appare straordinariamente moderno. La sua caratteristica è la sintesi, l'economia geniale nei segni e nel colore; l'originalità dell'impaginazione; la chiarezza e la puli- zia: i dogmi, insomma del filone migliore dell'arte dei nostri tempi. Fra questi fogli capolavoro, raccolti in 12 anni di ricerca da Silverio Salamon e che costituiscono forse la maggiore rassegna di Hokusai realizzata da una galleria privata negli ultimi 50 anni, è difficile fare delle segnalazioni. Dirò qualcuno dei più famosi, e qualcuno di quelli che più mi hanno stregato: la «Grande onda» (in assoluto la più celebre stampa giapponese) è presente in mostra in due varianti di colorazione, che bene fanno capire i diversi risultati che si possono ottenere dalle stesse matrici in fase di stampa; «Il ponte di Saru sotto la luna» e -La luna piena sul fiume Yodo» (sembra un Van Gogh: ottenuto con sette lastre), la cascata con i toni verdi (n. 52) e le sintetiche, assolute immagini del monte Fuji. Tra gli animali, la superba prova della carpa che sale dal fondo; della serie dei fiori, il raffinatissimo foglio con la farfalla sulle peonie (straordinario: ma ci sarà qualcuno a Torino in grado di capirlo e di farlo suo?). Ma è specialmente lo spettacolo complessivo che conta: queste 70 stampe a colori creano in via Volta 9 un mondo indimenticabile, uno spettacolo di abbacinante, festosa, chiarificatrice comprensione di tutto ciò che esiste e può essere visto. Beppi Zancan Xilografie di Hokusai, L'Arte Antica, via Volta 9, fino al 15 aprile, orario 1012,30 e 15-19,30; chiuso domenica e lunedi mattina. Hokusai, «La luna piena sul fiume V'odo»
Luoghi citati: Torino
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