Cinque milioni di cani torturati dalla civiltà

Cinque milioni di cani torturati dalla civiltà Cinque milioni di cani torturati dalla civiltà NEGLI ultimi 15 anni i cani hanno aumentato il loro tasso di crescita: attualmente in Italia ce ne sono più di cinque milioni. Il rapporto numerico uomo-cane è di un cane ogni dieci persone. L'adattamento all'ambiente casalingo avviene in genere senza problemi. Ben presto il cane diventa fedelissimo del padrone ed è pronto a seguirlo ovunque e a rispondere ai suoi comandi. Ma più tardi, talvolta, accade l'imprevedibile: il cane diventa improvvisamente aggressivo, non ubbidisce più, magari attacca il padrone. Questa interessante anomalia comportamentale è stata presa in esame dai medici veterinari che sì sono di recente dedicati, in collaborazione con gli etologi, allo studio dei comportamenti aberranti degli animali domestici. I risultati della ricerca hanno dimostrato che la ribellione del cane al padrone nasce da un profondo stato di frustrazione. L'animale da compagnia, costretto a vivere fra le mura di casa, è allevato in un ambiente del tutto diverso da quello naturale. La sua individualità viene soppressa per sempre. L'unica via di uscita è uniformare le proprie abitudini a quelle del padrone. Ciò che è essenziale alla sopravvivenza di un animale selvatico, diventa superfluo per un animale che vive a contatto con l'uomo. Allo stato naturale i carnivori sono continuamente dediti a cacciare prede e a soddisfare in limitati periodi gli appetiti sessuali. Nel cane domestico invece queste facoltà vengono del tutto re¬ presse e il suo comportamento si riduce alla semplice consumazione del cibo procacciato dall'uomo. Lo stato di frustrazione che crea può portare l'animale a sfogarsi nel cibo con problemi di obesità. Ma il mancato appagamento dei propri istinti sfocia spesso in una aggressività eccessiva. Questo si verifica in modo particolare al raggiungimento della maturità sessuale, quando cioè il cane mostra interesse per la femmina. L'improvviso aumento degli androgeni in circolo da una parte e 1 richiami odorosi presenti nelle urine delle femmine in calore dall'altra costituiscono due stimoli determinanti che scatenano il fenomeno. A questo punto gli animali frustrati, in cui il comportamento sessuale viene forzatamente inibito, si ribellano, disubbidiscono al padrone e possono addirittura attaccarlo. Un fatto di notevole importanza è che il cane considera i componenti della famiglia in cui vive non degli uomini ma dei conspecifici. In natura, all'interno dei branchi di carnivori, si verificano spesso lotte gerarchiche fra i leader e i sottoposti per occupare il vertice della scala sociale. Il cane domestico non fa eccezione. Saltuariamente vuole verificare minacciosamente il proprio livello nella «gerarchia familiare» al cui vertice c'è l'uomo, n proprietario si trova così inconsapevolmente coinvolto in una lotta di potere. n rapporto si incrina soprattutto quando i padroni sono ansiosi, insicuri e trop¬ po permissivi: il cane ne approfitta e diviene il vero dominante dell'ambiente casalingo, che considera come suo territorio. E' molto importante dunque il tipo di legame che si instaura con il proprio cane. Il padrone non deve essere né troppo severo, né troppo permissivo, ma giustamente distaccato. Se il comportamento anomalo del cane raggiunge livelli non più tollerabili, è necessario ricorrere al veterinario che può intervenire in due direzioni, entrambe volte a reprimere l'aggressività dell'animale. Può somministrare dei farmaci gestinici, che bloccano lo stimolo sessuale o ricorrere all'intervento chirurgico della castrazione, che determina drastiche modificazioni ormonali a effetto antiaggressivo. Questi trattamenti costituiscono solo dei ripieghi che non fanno che allontanare il cane sempre più dalla sua natura e dai suoi istinti. E" fondamentale quindi educare chi possiede un cane. L'aggressività è una val"Ola di scarico necessaria e non deve essere del tutto repressa. Semmai va deviata verso comportamenti positivi come la corsa o il gioco. In alcuni casi può essere utile sfruttare le qualità aggressive del cane per addestrarlo alla guardia o alla caccia. In questo modo l'animale trova sfogo nel difendere il territorio e nel cacciare le prede. Solo questi espedienti permettono un perfetto controllo dell'aggressività e consentono che tra l'uomo e il cane si instauri un rapporto più leale e più sano. Luca Ansaldo

Persone citate: Luca Ansaldo

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