Lorenz alla scoperta dell'etologia (ma senza dimenticare Darwin)

Lorenz alla scoperta dell'etologìa (ma senza dimenticare Darwin) Lorenz alla scoperta dell'etologìa (ma senza dimenticare Darwin) SE ne è andato l'ultimo giorno di febbraio, Konrad Lorenz, due mesi dopo il suo amico e collega Niko Tinbergen, con cui divideva la paternità di una nuova scienza, l'etologia. Tinbergen, meno estroverso, scomparso nella quasi totale indifferenza dei mezzi di informazione; Lorenz, accompagnato da un coro unanime di cordoglio, tanta era la sua popolarità: di divulgatore, di scienziato e di filosofo che dalla biologia traeva una visione più ampia dell'uomo. Così non c'è stato quotidiano o mezzo televisivo che non abbia Indicato le sue coordinate storiche (nascita 1903, laurea 1928), l'ambiente familiare (il padre famoso ortopedico, la casa di Altenberg che Lorenz, ragazzo, riempiva di animali), il contesto sociale (Vienna, in quegli anni teatro di eventi culturali straordinari nella musica, nell'arte figurativa, nella letteratura e nella medicina) e gli studi: in medicina, biologia e psicologia. Proprio nella scuola di psicologia di Karl Buhler, Lorenz conosce le due teorie, di matrice americana, allora interpreti del comportamento animale. La prima (purposive psycology), sosteneva che il comportamento animale era dominato dall'istinto, un istinto che non ha alcuna spiegazione causale e che non va quindi studiato con una metodolo¬ Un animale tropp gia sperimentale, ma solo osservato. Ogni animale agisce in un certo modo perché segue uno scopo (purpose): di lenire la fame, di accoppiarsi e di difendersi, scopo che è determinato appunto dal suo istinto. I sostenitori della tesi opposta, i behavioristl, giudicavano ascientifica un'idea così aprioristica dell'istinto, di cui negavano Centrale, per lo scienziato austriaco, il rapporto tra determinazione genetica e influsso ambientale - Il retroterra concettuale dell'imprinting addirittura l'esistenza. Fautori di una ricerca che mettesse in risalto i rapporti causali, i behavioristi sostenevano dall'altra parte che tutto il comportamento è appreso, e come tale può essere sottoposto a sperimentazione e studiato. Lorenz, che conosceva profondamente gli animali, capì come queste interpretazioni fossero fortemente riduttive e viziate dalla contrapposizione ideologica. Biologo convinto della validità della teoria darwiniana, fu invece interessato dall'indagine scientifica che, al di fuori di questo conflitto ideologico, gli ornitologi Charles Whitman e Oskar Heinroth avevano condotto sul corteggiamento ritualizzato dei colombi il primo, e delle anatre il secondo. o spesso condannat Whitman e Heinroth erano giunti, indipendentemente l'uno dall'altro, alla scoperta che per questi comportamenti stereotipati, da loro chiamati moduli motori, valgono le stesse leggi che regolano qualsiasi carattere corporeo, come i denti, le penne, le ossa e così via. Per questa ragione fra i moduli motori di specie pa- renti è possibile riscontrare delle somiglianze o delle differenze, come fra l'arto dei vertebrati, o fra le zampe degli insetti. Le somiglianze (omologie) sono dovute al fatto che queste specie hanno ereditato quel caratteri da un progenitore comune che già li possedeva, in quanto gli consentivano una maggiore possibilità di sopravvivenza in quel determinato ambiente. Le differenze, invece, sono dovute a modifiche cui quel primigenio carattere fu sottoposto, quando le specie discendenti si adattarono ad ambienti diversi. Dice lo stesso Lorenz: «La scoperta della possibilità di istituire delle omologie tra i moduli motori è il punto di Archimede da cui ha tratto la sua origine l'etologia o o alla frustrazione studio comparato del comportamento: Applicando questo approccio evolutivo al comportamento, Lorenz lo inserì nell'idea unitaria della biologia. L'animale viene visto ora in tutta la sua interezza e la straordinaria varietà di comportamenti che si osservano in natura è espressione dell'adattamento di un organismo al suo ambiente. Con lo sviluppo dell'etologia, i concetti di innato e appreso acquistano nuove interpretazioni. Lorenz, pur rigettando la rigida contrapposizione fra i due, dà ancora alla natura spontanea dell'istinto una grande enfasi. Ma oggi non è più così: se si ammette, come vuole la teoria dell'evoluzione, che geni e ambiente interagiscono in modo inscindibile fra di loro, si preferisce considerare che in natura esiste un'ampia gamma di comportamenti, da quelli rigidamente stereotipati, e quindi a più stretta determinazione genetica, ad altri più aperti all'apprendimento. E se per i primi non sì può escludere che entri in gioco anche una minima forma di apprendimento, per i secondi si deve considerare che l'apprendimento avviene a carico del cervello, e questo, a sua volta, è geneticamente determinato. Proprio l'imprinting, la scoperta più nota di Lorenz, dà evidenza a questa nuova concezione, che geni e am- Negli uffic

Persone citate: Altenberg, Charles Whitman, Karl Buhler, Konrad Lorenz, Niko Tinbergen, Oskar Heinroth, Tinbergen, Whitman

Luoghi citati: Vienna