«La destra vincerà le elezioni ma l'insurrezione è vicina»

«La destra vincerà le elezioni ma l'insurrezione è vicina» Parla un rappresentante degli indios salvadoregni Nahuatl «La destra vincerà le elezioni ma l'insurrezione è vicina» Raul Reyes: «Non c'è contraddizione tra gli interessi delle minoranze e quelli del popolo oppresso» Raul Reyes appartiene alla ' nazione indigena salvadoregna dei Nahuatl. Gli indios nel Salvador sono 125.000, su 5 milioni di abitanti. Dal 1054 Nahuatl, Lencas e Mayas hanno fondato un'Associazione nazionale non governativa degli indigeni (Anis) del Paese centroamericano, a cui aderiscono 87.000 indios, che ha lo scopo di favorire la solidarietà ed il cooperativismo, di promuovere le attività culturali e la scolarizzazione, di salvaguardare la cultura, la lingua e le tradizioni del gruppi indigeni. Raul Reyes, che è un giornalista, fa parte del gruppo direttivo dell'Anis ed è uno del membri delle delegazione intemazionale accreditata presso la Commissione per la difesa dei diritti dell'uomo dell'Orni. In arrivo da Bruxelles è di passaggio a Torino per una serie di incontri a livello politico-sindacale. Ci spiega che l'Anis, con un'altra serie di associazioni ed organismi, aderisce al Fronte democratico rivoluzionario che da tempo si fa promotore di una proposta politica che ponga One alla guerra. Gli interessi degli indios — chiediamo a Reyes — coinci dono con quelli generali del popolo salvadoregno o potrebbero entrare in contraddizione con essi come è successo in Nicaragua per i Mi sMtos? 'La guerra civile in corso — risponde—non è altro che il risultato di una crisi strutturale che investe tutti i ceti. Gli indios subiscono una doppia emarginazione, come minoranza etnica e come ceto popolare oppresso. Naturalmente per la presa di coscienza dei motivi che hanno prodotto questa condizione non è sufficiente l'esistenza di una situazione oggettiva, ma occorre un lavoro di base che in Nicaragua è stato trascurato, mentre da noi è molto avanzato». Una soluzione di pace in Salvador può passare attraverso queste elezioni? 'La guerriglia aveva proposto un rinvio delle elezioni ad una data da stabilirsi, ma con un lasso di tempo che rendesse possibile l'apertura di un dialogo. La controproposta è stata che il rinvio era possibile per non più di 30 giorni ed a patto che l'Fmln deponesse le armi. Non si chiedeva una tregua, ma che un esercito in armi cessasse le ostilità in cambio di una vaga ipotesi di dialogo. Per questo la resistenza ed anche noi abbiamo deciso di boicottare le elezioni».■ Eppure tra i candidati vi è anche quel Guillermo Ungo presidente del Fronte democratico a cui mi ha appena detto che voi aderite. •U Fronte è una forza politica che ha lo scopo di realizzare il massimo di solidarietà comune contro l'aggressione economica del governo. Boicottare le elezioni significa dimostrare che questo voto è una mascherata. Ma bisognava anche dare un riferimerito a chi per vari motivi ha deciso di partecipare comunque al voto. Occorre sempre utilizzare quegli spazi democratici che sono frutto della forza popolare, non certo della buona volontà del governo». Come finiranno le elezioni? 'L'astensione dovrebbe essere vicina al 50 per cento. Vincerà il partito Arena. Ma si tratta più un voto di punizione a Duarte che non di appoggio alla destra». Quali conseguenze avrà la vittoria della destra? "Un'eventuale escalation della violenza e la fine dell'illusione del dialogo potrebbe essere determinante nella scelta insurrezionale da parte del popolo. Tutto si deciderà nei prossimi mesi: Insomma per il Salvador queste elezioni rappresentano una svolta importante. 'Ànportante è poco: vitale, direi, nella nostra storia». S.T.

Persone citate: Anis, Duarte, Guillermo Ungo, Raul Reyes, Reyes

Luoghi citati: Bruxelles, Nicaragua, Salvador, Torino