Salvador, fuoco sui giornalisti aspettando i risultati del voto

Salvador, fuoco sui giornalisti aspettando i risultati del voto Nelle ultime ore undici morti, tra cui tre rappresentanti della stampa Salvador, fuoco sui giornalisti aspettando i risultati del voto Scarsa l'affluenza alle urne per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica SAN SALVADOR — Una pioggia di proiettili, attentati, esplosioni e prolungati combattimenti, che si sono estesi fino alla periferia della capitale, hanno contrassegnato la giornata elettorale di ieri nel Salvador. Una giornata che è stata tra le più violente e tragiche nella storia del conflitto salvadoregno che dura ormai da nove anni, che ha causato 70 mila morti e che ieri ha visto cadere uccìsi, tra le undici vittime segnalate, ben tre rappresentanti della stampa. Gli episodi che sono costati la vita ad un fotografo, ad un tecnico del suono e ad un operatore tv sono avvenuti in zone diverse. Il fotografo salvadoregno Roberto Navas, di 36 anni, collaboratore locale della «Reuters», stava transitando sulla «panamericana», insieme al collega Luis Galdames, di 37 anni. I due viaggiavano su una moto e sono stati colpiti da una raffica di proiettili. Navas è morto subito, Galdames è stato ricoverato in ospedale e dichiarato fuori pericolo. Testimoni hanno riferito che i due erano stati fermati ed identificati da avieri e che gli spari si sono uditi quando i fotografi stavano tornando alla moto Il tecnico del suono della televisione del Salvador, «Ca naie 12», Maurizio Pineda, di 24 anni, è stato a sua volta ucciso da militari del batta glione dell'esercito «José Manuel Arce» all'uscita della città di San Miguel, nell'est del Paese. Insieme ad alcuni colleghi del notiziario «El Dia» si era recato in un pìccolo aeroporto della zona per spedire un filmato. Il veicolo sul quale viaggiavano, che era ben identificabile come appartenente alla tv, è stato raggiunto da due proiettili, uno dei quali ha colpito Pineda mortalmente alle spalle e l'altro ha ferito lievemente un suo collega. Infine un operatore della televisione, Cornell Lawrov, di nazionalità olandese, che collaborava con la statunitense «Cbs», è rimasto ucciso in mattinata mentre stava girando delle riprese di un conflitto tra la guerriglia e l'esercito nel dipartamento di Usulutan, vicino alla città di San Francisco Javier, 125 chilometri a sud della capitale. Gli operatori televisivi si sono trovati sotto il fuoco incrociato e l'olandese è stato colpito da un proiettile ad un polmone. Quando i colleghì lo hanno caricato sul veicolo, contrassegnato e con la bandiera bianca, sono anche stati mitragliati da un elicottero dell'aviazione. Nel Salvador, in questi giorni sono presenti circa 800 tra giornalisti, operatori e fotografi. In lizza per la successione, che avverrà il 1° giugno, nella carica di presidente della Repubblica, ci sono le tre maggiori forze politiche del paese: i democristiani dell'uscente Duarte, che presentano come candidato Fidel Chavez Mena, di 49 anni, la formazione di destra radicale «Arena» che candida Alfredo Cristiani, di 41 anni, e il partito di «Convergenza democratica», una coalizione di sinistra che manifesta apertamente la sua simpatia per il Fronte di liberazione nazionale «Farabundo Marti» e che presenta Guglielmo Ungo, di 57 anni. Mentre alle 7 locali (le 14 in Italia) sono state aperte le urne nelle 6635 sezioni allestite nel Paese, tranne che in 22 municipi controllati dalla guerriglia, la capitale era scossa da intensi combattimenti in corso nella zona di San Ramon, in direzione del vulcano San Salvador, dove gli uomini dell'Fmln avevano conquistato posizioni solide, tanto da resistere, per alcune ore, prima di ritirarsi, alla controffensiva dell'esercito, appoggiato da tre elicotteri. La percentuale dei votanti potrebbe risultare la più bassa della storia del Paese. In queste condizioni non è difficile prevedere il successo del candidato di Arena. Chi è stato presente nei seggi dice infatti letteralmente che molti degli elettori «osservati mentre davano la loro preferenza» hanno votato Cristiani. Una circostanza significativa dell'atmosfera di intimidazione nella quale 1.800.000 elettori sono stati chiamati al voto. Cristiani è anche favorito dall'astensione poiché dispone di un elettorato più compatto e deciso ad affrontare i rischi per eleggerlo e, secondo quanto dice l'inno del partito, per fare del Salvador «la tomba dei rossi". El Salvador. Alla vigilia delle elezioni i guerriglieri hanno accentuato i loro attacchi

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