«Carceri d'oro», suicida il contabile di De Mico

«Carceri d'oro», suicida il contabile di De Mico Giuseppe Pace. 55 anni, ossessionato dalla paura di una condanna «Carceri d'oro», suicida il contabile di De Mico Aveva codificato sul computer i nomi dei destinatari delle tangenti • Nicolazzi: mai conosciuto DALIA REDAZIONE MILANESE MILANO — 'Si è ammazzato. Non riusciva a liberarsi dall'ossessione del carcere. Si era affidato alle cure di uno psichiatra...'. Massimo Dinoia, il suo avvocato, aggiunge un pietoso 'povero ragionier Pace». Bruno De Mico, l'architetto milanese che è tra i protagonisti della vicenda «carceri d'oro», quella dei ministri Nicolazzi e Darida, quando ha saputo del suicidio del suo ragioniere di fiducia, l'uomo che da vent'annl era addetto alla contabilità della ♦Co.de.mi», ha commentato cosi la "terribile notizia»: "Dopo l'arresto era rimasto sconvolto'. Giuseppe Pace, 55 anni, si è suicidato alle sei del pomeriggio del giorno di Pasqua. Era in Valtellina, a Traona, a casa del fratello Domenico, sindaco de del paese. Era in cura da anni, era stato ricoverato in due cliniche milanesi dopo l'arresto. Sabato scorso la mo¬ glie e 1 figli l'avevano accompagnato dal ricovero, dove doveva rientrare martedì, a casa del fratello, n ragioniere, dopo mesi di depressione, sembrava sollevato. E Invece, domenica pomeriggio, il suicidio. Prima una lunga passeggiata. Poi, nella villetta, dopo aver chiacchierato col fratello delle traversie giudiziarie, delle cure, della sua ripresa, ha approfittato di una breve assenza di Domenico Pace, ha preso la Berctta 7,65 che sapeva essere in un cassetto del salotto e si è sparato un colpo alla tempia. Non fosse stato per la notorietà, in zona, del fratello sindaco, del suicidio nulla si sarebbe saputo. La notizia è arrivata agli avvocati e ai giudici nella tarda serata di mercoledì. De Mico, come risulta dalle inchieste della magistratura ordinaria e della commissione parlamentare inquirente, aveva memorizzato nel suo computer cifre e nomi dei destinatari delle tangenti. L'addetto al computer era, appunto, il ragionier Pace. Interrogato nella primavera scorsa dai magistrati di Genova, Pace era stato arrestato (per falsa testimonianza) e detenuto per due giorni (in isolamento) a Marassi Dai giudici milanesi, poi, era stato indiziato per concorso in corruzione e illeciti finanziari. Nei primi interrogatori il ragioniere aveva negato tutto. Due erano i contabili dell'impresa edile: Pace e Dino Attorrese. L'uno e l'altro si sono giocati le responsabilità. Per 1 giudici milanesi, erano entrambi al corrente e in accordo con De Mico avrebbero preparato 1 «floppy disk» della contabilità in nero a favore di politici, portaborse dei politici e funzionari ministeriali. Tant'è che hanno aiutato 1 giudici a decodificare le sigle in codice. "Lavorava con me da più di vent'anni — ricorda De Mico —. Era rimasto scon¬ volto dopo l'arresto a Genova. Persona riservata, molto intelligente. Uno dei miei più validi collaboratori. Aveva due figli, e uno lavora con me'. 'Non correva alcun rischio di nuovo arresto — dice l'avvocato Dinoia —. La sua posizione era stata chiarita. Aveva mostrato spirito di collaborazione. Ma era rimasto ossessionato dal carcere'. Pochi, tra i molti che con De Mico hanno avuto contatti, l'hanno conosciuto di persona. Franco Nicolazzi, l'ex ministro psdl coinvolto nello scandalo, non ne ha mai sentito parlare: -L'ho già detto all'Inquirente. Non l'ho mai conosciuto, e mi consta che il defunto ragionier Pace non abbia mai asserito di aver intrattenuto con me rapporti di alcun genere'. L'unico rapporto, però, secondo i giudici, sarebbe quello di aver dato un codice al cognome Nicolazzi, con accanto le cifre pagate per le tangenti.

Luoghi citati: Genova, Milano, Traona