Il ricatto del digiuno dividei partiti di Bonn di Alfredo Venturi

Il ricatto del digiuno dividei partiti di Bonn Si allarga lo sciopero della fame dei detenuti Raf Il ricatto del digiuno dividei partiti di Bonn Verdi e Spd per una linea meno dura, anche ii governo incerto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Lo spettro della Raf, la Rote Armee Fraktion, protagonista di una stagione terroristica che culminò nel sanguinoso Settantasette, ha ripreso a ossessionare i tedeschi. Questa volta non si tratta di attacchi armati, ma di un'articolata campagna di sciopero della fame che sta coinvolgendo un numero crescente di detenuti. Sono ormai nove a digiunare, ma molti loro compagni sono pronti a seguirli: secondo una modalità presa in prestito dai militanti irlandesi del17ra ogni due settimane altri due o tre detenuti si uniscono all'azione. I detenuti Raf sono una quarantina. I due che cominciarono questa drammatica protesta stanno ormai entrando nella nona settimana di digiuno: e le loro condizioni sono ovviamente critiche. Si tratta di Karl-Heinz Dellwo e Christa Eckes: il primo fu condannato all'ergastolo per una cruenta presa d'ostaggi all'ambasciata di Germania a Stoccolma, la seconda sconta otto anni per avere fatto parte dell'organizzazione terroristica. I due rifiutano il cibo ormai dall' 1 febbraio. Una legge adottata nell'85, dopo che due detenuti si erano lasciati morire di fame in carcere negli anni precedenti, consente l'alimentazione forzata: ma soltanto dal momento in cui i medici hanno constatato l'inizio dello stato di coma. Sotto la drammatica pressione del tempo che passa, si moltiplicano nel Paese gli appelli e le iniziative perché non si giunga a questo punto, e si cerchi una soluzione. Naturalmente i detenuti Raf non digiunano per niente: lo sciopero della fame costituisce il supporto di una richiesta non nuova. Vogliono che finisca l'isolamento che gli impedisce di comunicare con i compagni. Vogliono essere tutti raggruppati in un solo carcere, al massimo in due, e potersi regolarmente incontrare per discutere dei fatti loro. E' accettabile questa loro richiesta? Essa è stata appoggiata nel Paese da numerose manifestazioni dell'ultrasinistra: ma fra le forze politiche rappresentate al Bundestag quasi tutti concordano sul fatto che non si può cedere alla sollecitazione dei detenuti Raf: sarebbe discriminatorio nei confronti di altri ospiti del sistema carcerario. Non può esistere per la Raf uno statuto speciale. Tuttavia si registrano posizioni differenziate. La destra e il centro conservatore parlano di una nuova forma di lotta, di un ricatto esercitato nei confronti dello Stato, al quale non sarebbe dignitoso cedere. Inoltre temono che la riunione dei detenuti Raf rafforzi la coesione del gruppo. La sinistra invita a una maggiore flessibilità: Verdi e socialdemocratici propongono che si cerchi una via d'uscita, parlando con gli interessati, cercando di convincerli a non mettere a repentaglio la vita, al tempo stesso prendendo in considerazione i loro problemi. Con il passare del tempo, e l'aggravarsi delle condizioni di chi digiuna da tante settimane, affiorano preoccupazioni oggettive in tutti i settori politici. Si teme, infatti, che la morte in carcere di u"0 dei condannati per terrorismo possa innescare una reazione violenta fra i loro compagni in libertà, pregiudicando ogni possibilità di recupero e di reintegrazione sociale. I clandestini della Raf sono una ventina, senza contare quel vasto serbatoio di simpatizzanti che una tragica notizia dal carcere potrebbe rendere improvvisamente disponibile all'azione armata. Per questo è stata accolta con favore, anche da molte parti della maggioranza, la proposta di Walter Momper, il nuovo borgomastro socialdemocratico di Berlino. Costui suggerisce una mediazione da affidarsi a Rita Suessmuth, presidente del Bundestag, e Juergen Schmude, ex ministro della Giustizia e dirigente evangelico. Lo stesso governo sta muovendosi con discrezione. Klaus Kinsel, sottosegretario alla Giustizia, secondo un'indiscrezione priva di conferma ufficiale è andato martedì scorso a parlare in carcere con Brigitte Mohnhaupt, che fu condannata all'ergastolo per avere partecipato all'assassinio di HansMartin Schleyer nel '77. ed è fra i nove digiunanti. Perfino il fronte dei parenti delle vittime è in movimento. Il fratello di Gerald von Braunmuehl, il diplomatico assassinato nell'86. ha scritto una lettera aperta a Christian Klar, uno dei detenuti Raf in sciopero della fame, chiedendogli d'incontrarlo, di cercare insieme una via d'uscita. Alfredo Venturi

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Germania, Stoccolma