Il dollaro sfida Greenspan

Il dollaro sfida Greenspan Alla vigilia del «G7» a Washington i mercati scommettono sui tassi Il dollaro sfida Greenspan In Italia sfiora le 1390 lire - Tutte le banche centrali in campo, eccetto Tokyo ■ Cala il «superindice» Usa: primi effetti della «stretta» A Vienna l'Opec divisa sui prezzi del petrolio ROMA — I mercati scommettono su un nuovo aumento dei tassi Usa e, alla vigilia dei vertice dei Sette, spingono il dollaro alle stelle. Neppure gli interventi ripetuti e massicci delle banche centrali, anche ieri coordinate dalla Fed, sono riusciti a Imbrigliare il biglietto verde che in Europa ha sfiorato quota 1390 (a Milano ha chiuso a 1389.5 lire contro le 1382,15 di martedì) mentre a Francoforte è stato fissato a 1,8930 marchi (1,8842 martedì). H mercato non sembra neppure preoccuparsi più del dovuto delle dichiarazioni del governatore della Banca del Giappone, Sumita, secondo il quale la banca centrale tiene sotto stretto controllo il rapporto dollaro-yen ed è pronta ad intervenire. Ieri però Sumita è stato alla finestra a guardare, anche se il biglietto verde ha sfondato il -tetto» dei 133 yen, un livello che non raggiungeva da sei mesi. ; A far volare il dollaro a Tokyo sembra essere soprattutto lo Scandalo Recruit-, che sta allargandosi a macchia d'olio e mettendo a dura prova, assieme alla stabilità del governo, la stessa credibilità del premier Takeshlta. Sull'andamento del dollaro non ha inciso neppure la diffusione dei dati del -superindice» Usa che in febbraio ha registrato un risultato leggermente negativo (-0,3%) contro quelli positivi di gennaio e dicembre. Un segnale che la -stretta» di Greenspan comincia a farsi sentire. Il volo del dollaro, che sta mettendo a soqquadro i mercati (soprattutto la sterlina, che ha anche risentito negativamente del dati sulla bilancia commerciale inglese di febbraio) sarà uno dei temi caldi, assieme alla politica della Fed e del piano Baker per i debiti del Terzo Mondo, del vertice dei Sette che aprirà formalmente il gran consulto di primavera del Fondo monetario e della Banca mondiale di fine settimana a Washington. Alt ro tema sarà certamente il petrolio che da ieri è al centro della riunione di Vienna del -comitato prezzi» dell'Opec, anche se è convinzione diffusa che la riunione non produrrà nuove iniziative nel campo dei prezzi o dei livelli produttivi del cartello. Il meeting, secondo le prime dichiarazioni rilasciate dai ministri giunti a Vienna, non dovrebbe andare al di la di uno -scambio di idee», anche se l'ex segretario generale dell'Opec, l'indonesiano Subroto, ha acceso le polveri accusando Emirati arabi e l'Ecuador di non rispettare il-tetto» per loro stabilito. La riunione, che doveva iniziare nelle prime ore della mattinata, è stata rinviata alle 14 per il ritardo del ministro del petrolio dell'Arabia saudita. Nazer. Fin dalle prime battute sono emerse due linee: la prima è capeggiata dal ministro del Kuwait Al-Sabah e vede con favore un incremento della produzione: -Almeno un milione e mezzo di barili al giorno», ha detto ieri, per raffreddare la troppo rapida impennata dei prezzi; la seconda è guidata dal ministro dell'Ecuador Tamariz che preferisce invece aspettare almeno i risultati del secondo trimestre prima di prendere una decisione In merito, giudicando -contingenti» i fattori che hanno provocato in queste ultime settimane la tumultuosa crescita delle quotazioni, che sono andate ben al di là dei 18 dollari il barile prefissati a novembre. In ogni caso qualsiasi decisione sarà demandata alla conferenza plenaria già fissata per giugno. c. r. Dollaro contro lira nell'era di Bush 20/1 1/2 6/2 13/2 17/2 27/2 3/3 9/3 17/3 24/3 29/3 ««alt | Il segretario al Tesoro Brady

Persone citate: Baker, Bush, Greenspan, Sumita, Tesoro Brady