La Coppa America vinta dal giudice

La Coppa America vinta dal giudice Il tribunale di New York toglie il trofeo al San Diego Yacht Club: ha violato lo spirito della gara La Coppa America vinta dal giudice Clamorosa sentenza: gli Stati Uniti non avevano il diritto di gareggiare con un catamarano contro il monoscafo dei neozelandesi - Adesso i vincitori a tavolino decideranno quando e dove rimettere in palio il titolo La Coppa America torna down under, ovvero giù sotto nell'emisfero australe, secondo il termine un po' spregiativo usato dagli inglesi. L'hanno conquistata i neozelandesi dopo una battaglia legale durata un anno e arricchita da inattesi colpi di scena. L'ultimo viene dalla Corte Suprema del Tribunale di New York. Con una clamorosa sentenza il giudice Carmen B e au champ Ciparik ha tolto la vittoria dell'ultima anomala edizione della Coppa America (settembre '88) agli americani, poiché il San Diego Yacht Club ha violato le regole e lo spirito di Coppa America. Ma proviamo a ripercorrere le tappe salienti di una vicenda complessa. Nel febbraio '87 Dennis Conner a bordo di Stars & Stripes (Stelle e Strisce) aveva riconquistato gloriosamente quella Coppa America che aveva perso nell'estate '83 quando gli australiani si erano presentati al via con una barca dalla chìglia speciale, dotata di alette. A Fremantle, in Australia, le selezioni per la scelta del Challenger, lo sfidante ufficiale, erano state dominate da New Zealand, lo scafo neozelandese disegnato da Brace Fan-, ma alla fine Plastic Fantastic era stato eliminato proprio da Stars & Stripes. La sconfitta di New Zealand era stata male assorbita dal team kiwi, squadra dotata di mezzi limitati ma grande spirito di grappo. L'exploit neozelandese aveva due responsabili: Brace Farr, progettista geniale e preparato e Michael Fay, uomo d'affari che aveva sostenuto finanziariamente la sfida. Riportandosi a casa la Coppa, Dennis Conner era tornato trionfalmente a godersi in America una rivincita inseguita 4 anni: lui e il suo equipaggio erano stati festeggiati a New York, dove il sindaco Trump. amico da sempre aveva organizzato una sfilata m grande stile. Unici assenti i soci del New York Yacht Club, il circolo che aveva detenuto per più di un secolo la Coppa America, che l'aveva persa nell'83 e che aveva deciso di non sostenere Conner nell'87. E che, per poter lanciare una nuova sfida e sperare di rimettere le mani sulla Coppa, avrebbe dovuto aspettare che un altro Club velico non americano la conquistasse. Fino a quel momento infatti l'America's Cup se ne sarebbe rimasta sulla East Coast nella sede del San Diego Yacht Club, a cui era affidata l'organizzazione della difesa. Il 15 luglio 1987, il San Diego Yacht Club, i cui membri sono totalmente impegnati nel business della Coppa, riceve una sfida neozelandese da uno sconosciuto circolo nautico, che pretende di voler correre la successiva Coppa America con uno scafo lungo 90' (27 metri) al galleggiamento. Le informazioni richieste dicono che il Mercury Bay Boating Club ha un po' meno di 50 soci, si affaccia su una bellissima baia fuori mano ed ha come unica Club House una vecchia Ford Zephir nera del 1956 targata AY5197. Le bandierine di club o di regata vengono issate sull'antenna radio, i moduli di iscrizione possono essere ritirati dal cruscotto. Ma torniamo a Michael Fay. Il banchiere neozelandese aveva già acquisito dimestichezza con la lettura del regolamento di Coppa, in occasione della protesta di Conner sulla costruzione di New Zealand durante le selezioni dell'86/87. Aveva incaricato Andrew Jones, brillante avvocato, di una rilettura approfondita del vecchio testo. Era in pratica emersa una specie di scappatoia nel regolamento; secondo questa interpretazione era il primo circolo a lanciare la sfida e decidere l'imbarcazione con cui si sarebbe svolta la gara. A questo punto Fay, nascosto dietro un oscuro Mercury Bay Y.C. aveva lanciato la sua sfida. La sera del 25 novembre '87 una telefonata avverte San Diego che il giudice incaricato di analizzare il ricorso del Mercury Bay B. C. ha emesso il verdetto. Poiché la Coppa America è basata sul concetto di sfida, dice la sentenza, o il San Diego accetta questa prima sfida, oppure consegna la Coppa agli sfidanti. Nel marzo '88 i neozelandesi varano una barca lunga 133' (37 metri) per partecipare alla Coppa America che, secondo regolamento, dovrebbe tenersi entro un anno dalla sfida. Gli americani da parte loro decidono di partecipare alla gara con una barca totalmente diversa: un catamarano di 55'. A settembre, la nuova edizione della Coppa America viene vinta nettamente, dopo due prove, dagli americani. Nuovo ricorso di Michael Fay alla Corte Suprema e, ieri, la sentenza. Il Giudice Car¬ men Beauchamp Ciparik ha ritenuto che la gara tra il monoscafo neozelandese e il catamarano statunitense sia stata squilibrata; che fino ad ora le regate di Coppa America erano state corse con lo stesso tipo di barche e che quindi la vittoria americana non era valida. Ora la Coppa America andrà in Nuova Zelanda, nella sede del Mercury Bay Boat Club dove, accanto alla vecchia Ford Zephir, verrà costruito un lussuoso Yacht Club. Come l'esperto di regolamenti velici James Michael aveva preannunciato qualche mese fa. tutto quanto finora deciso a San Diego su barca, percorso e modalità della prossima Coppa America potrà essere ridiscusso dai nuovi sfidanti americani. Oltre a Dennis Conner, passato da difensore a sfidante, avremo infatti di nuovo miracolosamente in gara il New York Yacht Club, il 8t.Francis e almeno tre o quattro altri forti consorzi americani che potranno accettare o meno le decisioni prese dagli sfidanti riguardo al nuovo tipo di imbarcazione con cui correre. Da parte loro i neozelandesi potrebbero anche decidere di proporre per la nuova edizione uno scafo diverso, magari piccolissimo. La prossima Coppa America, a meno di una improbabile vittoria in appello degli americani, verrà corsa in Nuova Zelanda, probabilmente nell'estate '91/92. Dennis Conner, l'uomo che ha perso due volte la Coppa America, diventa a questo punto uno sfidante temibile ma anche la sicura garanzia che la prossima Coppa America verrà corsa all'ultimo respiro. Raul Gardini, che sta organizzando la prossima partecipazione italiana, si troverà di fronte un gruppo di concorrenti più agguerrito; agli attuali iscritti vanno infatti aggiunti Conner e 1 consorzi americani. Ida Castiglioni Auckland. Dianna Morcom, moglie del presidente dei Mercury Bay Yacht Club, brinda alla decisione della Corte di New York che assegna alla barca neozelandese il trofeo di Coppa America