Ecco il jazz appeal

Ecco il jazz appeal Nuovi eroi sulle scene newyorkesi Ecco il jazz appeal Gli album di Berne, Zorn e i loro seguaci GIOVANE, bianco e newyorkese: è questo l'identikit del nuovo jazzista d'avanguardia statunitense, una specie attualmente «emergente» che sembra in grado di indicare percorsi inediti nell'ambito musicale. Se il jazz è morto, come sostengono alcuni, non importa: questi signori fanno una musica in cui il Jazz è una delle componenti, la più importante forse, ma certamente non l'unica. In Italia, 1 capiscuola del genere sono Tim Berne e John Zom, due contrattisti che spaziano dalla rilettura della free di Omette Coleman alla riproposizione dei più noti soundtrack di Ennio Morricone. Tim Beme è attualmente sul mercato discografico con •Miniatures» (Jmt, su Lp e Cd), un album appena realizzato che lo vede in compagnia dei fedelissimi Hank Robe rts (violoncello) e Joey Baron (percussioni, batteria e tastiere). n gruppo, assolutamente paritario, suonò da noi lo scorso anno, proponendo una musica difficile ma affascinante, che faceva ampio uso dell'elettronica dando al contempo spazio alla creatività dei singoli. Il long playing conferma questa linea di tendenza anche nel ricorso a situazioni extrajazzistiche, che tuttavia conferiscono un diverso appeal e fascino alle parti im prowisate. Da una costola del trio, ecco Hank Roberts che con •Black Pastels» (stessa etichetta) ci offre uno dei mi gliori dischi dell'anno, un la voro in cui il jazz sposa la poesia country e il tipico song americano. Con Roberts, oltre agli inseparabili Beme e Baron, suonano tra gli altri il trombonista Ray Anderson e il chitarrista BUI Frisell Quest'ultimo, in particolare, è uno degli artisti più apprezzati In Italia (si è da poco esibito al Capolinea di Milano): la Ecm ha di recente pubblicato l'antologia 'Works- (Lp e Cd), utile per chi volesse conoscere le sue atmosfere rarefatte. Vicino alla poetica del rock progressivo e dell'avanguardia elettronica, il tastierista Wayne Horvitz — anche lui dello stesso «giro» — con 'Nine Below Zero» della Sound Aspects e con -This New Generation» della Elettra (facilmente reperibile, perché distribuito dalla Wea) fa «tabula rasa» dei generi musicali, richiamandosi provocatoriamente a certo rhythm & blues urbano o a sonorità beat. Più legato al jazz classico (si fa per dire), Nels Cline, chitarrista elettrico e acustico di cui è uscito in questi giorni 'Angelica» (Enja, Lp e Cd), pregevole opera che si segnala per la costante ricerca di timbri e di impasti inusuali. Per la Gramavision, distribuita dalla Ird, incide l'ottimo batterista Bobby Previte: 'Pushing the Envelope» e 'Claude's Late Morning» fanno tesoro delle esperienze minimaliste, di un rimando alla poptilar music e di citazioni beatlesiane. E infine, imprevedibile come sempre, l'enfant terrible John Zom con Bill Frisell e il trombonista George Lewis va a scomodare l'hard -bop di Kenny Dorham e Sonny Clark in 'News for Lulu», uno swingante Cd della Hat Art, per dimostrare ai suoi detrattori che quando vuole suona jazz a denominazione di orgine controllata Ivo Franchi

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