Jeanne Moreau «Celestina» ad Avignone di Sergio Trombetta

Jeanne Moreau «Celestina» ad Avignone Dal 12 luglio al 3 agosto il festival - Quest'anno meno spettacoli ma più repliche Jeanne Moreau «Celestina» ad Avignone L'attrice tornerà al Palais des Papes, con la regia di Vitez, dopo oltre trem anni d'assenza - In programma per la prosa anche un «Oedipe et les oiseaux» diretto da Vincent - La danza dominata da Ma guy Marin PARIGI — Meno giorni, meno spettacoli, più repliche. Nomi di prestigio: Jeanne Moreau, Lambert Wilson, Antoine Vitez, Matthias Langhoff, Jean-Pierre Vincent. Obiettivo puntato su Aimé Césaire e Valére Novarina, poeta e drammaturgo dell'anno. Un tocco di esotismo dalle Antille e dal Brasile. Un omaggio in prosa, musica e danza al Bicentenario: «Revolution oblige». E' il coktail che quest'anno Alain Crombecque ha preparato per il Festival di Avignone e servirà ben ghiacciato dal 12 luglio al 3 agosto sulle rive del Rodano. Due pezzetti di cielo blu, stellato di rosso, appesi con lo scotch a un nulla dal quale scende una lampadina che si illumina di giallo. E' il logo del Festival '89 pensato da Jean-Paul Chambas. All'insegna di questo cielo di cartapesta prenderà il via il 12 luglio un Festival che avrà il primo prestigioso appuntamento alla Cour d'Honneur du Palais des Papes con la Celestina di Fernando de Rojas, il capolavoro teatrale del '500 spagnolo, messa in sce na da Antoine Vitez, di nuovo ad Avignone dopo Le Soulier de Satin di due anni fa, e recitata da Lambert Wilson e Jeanne Moreau che non tornava alla Cour d'Honneur dai tempi del Principe dì Homburg con Gerard Philippe nel 1951. Ed è ancora sotto questo cielo stellato che vedranno la luce quaranta fra novità assolute o nuove produzioni, con oltre 250 repliche. TEATRO — Molta attesa, oltre che per la Celestina di Vitez, per Oedipe et les Oiseux (dal 15 luglio), un testo allestito da Jean-Pierre Vincent che accomuna Sofocle, Aristofane e fa parte di un lavoro "in progress» che terminerà l'inverno prossimo a Les Amandiers di Nanterre, t e aro di Chéreau. Matthias Langhoff, il regista tedesco del quale quest'inverno Parigi si è innamorata per il suo allestimento della Signorina Giulia si pre senta con una serata doppia targata rivoluzione: Al pappagallo verde di Schnitzler e La missione di Heiner Mùller (dal 13 luglio). Si compone di tre parti il medaglione Novarina, romanziere e pittore appena quarantenne, esploso proprio ad Avignone nell'86 come astro nascente della nuova drammaturgia francese. Vous qui habitez le temps (dal 13 luglio) è un testo scritto e allestito da Novarina; L'atelier volant e L'acteur imaginaire (dal. 15) completano il ritratto. Catherine Anne e Pascal Rambert sono invece i nomi nuovi del teatro francese ad Avignone, e si presentano con proprie messe in scena dei loro testi Eclats (dal 16) e Les Parisiens (dal 17). Completano il teatro, O pais dos Elefantes di Louis-Charles Sirjacq ma tradotto in portoghese e allestito da una compagnia brasiliana (dal 15); Tant qu'il fait jour Robert Schumann di Jean-Marie Patte e André Cohen (dal 25), Un corps en trop di Maire-Victoire Rouillier (dal 15); l'Africa francofona celebrerà a suo modo il Bicentenario con Bride, rivière brulé, di Jean Poi Fargeau (dal 13); due nuovi spettacoli di circo, «Zingaro» (coprodotto da Pontedera) e «Alexis Gruss». MUSICA — Un'opera per la rivoluzione l'ha scrìtta il giovane compositore francese Pascal Dusapin insieme con Olivier Cadiot e si intitola Romeo et Juliette (dal 16). Luigi Nono e Iannis Xenakis saranno progagonisti di incontri e corsi e di una maratona musciale il 24 luglio al Palais des Papes. In totale sono in programma una ventina di concerti, compresi quelli dedicati alla musica sacra. POESIA — L'anno dopo Georges Perec, sale alla ribalta il martinicano Aimé Ce- saire, fra i massimi esponenti del rinnovamento culturale negro. Di Cesaire Antoine Vitez leggerà il saggio Discours sur le colonialisme (il 17), i Comédiens Francais faranno una lettura del testo teatrale Et les chiens se taisent (dal 18), al poeta saranno dedicate due esposizioni, mentre il coté serio antillano si unirà a quello più divertente con nottate intere (24-29) dedicate alla musica nera di Guadalupe, Martinica e Guyana. CINEMA — E' rappresentato dalla proiezione di Ottobre di Eisenstein accompagnato dalla musica originale di Edmund Meisel del 1928 eseguita dal vivo dalla Northern Sinfonia of England, alla Cour d'Honneur dal 25 al 27 luglio. DANZA — Torna «ghettizzata» alla fine del Festival (dal 22 al 3 agosto), con molti appuntamenti organizzati dal coreografo Daniel Larrieu al quale è toccata quest'anno la carta bianca del Festival, formula inaugurata l'anno scorso con Karine Saporta. L'appuntamento di prestigio è con Maguy Marin che celebrerà, molto a modo suo, la rivoluzione con la novità Eh qu'est ce que ca me fait à moi!?, dal 31 luglio al 3 agosto. C'è molta attesa perché si tratta del secondo incontro della coreografa francese con un argomento squisitamente politico, dopo i Coups d'Etat dello scorso anno visti a Montpellier e Rovereto. Quest'anno il balletto di Maguy Marin è coprodotto con il festival di Taormina dove lo si potrà vedere a fine agosto. Gli altri spettacoli mettono in scena la danza francese più curiosa: i marsigliesi del gruppo «Dunes», gli scalatori di «Roc in Lichen», e il coreografo Hervé Diasnas. Unica presenza straniera gli inglesi del DV 8 Physical Theatre con 77ie Dreams of Monochrome Men. Fra le mostre, una dedicata al Piccolo Teratro di Milano e un'altra per il Bicentenario della Rivoluzione intitolata «Des Tètes», Sergio Trombetta