«Ora cerco il socialista Mussolini»

«Ora cerco il socialista Mussolini» Parla Calderone, autore di «Una verità come un'altra» stasera su Raidue «Ora cerco il socialista Mussolini» Il regista è impegnato in un diffìcile lavoro storico: quattro o cinque puntate sul duce e sulle sue idee rivoluzionarie - Dice: «Sarà un film tv che farà scandalo, accosterà l'ideologia fascista a quella leninista» La lavorazione dovrebbe cominciare alla fine dell'89, protagonista dovrebbe essere un attore americano ROMA — Dalla matematica precisione del meccanismo del giallo agli incerti sviluppi dell'analisi storica. E di un'analisi storica che, invece di porsi nel solco delle interpretazioni tradizionali, preferisce battere la strada delle angolazioni più inedite. Gianluigi Calderone, regista nato con il cinema ma cresciuto con la televisione, autore del giallo Una verità come un'altra in programma su Raidue stasera e domani alle 20,30 (di esso riferiamo qui accanto), è impegnato insieme con un gruppo di sceneggiatori nella preparazione di una grossa impresa televisiva che ha per protagonista Mussolini. -Siamo tutti legati all'immagine stereotipata del duce — premette Calderone —per questo ci è sembrato interessante andare a scavare in quel passato poco descritto che vide Mussolini giovane socialista, imbevuto di quelle idee rivoluzionarie che pure formeranno la base delle sue successive convinzioni-. A questo inedito duce dovrebbero essere dedicate quattro o cinque puntate di un film tv ambientato nell'arco di tempo che va dal 1910 all'anno della presa del potere, il 1922. Gianluigi Calderone, che ha debuttato nel cinema nel '73 con il film Ap¬ passionata interpretato da Ornella Muti e Eleonora Giorgi e che da allora ha cercato con fatica di liberarsi dal cliché del regista di opere erotiche, lavora alla sceneggiatura del film tv insieme con Vincenzo Cerami e Lidia Ravera e si avvale anche della collaborazione di uno dei massimi esperti del settore, lo storico Renzo De Felice. -Sarà un lavoro che farà scandalo, frutto di due anni di impegno e completamente privo di facili caratterizzazioni. Non è semplice mettere le mani su un tema così complesso, anche se oggi sostenere la vicinanza tra certi prin- c ipi del socialismo rivoluzionario e quelli della destra non è più una cosa assurda come qualche tempo fa. Anche Asor Rosa ha scoperto da poco che Marx e Nietzsche possono essere considerati non più come personaggi contrapposti, ma piuttosto come i dioscuri della cultura moderna. In alcune affermazioni del Mussolini militante socialista, prima direttore ch'Avanti! e poi fondatore del quotidiano II Popolo d'Italia, ci sono intuizioni molto moderne. Raccontarle servirà, nel film tv, a comporre, come in una specie di gioco di società, il mosaico dell'ideologia fascista e di quella leninista, ad accostare le affermazioni di Gramsci con quelle di Mussolini, a spiegare il crollo del leninismo-. Gianluigi Calderone, che ha appena finito di girare per Raidue due episodi della serie intitolata II giudice e interpretata dall'attore Erland Josephson, precisa anche di non essere assolutamente coinvolto in tentazioni di tipo nostalgico, ma di vivere semplicemente il fascino di una lunga e approfondita ricerca storica, n film tv, spiega ancora il regista, avrà tempi molto dilatati: la lavorazione dovrebbe avere inizio alla fine dell'89 e solo nei prossimi mesi comincerà la fase della ricerca degli interpreti. E' molto probabile che, per il ruolo del protagonista, verrà scelto un attore americano. Dice Calderone: «Si tratterà di un prodotto dal costo elevato, tutto difiction, dove alla profondità dell'indagine storiografica si accompagnerà il desiderio di fare spettacolo e quindi di interessare il pubblico. Vorrei come risultato una specie di Anti-Novecento di Bertolucci: se in quel caso veniva ricostruita l'epopea della nascita della sinistra italiana, in questo si va alla radice della nostra destra. E i primi anni del Novecento vengono raccontati in questa opposta prospettiva». In attesa di tuffarsi completamente nell'impresa mussolini an a, Calderone prosegue sulla strada già collaudata del giallo: Una verità come un'altra arriva infatti dopo una serie di sceneggiati di questo stesso genere e rappresenta per 11 regista quarantacinquenne la riconferma di una propensione dimostrata agli inizi della carriera. 'Alla Rai sono nato come regista psicologico e questa caratteristica è diventata negli anni un po' come una palla al piede. Mussolini mi darà anche il modo di liberarmene». f.c.

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