Scoperto eroe dopo 47 anni

Scoperto eroe dopo 47 anni Premiato a Pisa il pilota che nel '42 affondò un cacciatorpediniere inglese Scoperto eroe dopo 47 anni Martino Aichner, 71 anni, ha ricevuto la medaglia al valore durante la festa per il 66° anniversario dell'Aeronautica - L'impresa era stata attribuita ad un ammiraglio • La verità ristabilita dal vicecomandante della nave nemica DAL NOSTRO INVIATO PISA — Il sottotenente pilota Martino Aichner, trentino, classe 1918, ha avuto ieri la «sua» medaglia d'oro al valor militare. L'ha attesa per 47 anni. L'aspettava dal 15 giugno del '42, da quando cioè, ai comandi di un trimotore Savoia Marchetti S-79, durante la battaglia di Pantelleria era riuscito a piazzare un siluro nel fianco del cacciatorpediniere britannico «Bedouin» ed a mandarlo a picco. Gli inglesi si erano vendicati: mentre l'aereo italiano sorvolava la nave sfiorando le sovrastrutture per tentare di riprendere quota lo avevano crivellato di colpi e abbattuto. L'impresa era stata attribuita per anni alla VII Divisione navale comandata dall'ammiraglio Da Zara, che in effetti aveva in precedenza colpito il -Bedouin» bloccando le macchine. I meccanici inglesi avevano però riparato i guasti e la nave stava tentando di raggiungere Gibilterra quando era arrivato l'S79 di Aichner a mettere fine alla sua fuga. Ci sono voluti tutti questi anni perché la verità venisse a galla, lentamente, grazie anche alle testimonianze del ministero della Difesa britannico e dal vicecomandante del «Bedouin», Sherard Manners (il comandante era morto durante la guerra). Ieri alla consegna della medaglia d'oro in occasione della celebrazione del sessantaseiesimo anniversario di fondazione dell'Aeronautica militare, svoltasi all'aeroporto di Pisa San Giusto. Martino Aichner era commosso: -Mi fa piacere la presenza di tanta genie che mi vuole bene'. dice. C'erano il sottosegretario alla Difesa Gaetano Gorgoni, il capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Mario Porta, il capo di stato maggiore dell'Aeronautica generale Franco Pisano. C'era il suo secondo pilota, Oreste Del Bianco; e c'era Guido Panizza. che con il suo idrovolante aveva tratto in salvo l'intero equipaggio dell'S-79 alla deriva su un bauellino. E c'era soprattutto mister Manners, sorridente, che ha abbracciato il suo avversario chiamandolo «caro amico-. Martino Aichner faceva parte del 132° gruppo aerosiluranti, più noto come «gruppo Buscaglia» dal nome del suo giovanissimo comandante, Carlo Emanuele Buscaglia, novarese: era stato costituito nella primavera del '42 e mandato a intercettare le flotte alleate nel canale di Sicilia; era composto di ragazzi tra i 20 e i 25 anni, la cui specialità consisteva nell'infilarsi nelle cannonate delle flotte avversarie fino a portarsi a pelo d'acqua, sganciare un siluro e tentare di portare a casa equipaggio e aereo con una virata mozzafiato in mezzo all'Inferno. Pochi si salvarono. Aichner ha dedicato un libro a quell'avventura. -Ci ritrovammo immersi nella grande guerra mondiale, che accettammo senza entusiasmo ma anche senza viltà-, ha scritto. Il vecchio pilota vive sempre nella sua Trento, non ha perduto il -vizio» del volo e per questo è diventato il rappresentante per l'Italia degli elicotteri Aerospatiale. L'aeronautica ha scelto Pisa per celebrare l'anniversario di fondazione perché alla 46a Aerobrigata di stanza appunto nella città toscana, aeroporto di San Giusto, è stato quest'anno attribuito il premio Icaro, un riconoscimento istituito dall'Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall'internamento e dalla guerra di liberazione. La 46a ha per compito assicurare con i suoi Hercules e i suoi G-222 i trasporti nell'ambito dell'Aeronautica e in genere delle Forze armate italiane, ma la sua attività si va sempre più estendendo in campo civile: dal trasporto di ammalati gravi a quello di organi per i trapianti, dai voli antincendio (duemila ore l'anno scorso con la perdita di un G-222 e del suo equipaggio) alle operazioni di soccorso in caso di calamità naturali in tutto il mondo. Il premio Icaro, che intende appunto sottolineare questi valori di solidarietà, è stato consegnato al comandante del reparto, il generale Luciano Battisti, dal presidente deU'Anrp, generale Franco Cavalera. Infine medaglie d'oro «al merito aeronautico» sono state consegnate a tre personalità che hanno contribuito a far crescere, negli ultimi trent'anni. l'industria aeronautica italiana e a riportarla, dopo la guerra, a livelli tecnici mondiali. Di Ermanno Bazzocchi, amministratore delegato e progettista principe della Aermacchi di Varese, si può dire che ha contribuito a insegnare a volare a tutti i piloti militari italiani da oltre un quarto di secolo in qua. da quando cioè costruì il suo primo velivolo da addestramento. l'MB-320, passando poi per l'MB-326 fino all'attuale MB-339. Gian Carlo Boffetta, presidente della Fiat Aviazione, ufficiale di complemento dell'Aeronautica militare, ingegnere, entrato alla Fiat Aviazione quando questa era diretta dal professor Gabrielli, in 30 anni ha lavorato praticamente a tutti i motori a reazione dei velivoli militari italiani, da quelli del -Vampire» fino all'RB-199 dei Tornado e all'EJ-200 per il futuro caccia europeo. Elto Nardi, marchigiano trapiantato a Milano, fondò nel '33 con i fratelli Luigi, Euste ed Elio, la -Nardi costruzioni aeronautiche-, che costruì aerei ed elicotteri e che si è indirizzata ora al settore in piena crescita degli equipaggiamenti aeronautici. Nardi è scomparso nel giugno dell'88 ed a ritirare il premio è venuta la moglie, Irma Maria. Vittorio Kavizza L'equipaggio che ha affondato il «Bedouin», il 15 giugno '42 a Sud di Pantelleria. Da sin.: il fotografo Carmine Prugnola, il motorista Massimiliano Fantuzzi, il comandante Martino Aichner, il secondo pilota Oreste Del Bianco, l'armiere Fausto De Santis e il marconista Mario Picerno