Morto il «re del taleggio»

«Microbi peggio dei pesticidi» «Microbi peggio dei pesticidi» Lo dicono recenti indagini Usa • «Il vero pericolo sono i microrganismi che contaminano i cibi» - Ma gli ambientalisti non sono d'accordo NOSTRO SERVIZIO WASHINGTON — Tutti quegli americani che hanno abbracciato la crociata per il cibo sar.c lan :iata dalle associazioni amJientalistiche si starebbero allarmando a sproposito: secondo recenti indagini federali la principale minaccia non verrebbe dai tanto abominati pesticidi e dagli additivi chimici ma dagli «antiquati», naturalissimi, microbi che contaminano il pollame, le uova e la carne. «Per quel che riguarda i prodotti alimentari, stiamo assistendo a un notevole incremento della contaminazione microbica e a una costante diminuzione di quella da pesticidi — dice Frank A. Young, commissario nazionale della Food and Drug —. Le due tendenze stanno divergendo nettamente». Il risultato, sostiene il funzionario, è stato un'«esploslone» delle malattie causate da microrganismi contenuti nel cibo, molti del quali possono essere eliminati con un'appro priata cottura degli alimenti. Nello stesso tem po, dice Young, la paura delle sostanze chimiche ha oscurato -il basso e decrescente rischio legato sia ai pesticidi naturali sia a quelli chimici». Altri esperti ritengono, sulla scorta degli elementi sinora raccolti, che la maggior parte del cibo impiegato in cucina non contenga sostanze chimiche pericolose per la salute. Nell'anno fiscale 1987, per esempio, la Food and Drug Administration ha trovato che soltanto l'uno per cento dei prodotti agricoli crudi esaminati a campione conteneva residui di pesticida che oltrepassavano il livello di tolleranza imposto dalla legge (tra i prodotti esaminati, il tre per cento conteneva residui di sostanze per cui non era stabilito alcun limite di tolleranza). Lo stesso anno, in un'indagine nazionale su 234 tipi di alimenti venduti nei supermercati l'agenzia non ha trovato residui di pesticida che eccedessero il tasso ammesso dall'Organizzazione mondiale della sanità. In quanto agli additivi chimici, coloranti, aromi e conservanti, il National Research Council ha co municato questo mese che la quantità di queste sostanze chimiche consumate individualmente nelle proporzioni minime contenute nella dieta me¬ dia, «d improbabile che contribuisca ad aumentare il rischio generale di cancro negli Stati Uniti». Anche se il rapporto sottolinea che il rischio provocato da un'assimilazione simultanea di un certo numero di questi prodotti chimici non è misurabile, tuttavia «i fatti non suggeriscono il pericolo di una crisi sanitaria globale causata da fattori ambientali». Il Research Council fa parte della National Academy of Sciences, un'organizzazione privata molto ascoltata dal governo. Il Naturai Resources Defense Council, un gruppo di difesa dell'ambiente, è meno ottimista. -Non è ancora possibile giudicare gli effetti cronici dei pesticidi e di altri contaminanti chimici — sostiene Laurie Mott, della direzione scientifica del gruppo ambientalista —. Quando i dati cominceranno a essere disponibili, nei prossimi dieci anni, potremmo scoprire che le sostanze chimiche usate nei cibi per 20 o 30 anni possono provocare il cancro, difetti di nascita, o malattie del sistema nervoso». William K. Stevens Copyright «The New York Times» e per l'Ilalla «La Stampa»

Persone citate: Frank A. Young, Laurie Mott, William K. Stevens

Luoghi citati: Stati Uniti, Washington