Mai amare una straniera di Renata Pisu

Mai amare una straniera Mai amare una straniera Perché il governo cinese vieta ai suoi funzionari di sposare cittadini esteri La storia di Patrizia Riccardi e di suo marito Zhu Juwang è la storia di uno dei tanti tragici amori sbocciati negli ultimi quarantanni — da quando cioè in Cina il potere è stato assunto dal partito comunista — tra cittadini cinesi c stranieri. Parlo di tragici amori perché nel novanta per cento dei casi a mia conoscenza, il coronamento del matrimonio è stato reso impossibile da parte delle autorità cinesi che hanno accampato motivi legali o sono giunte addirittura a imprigionare il cittadino del loro Paese colpevole di essersi innamorato di uno straniero. Minacce, diffamazione personale e due mesi di prigione ha dovuto scontare, per esempio, la mia amica Mei-lin. Alla fine, eccezionalmente, ha ottenuto il permesso di sposare l'italiano che ama ed oggi e madre felice di due bambini. Ma se il caso di Mei-lin ha avuto un lieto fine e perché la vicenda si è svolta alla fine degli anni settanta, in piena era di Dcng Xiaoping, quando cioè la Cina cominciava a prestare una qualche attenzione ai giudizi dell'opinione pubblica internazionale. Prima, nell'era di Mao, si contano a decine i casi di matrimoni tra cinesi e stranieri che, per una suprema volontà, non si avevano da fare, e che perciò non sono stati fatti. > Rigide.regole di compor¬ tamento personale vigono per tutti i cinesi che per ragioni di servizio o di studio vivono all'estero e la più vincolante è quella che impone di non immamorarsi né contrarre matrimonio con cittadini del Paese ospite. Chiunque, uomo o donna, parta per l'estero con passaporto autorizzato sottoscrive questo impegno. Alla base di questa disposizione che ha valore di legge anche se non è una legge, c'è la concezione che il singolo sia di proprietà dello Slato. Detto più confucianamente, si presume che per far studiare e portare qualcuno fino a un certo livello di conoscenze e competenze, la collettività ha investito una cifra ragguardevole, ed è quindi inammissibile che il debito moralmente contratto da questo qualcuno possa estinguersi semplicemente passando a nozze, cioè acquisendo il diritto a poter assumere la cittadinanza di un altro Stato. Questo evidentemente vale anche per i cittadini cinesi che non si recano all'estero ma incontrano in Cina uno straniero che intendono sposare. Inutile dire che è un modo di pensare arcaico che non tiene affatto conto dei diritti civili, c che, direi, nemmeno ne sospetta l'esistenza; e nemmeno tiene conto dell'evoluzione del diritto di famiglia che vi è stala in questi ultimi anni in tutti i Paesi dell'Occi dente in cui non è più auto- | malico che sia la moglie a prendere la cittadinanza del marito. Non so se a Patrizia Riccardi le autorità cinesi abbiano o no proposto di stabilirsi lei in Cina, sotto lo stesso tetto del marito, invece di insistere a voler far venire in Italia lui. Ripeto, non so se l'hanno fatto ma sarebbe una proposta in linea con quella che è ancora oggi la mentalità cinese, cioè la moglie segue il marito, non viceversa. Tuttavia la Cina è un Paese che ancora si dibatte per uscire dal sottosviluppo e dove le condizioni di vita anche di privilegiati come è di certo Zhu Juwang, diplomatico e funzionario dcll'Onu, sono molto al di sotto del livello medio occidentale. Forse per questo e forse -I anche per altri motivi, la ] coppia italo-cinese ha opta- , to per l'Italia, cosa che evidentemente imbarazza le autorità cinesi che trattengono Zhu Juwang adducendo nebulosi pretesti — una misteriosa lettera, insulti alla Cina, non specificate attività illecite — mentre in realtà non sanno come districare un caso cosi semplice ma così semplice da far ridere. Basterebbe infatti che dicessero ai due coniugi: sono fatti vostri, fate quello che vi pare. Ma sembra che per fare una cosa così semplice prima ci vogliano per lo meno due perestrojke. Renata Pisu

Persone citate: Mao, Patrizia Riccardi, Xiaoping

Luoghi citati: Cina, Italia