Washington snobba il fenomeno Eltsin

Washington snobba il fenomeno Eltsin Washington snobba il fenomeno Eltsin NOSTRO SERVIZIO WASHINGTON — La curiosità suscitata dalle elezioni sovietiche in molti osservatori politici americani, non ha trovato grande riscontro nell'ufficialità. Impegnato nella sua «revisione», pressato dalle tante -risposte» che è chiamato a dare su tutto ciò che avviene nel mondo, il Dipartimento di Stato non si è dilungato molto sul modo in cui questa volta i sovietici sono andati alle urne, sull'occasione che questo avvenimento ha fornito per dare un'altra occhiata alla perestrojka o sul «fenomeno Eltsin». Oltre tutto, il momento del commento da parte americana è coinciso con il debutto davanti ai giornalisti della nuova portavoce del Dipartimento di Stato, Margaret Tutwiler, che ha cercato di mascherare la propria emozione vestendosi un po' di autorevolezza e un po' di umiltà. -Se non saprò qualcosa, vi dirò non lo so. Se avrò la possibilità di documentarmi, lo farò. Se in quel momento non sarà possibile, spero che comprenderete-. Detto questo, Margaret è entrata nel vivo degli av venimenti a Mosca e din tomi, soffermandosi pres soché esclusivamente sul •metodo» seguito questa volta. Il quale •metodo», ha detto, «rei nella direzione giuste», anche se «non corrisponde ancora alla nostra idea di democrazia e di libere elezioni». Quanto al merito, l'osservazione della Tutwiler non è andata oltre un auspicio che •l'opera di democratizzazione continui» Meno avari di lei, ovvia mente, i commentatori. Per il Washington Post, per esempio, quello che è avvenuto in Unione Sovietica è stato «un assaggio di democrazia-, l'eccezionale mobilitazione in favore di Boris Eltsin a Mosca e contro l'establishment nel Baltico e altrove costituiscono -un processo estremamente vivo e interessante» e insomma la cognizione di un'Unione Sovietica -in movimento- è ampiamente confermata dall'evento elettorale. A fianco a questo, però, il giornale della capitale americana vede anche una •persistente apatia- in molti strati della popolazione sovietica, spiegandosela con il fatto che •nessuno sa dove questo piccolo passo porterà l'Urss-. Michail Gorbaciov, in ogni caso, •merita credito-, anche se non bisogna mai dimenticare — insiste il Washington Post — che l'Unione Sovietica -resta uno Stato a partito unico-, nel quale il potere di una sola persona, Gorbaciov, è superiore a quello di •qualsiasi altro leader nel mondo». Quanto agli -accorgimenti» presi per assicurare comunque un Soviet Supremo a schiacciante maggioranza di fedeli membri del partito comunista, il giornale ricorda che Gorbaciov -rimane in ogni caso un figlio del Lenin che cancellò il risultato dellaprima elezione, subito dopo la rivoluzione del 1917, perché sgradito». Questo -assaggio di democrazia-, in realtà è più «un mezzo che Gorbaciov usa per diminuire il potere dei suoi avversari interniche -un fine per liberalizzare il Paese». Ma se non ci si dimentica di questo conclude il Washington Post, questa elezione sovietica può essere positivamente valutata. Marshall Goldman, uno dei più noti -sovietologi» americani (insegna all'uni versità di Harvard), dice che l'indicazione più im portante venuta dalle eie zioni è -lo scontento nei confronti dello statu quo. Una vera, aperta protesta. In discussione, ormai, è il regime stesso». e. st.

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss, Washington