«Gorbaciov liberiamo insieme l'Est»

«Gorbaciov, liberiamo insieme l'Est» Il Segretario di Stato americano Baker vuol proporre all'Urss un riassetto in Europa «Gorbaciov, liberiamo insieme l'Est» Si rilancia una vecchia idea di Henry Kissinger - L'Unione Sovietica dovrebbe allentare il controllo politico e militare sui Paesi satelliti - Gli Stati Uniti si impegnerebbero a non svolgere un'azione di penetrazione NOSTRO SERVIZIO WASHINGTON — n segretario di Stato americano James Baker sta «cautamente» vagliando un'idea da sottoporre all'Unione Sovietica, riguardante l'assetto dell'Europa orientale. Formulata qualche tempo fa da Henry Kissinger, l'idea 'merita di essere presa in considerazione — ha detto Baker in un'intervista al New York Times — perché costituisce un approccio nuovo: In concreto, si tratta di ottenere da Mosca una minore -presa» sui Paesi dell'Est europeo, in cambio dell'impegno, da parte degli Stati Uniti e dei Paesi della Nato, di non -approfittare- della novità in modo tale da minacciare l'Urss. Non siamo di fronte ad un -piano» ma. appunto, a un'idea che, secondo Baker, oltre tutto, -va perseguita con estrema attenzione, in modo da non inviare segnali che potrebbero essere interpretati come una nostra intenzione di ridisegnare l'Europa dell'Est in ac¬ cordo con i sovietici». Tuttavia è un tema nei confronti del quale Baker non nas -ide il proprio interesse. Presentata da Kissinger a Bush quando era solo il candidato alla Casa Bianca, l'idea è stata poi studiata da Baker con gli esperti europei del Dipartimento di Stato, dal momento in cui l'appena eletto Bush lo ha nominato segretario, al momento in cui è entrato in carica. La proposta di Kissinger sosteneva l'opportunità di raggiungere un accordo con l'Urss in virtù del quale Mosca dovrebbe allentare il suo controllo politico e militare sui Paesi dell'Est europeo in modo che essi possano seguire in reale autonomia la propria strada senza temere l'intervento sovietico e, da parte occidentale, si sarebbe preso un impegno (la cui forma non era ben specificata) a non sfruttare quell'allentamento del controllo per «penetrare» nell'Europa orientale fino a -scalzare» l'Urss. n risultato di quest'accor¬ do sarebbe la possibilità per i Paesi dell'Europa orientale di liberalizzare la loro vita politica ed economica e la possibilità, per la Nato e il Patto di Varsavia, di ridurre le proprie forze senza il rischio di sbilanciare l'equilibrio esistente. Baker, comunque, ha precisato che il fatto di prenderla in considerazione non comporta automaticamente l'adozione di quest'idea. Se infatti essa ha elementi di •forte fascino», anche gli argomenti contrari ne hanno. E' interessante, per esempio, che attualmente, senza nessun accordo specifico, almeno due Paesi Est-europei, l'Ungheria e la Polonia, si stanno muovendo »verso un orientamento più occidentale nei loro sistemi». Eventuale argomento contrario alla proposta Kissinger è dunque che 11 momento attuale è 'sufficientemente propizio» e non sembra richiedere ulteriori spinte che potrebbero persino turbarlo. Ma, allo stesso tempo, Baker dice che se la tendenza attuale alT-apertura» dovesse venire invertita, allora 'diventerebbe molto più appropriato considerare la proposta che Henry ha avanzato». Il trovarsi a parlare della proposta Kissinger ha costituito per Baker anche un'occasione per affrontare la «diceria» che da un po' circola a Washington. Si dice che Kissinger, grazie all'ingresso neU'Amministrazione Bush di due dei suoi collaboratori — Brent Scowcroft, consigliere per la Sicurezza nazionale, e Lawrence Eagleburger come vicesegretario di Stato — ha finito per diventare una sorta di eminenza grigia della politica estera americana. -Se Henry ha dei suggerimenti, come in questo caso dell'Europa orientale, non vedo perché non dovremmo ascoltarli», ha detto Baker. Ma da qui a riconoscergli un'influenza sul Dipartimento di Stato, ne corre. "Le nomine — ha detto — le fa il presidente Bush». e. st.