Kosovo cecchini contro la polizia

Kosovo, cecchini contro la polizia E' salito a ventuno il numero dei morti provocati dagli scontri nelle strade Kosovo, cecchini contro la polizia Tra le vittime due agenti e 19 albanesi - Le autorità accusano i dimostranti: «Sparavano dai balconi e dai tetti» - Da ieri vige il coprifuoco - Nuovi rinforzi militari nella regione NOSTRO SERVIZIO ZAGABRIA — E' salito a 21 il numero delle vittime nel Kosovo. Oltre al comandante e all'agente di polizia uccisi negli scontri tra i manifestanti albanesi e le forze dell'ordine, lunedì hanno perso la vita altre diciotto persone, n dato è stato ufficialmente comunicato dal ministero degli Interni jugoslavo. Tra i manifestanti ci sono 49 feriti, mentre tra le forze dell'ordine cinque sono i feriti gravi e venti poliziotti hanno riportato ferite minori. Sono state arrestate 148 persone. n dramma del Kosovo è continuato ieri a Zura, paesino nelle vicinanze di Prizren, dove un ragazzo diciottenne è stato ucciso e altri tredici manifestanti feriti. In mattinata circa 500 giovani albanesi hanno cominciato a protestare. E' intervenuta la polizia che ha tentato di disperderli. I manifestanti hanno aggredito le forze dell'ordine a sassate, rovesciando e distruggen¬ do le automobili di servizio. Hanno anche tentato di attaccare la locale stazione di polizia. Dalla folla sono partiti alcuni colpi di arma da fuoco. Per autodifesa, dice il comunicato della polizia regionale, hanno sparato a loro volta anche gli agenti. Mentre nelle città più grandi ieri non vi sono stati nuovi incidenti, la protesta degli albanesi è scoppiata in alcune località minori. A Djakovica alcune centinaia di giovani hanno cominciato a manifestare verso le 13. Si sono raggruppati all'uscita dei giardini pubblici dove fino a pochi minuti prima, all'apparenza, stavano tranquillamente sulle panchine. Dopo un'ora di scontri violenti con la polizia i manifestanti si sono dispersi. Le forze dell'ordine sono riuscite a reprimere anche la protesta a Orahovac, a Decani e a Dusanovo, alla periferia di Prizren. Verso le tre del pomeriggio alcune centinaia di persone hanno cominciato a manifestare nei pressi della stazione ferroviaria di Pec. Sono state disperse dai lacrimogeni della polizia. Dopo i drammatici incidenti di lunedi da ieri nel Kosovo vige il coprifuoco di polizia. Dalle venti della sera alle cinque del mattino è vietato circolare nelle strade. Rimangono chiusi a tempo indeterminato tutti i locali pubblici, compresi cinema e teatri. Vengono annullate tutte le grandi manifestazioni sportive. Anche il traffico nella regione dovrà rispettare l'orario di polizia. Potranno viaggiare soltanto i mezzi in possesso del permesso speciale rilasciato dal Segretariato degli Interni. Durante il giorno sono vietati i raduni di ogni genere: nelle strade non possono camminare né raggrupparsi più di tre persone per volta. Anche i numerosi giornalisti presenti nella regione devono rispettare i divieti. Per questo un gruppo di giornalisti slove¬ ni ha richiesto più facilitazioni per poter svolgere il proprio lavoro di massima importanza per il Paese. A Pristina, capitale del Kosovo, sono state chiuse l'Università e le scuole superiori. E' raddoppiata la presenza delle forze dell'ordine. Gli scontri del giorno precedente hanno dimostrato che era in corso una vera guerriglia. Si è sparato nelle strade dai tetti delle case e dai balconi. Sono state usate pistole e fucili. Sono state distrutte numerose automobili, sono andate in frantumi le vetrine dei negozi ed i vetri delle case. I manifestanti hanno sfasciato numerose carrozze ferroviarie, intralciando i binari e bloccando per ore il traffico ferroviario. Hanno anche sparato a due elicotteri dell'esercito che sorvolavano la città. In un comunicato ufficiale del ministero jugoslavo degli Interni si dice che le violente manifestazioni dei nazionalisti albanesi degli ultimi giorni fanno parte di un piano preciso di insurrezione armata, organizzato dettagliatamente nella regione del Kosovo ma anche in altri Paesi dove nelle ultime 24 ore ci sono stati attentati a rappresentanze jugoslave. Per questo nel Kosovo sono stati mandati nuovi rinforzi militari. A Belgrado, nella grande aula del Palazzo dei Congressi, di fronte a 4000 persone, ieri mattina si è svolta la cerimonia ufficiale della proclamazione della nuova Costituzione serba. Ai delegati dell'Assemblea serba, ai numerosi ospiti, tra cui le massime autorità federali, quelle dell'esercito jugoslavo e quelle del corpo diplomatico, si è rivolto il presidente dell'Assemblea della Serbia Borisav Jovic: «Dopo due anni di dura battaglia, sono state riparate tutte le ingiustizie commesse da decenni nei confronti della Serbia- ha detto Jovic. Ingrid Badurina

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