Sul Safari iI mistero di una tragedia
Sul Safari iI mistero di una tragedia RALLY Mentre le Lancia Delta di Recalde e Biasion continuano a dominare in Kenya Sul Safari iI mistero di una tragedia Un pulmino si scontra con una vettura, quattro morti il pesante bilancio • Un giornale di Nairobi sostiene che si tratta di un veicolo di assistenza, ma lo staff della corsa e i team ufficiali smentiscono • Molte auto prese a sassate da indigeni ostili DAL NOSTRO INVIATO NAIROBI — Le mani della Lancia su quel Safari Rally che fino allo scorso anno sembrava come stregato per le vetture italiane. A metà percorso, al termine della quarta tappa che ha condotto a Kabernet le venti vetture superst'.ti delle 57 partite da Nanyuki, l'argentino Jorge Recalde è al comando seguito da Miki Biasion. Il veneto è a 6'26". Un minuto in meno dello svantaggio registrato alla partenza dr-Ua frazione che si è svolta attraverso 547 km di piste secche e difficili. Le due «Delta integrahdel team Lancia-Martini sembrano superare con disinvoltura qualsiasi avversità. In bilancio soltanto qualche sporadica foratura, inevitabile su un percorso cosi accidentato, o il cambio di un parabrezza per Recalde o del vetro dei fari per Biasion, entrambi fatti segno da lanci di pietre, come altri concorrenti (anche Blomqvist e Preston hanno dovuto cambiare il parabrezza), da parte di tribù ostili al passaggio del Safari. E' uno strapotere quello della Lancia che conferma la completa affidabilità di una vettura che sembra aver raggiunto la perfezione. E che si lega a prestazioni esaltanti. Anche se bisogna ancora percorrere la seconda difficile metà del rally, con una durissima ultima tappa nella notte tra oggi e domani, nessuno pare in grado di attac care la Lancia. Il successo sembra ormai dipendere dal braccio di ferro fra Recalde e Biasion. Alle spalle dei due, lo sve¬ dese Bjorn Waldegaard, veterano della prova, unico europeo ad averla vinta tre volte, ha soffiato con la sua Toyota «Supra» il terzo posto a Mike Kirkland. l'inglese di Mombasa, protagonista di una giornata particolarmente movimentata con la Nissan -200 SX-. FYima ha perso 18 minuti per la rottura di un braccio delle sospensioni e successivamente altri 19, sempre per problemi alle sospensioni, messe a durissima prova dall'infernale percorso. Diceva il neozelandese Bourne, alla maniera di Catalano: -Ce ne sono mille di buche, è impossibile evitarle tutte. Non resta che augurarsi di non incappare in gravi danni-. Come quello occorso alla vettura dell'idolo locale Patrick Njiru che con la sua Subaru è finito in un avvallamento. Njiru ha chiesto aiuto a un veicolo dell'assistenza, ma nel traino la corda si è rotta e il navigatore Aslan Khan, pilota delle Kenya Airlines, ha avuto recisa la vena di un polso tanto da dovere essere ricoverato immediatamente in ospedale. Mistero invece sull'incidente che è costato la vita a quattro uomini e che ha coinvolto un pulmino con a bordo 16 persone e una station-wagon Peugeot 504. Un giornale di Nairobi, lo «Standard», ha riportato la notizia che la Peugeot faceva parte di una non specificata assistenza del Safari. L'organizzazione del rally ha smentito categoricamente: tra l'altro, la tragedia si è verificata fra Naivasha e Nyamathi, proprio all'opposto di dove erano concentrati in quel momento i vari mezzi dei team impegnati nella corsa. La notizia non ha trovato conferma neanche nell'altro giornale di Nairobi. Ma quelli dello «Standard» hanno ribadito di essere in possesso delle foto della Peugeot (tre passeggeri morti nel rogo seguito all'incidente) e del pulmino, anch'esso bruciato (un altro morto e diversi feriti, alcuni dei quali molto gravi). Nessun dubbio che l'incidente sia avvenuto, il problema è sapere se la vettura faceva o no parte dello staff della corsa. In ogni caso i team europei e giapponesi hanno confermato che nessun loro veicolo era coinvolto nella sciagura. Rino Cacioppo
Luoghi citati: Kenya, Kenya Airlines, Nairobi
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