Senna ruggisce a Patrese e Berger di Cristiano Chiavegato

Senna ruggisce a Patrese e Berger Il Gran Premio del Brasile inaugura oggi a Rio il Mondiale di Formula 1 ~ ■ ; Senna ruggisce a Patrese e Berger II brasiliano dà la carica alla McLaren conquistando la pole position • Ma Williams e Ferrari (Mansell sesto) promettono una accesa sfida DAL NOSTRO INVIATO RIO DE JANEIRO — Il sogno di Riccardo Patrese è durato 24 ore. Il pilota italiano, che festeggia oggi la sua 177* gara in Formula 1, non parte in pole position nel G.P. del Brasile con la sua WllliamsRenault. Oli ha strappato il primato U solito Ayrton Senna, appena iniziato 11 secondo turno di qualificazione. E nel circuito è echeggiato l'urlo dei tifosi brasiliani, un urlo che ricordava lo stadio del Maracanà. Così si ricomincia da capo: il mondiale ripropone il ritornello dello scorso anno, con il binomio Senna-McLaren nel ruolo di favoriti, n corridore brasiliano e la squadra inglese sono stati per il momento più forti delle polemiche dei giorni scorsi. n favoloso Ayrton ha fatto due giri incredibili: subito in 1,25"570, poi in 1"25"302, media km/h 212,323, limite assoluto della pista. Più veloce di tre anni fa, quando aveva ottenuto, sempre con gomme da qualifica e con un motore turbo da 1200 Cv, l'25"601, un tempo che sembrava inavvicinabile. Ora le vetture sono più leggere (500 kg contro 540), ma soprattutto sono ancora migliorate come tenuta di strada, come aerodinamica, come utilizzazione di motore. Bisogna però dire che 11 campione del mondo è stato facilitato dai guai occorsi proprio a Patrese, fermo con il motore ko dopo 500 metri e poi rientrato in pista quasi alla fine delle prove, ancora con alcuni problemi. Gli uo mini della Williams e della Renault sono stati bravissimi a sostituire il propulsore in 32 minuti, ma non è stato sufficiente. Alla prestazione di Ayrton Senna non ha fatto riscontro un acuto di Alain Prost. Il francese ha continuato a parlare di problemi di assetto, di una vettura che non è come vorrebbe, che denuncia un eccessivo sottosterzo. E Alain ha dovuto accontentarsi del quinto posto, preceduto dal brasiliano, da Patrese, Berger e Boutsen, ma davanti a Mansell. Non si capisce però come in due giorni Senna sia stato capace di sistemare la sua monoposto e perché l'amico-rivale sia ancora alle prese con le difficoltà iniziali. La Ferrari ha compiuto un piccolo passo indietro. Men¬ tre Berger ha mantenuto la terza posizione, Mansell, pur migliorando la propria prestazione, è scivolato di un gradino, scendendo al sesto posto. Non sono stati fortunati i due piloti di Maranello, rallentati da due sfortunati episodi nel momento decisivo: Mansell, mentre era lanciato al massimo, è stato bloccato dalla Eurobrun di Foitek, che aveva rotto il motore, e l'austriaco si è trovato su una scia d'olio lasciata dalla Lola di Alliot. Berger e Mansell avrebbero potuto fare meglio, forse anche lottare per la prima fila. Tuttavia bisogna riconoscere che l'affidabilità delle nuove «640- ideate da John Barnard è ancora lontana. Il cambio a controllo elettronico funziona a singhiozzo e non permette al due piloti di girare con continuità e di mettere a punto la vettura. L'affidabilità della Ferrari è una delle incognite della gara odierna che si presenterebbe sulla carta ancora incerta per tanti motivi. A parte la temperatura ambienta¬ le che renderà tutto difficile, c'è il problema delle gomme che si usurano in fretta e quindi delle soste al box per cambiarle (una, due o tre? Meglio le Goodyear o le Pirelli?). Tuttavia il fatto stesso che ci siano tre scuderie (McLaren, Williams e Ferrari) a stretto contatto è già un fattore d'Incertezza e di lotta aperta. E neppure chi veleggia più indietro appare tagliato fuori a priori dalla vittoria. E' il caso di Ivan Capelli con la March, settimo e primo dei piloti che hanno a disposizione ancora la vettura dello scorso anno. Meno potenza a disposizione, ma anche una maggiore tranquillità sul funzionamento degli organi meccanici. Del lotto degli outsiders fanno parte anche le Benetton di Nannini ed Herbert, la Lotus di Piquet, le Brabham di Brunelle e Modena, seppure con minori possibilità. Fra le novità di Rio è da considerare anche un successo l'inserimento nello schieramento di partenza di due nuovi motori, lo Yamaha otto cilidri che equipaggia la Zakspeed di Schneider e il Lamborghini 12 cilindri progettato da Mauro Forghieri, montato per il momento sul vecchio telaio della Lola di Philippe Alliot. Una gara dunque che non dovrebbe far mancare lo spettacolo. Senza dimenticare che la temperatura elevatissima (ieri sempre intorno ai 38 gradi) metterà a dura prova non solo le vetture ma anche la resistenza fisica dei piloti. A esser sinceri, però, ammaestrati da quanto è successo nel più recente passato, non ci sentiremmo di escludere nuovamente un uno-due della McLaren. Prost punta alla sesta vittoria in questo circuito, Senna alla consacrazione del titolo conquistato lo scorso anno davanti al proprio pubblico che non lo ha mai visto vincitore in casa. Ma crediamo che 11 brasiliano soprattutto punti a mettere la prima pietra sulla scalinata che porta al secondo titolo. Cristiano Chiavegato Rio. Riccardo Patrese al volante della Williains-Renault: il pilota padovano è in prima fila a fianco dello scatenato Senna

Luoghi citati: Brasile, Maranello, Modena, Rio