L'aprile di fuoco di Amato

L'aprile di fuoco di Amato Per spingere i titoli a lungo termine probabile un aumento dei rendimenti L'aprile di fuoco di Amato Il Tesoro alle prese con un deficit di cassa di 17-18 mila miliardi - Il mercato unica fonte di approvvigionamento - Ciampi difende la linea del rigore - Vicini all'apice i tassi tV. Bot a breve MILANO — E adesso? Dopo i risultati della maxiasta dei Bot annunciati nella serata di venerdì tante domande percorrono il mercato finanziario. Ci si chiede se l'onda lunga del rialzo dei tassi ha raggiunto il suo apice oppure la forza degli acquirenti dei titoli di Stato è tale da costringere il Tesoro a nuovi rialzi. E qui la risposta è semplice: difficile prevedere nuovi rialzi sul breve-medio periodo, ma Amato dovrà studiare qualcosa di allettante per spingere il risparmio sui titoli a lungo termine. E ancora ci si domanda se l'emergenza è davvero passata o dobbiamo abituarci a convivere con tante crisi. Infine si attende con timore l'aprile di fuoco di Amato, chiamato a far fronte a un buco di cassa di almeno 1718 mila miliardi (5 mila in più di un anno fa), e ci si interroga se, in questa situazione, si potrà davvero studiare qualcosa di nuovo per il finanziamento dello Stato (magari emissioni a lungo termine indicizzate ai prezzi) oppure si proseguirà con una raffica di Bot, a scadenza sempre più breve. Non sono poche le preoccupazioni per Ciampi ed Amato in questo week end pasquale. Gli strumenti di intervento rischiano di pesare assai poco in una situazione che si gioca sul terreno politico. Al di là delle argomentazioni tecniche (l'aumento di liquidità che si riflette sui tassi interbancari ma non sui rendimenti dei Bot), è ormai chiaro che il braccio di ferro tra il potente popolo dei possessori dei Bot e il ministro del Tesoro ha un vincitore: il creditore, in grado di imporre condizioni più pesanti e sempre più diffidente verso il debitore. Il rischio è che lo Stato si trovi a fare i conti su scadenze sempre più brevi e In condizioni più svantaggiose. A meno che stavolta la manovra passi indenne attraverso il Parlamento senza rivoluzioni per ticket e defiscaliz¬ zazioni. Se andrà cosi l'orizzonte dei tassi potrebbe rasserenarsi. Michele Mennoia, presidente degli operatori bancari e direttore finanziario della Popolare di Milano, è anzi convinto che la corsa al rialzo dei tassi è, per ora, finita. "La Banca d'Italia ha lanciato con l'aumento del tasso di sconto un messaggio forte e grave. Voleva dire al mercato che si è raggiunta una punta e più in là non si sarebbe andati. E il mercato or¬ mai l'ha capito». Tassi all'apice ma per il breve periodo. E' probabile invece che il Tesoro debba pagare un prezzo per invogliare il mercato a comprare titoli a lunga scadenza, scommettendo sulla vittoria contro l'inflazione. Può essere il momento (come ha suggerito il professor Mario Monti) di offrire al mercato titoli a medio termine a tasso fisso nominale e titoli a lungo indicizzati sui prezzi. Ma un successo di questa iniziativa è tutt'altro che garantito. Amato, poi, ad aprile non potrà contare sul conto corrente di Tesoreria (il finanziamento a tasso agevolato dell'1% con la Banca d'Italia) e dovrà far conto sulle emissioni di titoli. Una situazione disagiata da cui i politici vorrebbero uscire con provvedimenti «comodi», ma poco consoni a un Paese che si avvia alla libertà valutaria: porre fine al divorzio tra Tesoro e Bankitalia; chiedere d'autorità il ribasso dei tassi; suggerire a Ciampi di reintrodurre il massimale e di far la voce grossa con le banche. n governatore però sembra voler tenere duro. La libertà ha un prezzo, ovvero il rispetto di certe regole anche per lo Stato. Al più Bankitalia soccorrerà il Tesoro come ha fatto giovedì (sottoscrivendo titoli per 4500 miliardi contro 1699 in scadenza). Ma anche qui finché sarà possibile nel rispetto della difesa della lira e della lotta contro l'inflazione. Ugo Bertone mi Ss 1 wBÌ& ->..--^..;-tk*t^.«w

Persone citate: Ciampi, Mario Monti, Michele Mennoia, Ugo Bertone

Luoghi citati: Milano