II bambino conteso a Napoli «Può restare con i genitori»

II bambino conteso a Napoli «Può restare con i genitori» La sentenza per un caso simile a quello di Serena Cruz II bambino conteso a Napoli «Può restare con i genitori» «Se venisse allontanato dalla famiglia potrebbe subire traumi psichici» NAPOLI — Le ragioni del cuore e quelle della legge: in mezzo c'è Oreste, tre anni, che con Serena Cruz, la bimba filippina «sottratta» al genitori adottivi, condivide soprattutto il bisogno di ima famiglia. Un diritto sancito dai giudici napoletani con una sentenza destinata a far discutere. Il piccolo resterà con il padre, un facoltoso agricoltore che lo ha riconosciuto come figlio «naturale», almeno fino a quando un parallelo procedimento giudiziario non accerterà se l'uomo abbia o no detto la verità. L'ipotesi di un caso di compravendita di neonati, secondo i giudici, non è in pratica sufficiente ad allontanare un bimbo dal contesto familiare in cui è già inserito. Così ha deciso la corte d'appello di Napoli chiudendo il primo capitolo di una storia cominciata nel giugno dell'86, quando Oreste aveva appena sei mesi e il tribunale per i minorenni ne decretò il trasferimento alla Rea] Casa Santa dell'Annunziata, un istituto per l'infanzia abbandonata. Su Angelo Migliaccio, quarantenne latifondista di Orta di Apella, un comune del Casertano, sposato e senza figli, erano caduti i sospetti dei giudici. All'anagrafe l'uomo aveva dichiarato che il bambino era nato da una relazione extraconiugale avuta con una sua dipendente, una bracciante del luogo, ma il tribunale aprì un'istruttoria ritenendo il riconoscimento un escamotage per gabbare la giustizia. Come misura immediata contro il presunto abuso arrivò il provvedimento del giudice delegato, Melita Cavallo: Oreste doveva lasciare i genitori, e subito. In realtà 11 bimbo non ha mai conosciuto il brefotrofio. Il decreto fu impugnato e nel luglio dello stesso anno la vicenda fini per la prima volta davanti ai magistrati d'appello che, in via provvisoria, dettero ragione ai Migliaccio. Una boccata d'ossigeno in attesa di una decisione definitiva sull'affidamento. Ricorsi, petizioni, appelli alla pubblica opinione: la battaglia legale si è conclusa nell'ottobre scorso con una «vittoria degli affetti». La sezione per i minori della corte d'appello presieduta dal giudice Severo Chieffo si è pronunciata accogliendo l'istanza presentata dall'avvocato Gerardo Vitiello, chiamato dai genitori del piccolo a tutelare i loro interessi. Nella sentenza i giudici hanno fatto propri i dubbi sulla veridicità del riconoscimento, ma hanno scelto di lasciare Oreste a chi lo ha allevato, fin quando quei dubbi non saranno definitivamente fugati. 'Interesse del minore — si legge nella motivazione — se vi fosse stata la possibilità di valutarlo prima dell'inserimento o qualche mese dopo, come è avvenuto da parte del tribunale per i minori, era certamente quello di non essere inserito nella famiglia Migliaccio in attesa del giudizio civile». 'Ma attualmente —aggiunge subito il collegio — il bambino ha due anni e dieci mesi e quindi potrebbe subire traumi psichici se fosse allontanato dai suoi affetti familiari: Possibilità non esclusa, tuttavia, allorché «venga dichiarata la falsità del riconoscimento con sentenza passata in giudicato». 'Alla luce di tale considerazione — concludono i giudici—non si ravvisa di negare l'autorizzazione all'inserimento del minore nella famiglia Migliaccio, almeno fino alla definizione del giudizio civile». Una sentenza «esemplare»? I «traumi psichici» risparmiati al bimbo non si trasformebbero in macigni qualora 11 tribunale ordinario stabilisse che Oreste è uno dei tanti bambini comprati e venduti? Oppure questo è l'unico modo per rispettare la legge e contemporaneamente i legami che non sulla legge si fondano? Per l'avvocato Gerardo Vitiello non ci sono dubbi: «/ magistrati hanno privilegiato la vita, il destino, la stabilità psicologica del piccolo affidandolo alla famiglia che lo ha riconosciuto». 'Da Racconigi — afferma il legale — mi hanno chiamato per chiedermi di occuparmi di Serena. La sua è una storia diversa, ma di sicuro la bimba sta subendo oggi una prova terribile che la segnerà per sempre, quel che con tutti i mezzi siamo riusciti ad evitare ad Oreste». Mariella Cirillo

Luoghi citati: Napoli, Racconigi