Hanoi, addio al Grande Fratello di Fernando Mezzetti

Hanoi, addio al Grande Fratello Nella morsa Deng-Gorbaciov, il Vietnam non guarda più a Nord Hanoi, addio al Grande Fratello Stremata da guerre e carestie, la fiera capitale cerca disperatamente contatti con gli Usa e il Sud-Est - «I Paesi comunisti trattano i nostri emigrati come schiavi» - Oggi i più fortunati sono i figli degli yankee: loro, un giorno, andranno in America DAL MOSTRO INVIATO HANOI — «Vuote una mela?», dice la cameriera nel ristorante dell'hotel Tong Nat, l'ex Metropol, già monumento del colonialismo, oggi dell'inefficienza socialista. Non è un'offerta da poco. L'evento del mese è la riapparizione delle mele. Mele cinesi, perché il Vietnam non ne produce. I rapporti non sono ancora normalizzati, ma le mele sono qualcosa di più del segno dell'adeguamento del Vietnam al nuovo clima tra Urss e Cina. In tutta la regione è in atto un movimento che ne ridisegna il profilo politico, essendo mutato il gioco triangolare intemo alle tre capitali socialiste, Mosca-Pechino-Hanoi. Contro il Vietnam, la Cina si era mobilitata con tutta l'Asean; col riawicinamento Monoa-Pechino, è il Vietnam a spingersi verso l'Asean cercando al tempo stesse di normalizzare i rapporti con la Cina. Hanoi teme di restare schiacciata fra Deng e Gorbaciov, ma anche in seno all'Asean serpeggia il timore che sull'area si allunghi l'ombra delle due potenze asiatiche in competizione con gli Usa. Si capiscono quindi gli incontri di Giakarta sulla Cambogia e l'annuncio di Hanoi di voler entrare nell'Associazione dei Paesi del Sud Est asiatico: entità fino a ieri avversata, ma che ha rapporti di amicizia e consultazioni con Washington. Tokyo, Cee. Australia, Nuova Zelanda. Così, pur nel rapporto con Mosca cementato nel '78 col trattato di amicizia e da cui vengono aiuti militari e civili per circa due miliardi di dollari l'anno, la politica estera si diversifica, accompagnata da elementi di frizione coi vecchi alleati. Riferendosi al vertice sino-sovietico, il ministro degli Esteri viet avverte che la soluzione cambogiana non potrà venire da accordi tra superpotenze, ma fra i Paesi della regione e fra le forze in campo. Sull'offerta di Gorbaciov di abbandonare l'Urss Cam Rahm Bay e gli Stati Uniti le basi filippine, egli puntualizza: 'Sono due problemi diversi. Cam Rahm e sotto la nostra sovranità mentre nelle Filippine le basi sono sotto sovranità Usa. Noi abbiamo permesso l'uso di facilitazioni logistiche a Paesi amici che hanno il diritto di smettere di usarle quando vogliono'. Precisazione anti-americana nell'apparenza, rivendicazione di sovranità verso l'Urss nella sostanza. Ciò anche perché l'offerta di Gorbaciov è al tempo stesso un segnale a Pechino di disponibilità a rinunciare a una base, dalla Cina percepita come minaccia alla propria sicurezza. In questo quadro assumono significato elementi che in altre circostanze sarebbero di minor rilevanza: i dubbi sul legame col Cremlino e su un modello ormai allo sbando, le accuse ai Paesi socialisti di sfruttamento degli emigrati vietnamiti. "Siamo diventati consapevoli che non ci sono modelli da seguire, e studiamo tutte le esperienze socialiste e quelle capitalistiche', dichiara Bui Tin, direttore aggiunto del quotidiano del partito, Nhan Dan. "L'Urss afferma di voler riconsiderare il socialismo. La realtà è che essi non l'hanno realizzato. In Urss non c'è democrazia. E' democrazia dall'alto, mentre quella vera viene dal basso-. Non mi dirà che voi la avete raggiunta. -Non ancora. Esperti sovietici mi dicono che stanno studiando le esperienze positive di quella che chiamavano democrazia borghese per fare una vera democrazia. Mi hanno detto che in Urss era lo stesso partito a violare la Costituzione'. Qui non è lo stesso? -Avveniva. Per questo vogliamo edificare un sistema democratico e superare quello borghese'. Vi rendete conto che i Paesi legati all'Urss sono tutti più indietro degli altri? Che le cose vanno un po' meglio a Sud solo perché il socialismo vi è arrivato più tardi? "E'vero. A Sud la situazione è migliore anche perché hanno avuto l'esperienza capitalistica, conoscono meglio i problemi economici. Ed è anche vero che tutti stanno meglio di noi, perfino il Bangladesh, il Butan. Ma noi abbiamo avuto tante guerre, imposteci. Dopo la riunificazione pensavamo alla riedificazione del Paese, ma Usa e Cina hanno cercato la rivincita, e siamo stati ingiustamente puniti, con l'isolamentO'. Sono stati quindi gli altri a legarvi all'Urss? -No, gli eventi. L'Urss ci dava armi contro gli Usa. E' stato un aiuto efficace. Anche la Cina ci aiutava, con munizioni, riso. Poi è cambiata'. Vi siete legati all'Urss più dopo la guerra che durante. •Siamo stati isolati, e l'Urss ci ha aiutato molto. E' stato un rapporto dettato dalle circostanze. Ma siamo pronti a normalizzare le relazioni con gli Usa; sono loro a rifiutarsi. Vorremmo avere rapporti con tutti, abbiamo bisogno di aiuti. Mosca non ha capacità né economica né tecnologica per il nostro sviluppo'. Sostenuti dall'Urss avete inseguito quello che a molti è apparso egemonismo regionale, con l'invasione della Cambogia e il condizionamento del Laos. Avevate anche costituito una commissione per l'Indocina per rafforzare i legami tra voi tre, e che è stata liquidata il mese scorso. -L'intervento in Cambogia fu dettato da ragioni di sicurezza, perché i khmer rossi ci minacciavano, e si risolse nella cacciata del regime genocida di Poi Pot. Un atto umanitario. Non abbiamo mai pensato al dominio dell'Indocina. Davanti all'A- sean e alla Cina siamo stati spinti all'alleanza con Laos e Cambogia. Ma noi abbiamo sempre pensato a essa come un fatto temporaneo. Ora che la situazione internazionale e regionale è mutata la commissione è stata sciolta». Le accuse per il trattamento degli emigrati, apparse sul quotidiano delle forze armate, sono più dirompenti. Duecentomila vietnamiti lavorano in Urss, Germania Est, Cecoslovacchia e Bulgaria sulla base di accordi interstatali che si risolvono in uno sfruttamento ignoto agli emigrati nei Paesi capitalistici. I Paesi ospitanti assicurano vitto e alloggio, ma, scrive il giornale, «ciò che resta a un nostro lavoratore è 17-18 volte di meiio di quel che manda a casa un sud-coreano che lavori in Medio Oriente». Rilevando che il Pakistan rice ve due miliardi dì dollari l'an no in rimesse dai suoi emigrati, l'India sette, la Corea del Sud quasi due, il quoti diano definisce irrisorie al confronto quelle vietnamite. Agghiaccianti le condizioni di lavoro: "Dobbiamo fare ac cordi coi Paesi socialisi affinché i nostri emigrati non siano più mandati a lavora re in posti pericolosi, aree contaminate, grandi profondità nelle miniere, zone dalle severe condizioni climatiche. I nostri uomini non debbono più essere messi a lavorare coi detenuti in un sistema di lavori forzati». 'Mentre un altro quotidiano avvertiva tempo fa che l'Urss non è il paradiso dei lavoratori», acquista legittimità il sogno americano, grazie ai due canali di comunicazione con Washington malgrado la mancanza di rapporti diplomatici: il programma per le partenze ordinate dei vecchi collaboratori, circa 50 mila in vari anni, e gli amerasiatici, cioè 1 bambini nati da vietnamite e soldati Usa. Sono circa diecimila questi ragazzi, per anni vittime di discriminazioni e fonte di imbarazzo se non vergogna per le famiglie: oggi coccolati da parenti e amici, perché hanno la certezza di partire prima o poi, gli Usa li accoglieranno tutti, coi loro familiari. Sarebbe superfluo chiedere al direttore del giornale delle forze armate, generale Tran Cong Man, il significato delle accuse sugli emigrati. Gli chiederemo invece degli effetti della nuova situazione sul campo militare, su un esercito al terzo posto nel mondo, con oltre un milione di uomini, tre anni di leva, quattro in Marina e Aeronautica. *Le difficoltà economiche pesano su tutti. Per questo ci auguriamo coi cambiamenti una riduzione degli effettivi per rilanciare l'economia, anche se i nostri uomini compiono molti lavori civili, tipo centrali idroelettriche, o agricoli per provvedere a parte del fabbisogno alimentare dell'armata, o edili per costruire le caserme. Ma i problemi per la riduzione sono enormi. La disoccupazione è già alta, non sarà facile trovar lavoro agli smobilitati: E i rapporti con l'Urss? "Non siamo nel Patto di Varsavia ma l'Urss ci aiuta molto. Il nostro equipaggiamento moderno è dato dall'Urss. Una larga parte dei nostri ufficiali, specialmente di Marina e Aeronautica, studia in Urss. Ma la nostra strategia è indipendente, in funzione delle nostre esigenze, cioè di un piccolo Paese, mentre loro sono superpotenza». Fernando Mezzetti

Persone citate: Bui Tin, Butan, Gorbaciov, Rahm, Tong