«Walesa e il governo ecco i nemici del Paese»

«Walesa e il governo, ecco i nemici del Paese» All'indomani della tavola rotonda, parla il leader del sindacato ufficiale polacco Alfred Miodowicz «Walesa e il governo, ecco i nemici del Paese» «Siamo rimasti gli unici a difendere i lavoratori» - «Solidarnosc non rappresenta un movimento di classe, noi sì» - «Il regime è incapace di sanare i guasti del passato» - «Non critichiamo il socialismo ma facciamo le pulci alla burocrazia» DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Lo definiscono la bestia nera del regime polacco pur essendo nemico giurato di Lech Walesa. Durante l'estate di Danzica militava fra i ranghi di Solidarnosc, alla testa degli irriducibili anti-jaruzelskìani, poi saltò il fosso ed ora siede nell'ufficio politico del partito comunista, vicino al cuore del sistema. Ex operaio alle acciaierie Nowa Huta di Cracovia, deputato al Sejm, il Parlamento nazionale, dall'84 è il leader indiscusso dell'Opzz, il sindacato ufficiale creato dal nulla per dimostrare come il potere fosse in grado di assumere la difesa dei lavoratori. Sulla carta gli andò bene. 135 federazioni e 4 milioni di iscritti, la metà dei quali con la tessera di partito in tasca, rispetto ai 10 milioni che negli Anni Ottanta firmarono l'adesione all'ex sindacato indipendente. Pipa alla Lama, sempre vestito con la camicia nera, Alfred Miodowicz doveva rappresentare dunque l'alterna¬ tiva filocomunista a Walesa sotto lo slogan «Un sindacato per fabbrica-. O con noi o contro di noi. Tuttavia gli eventi lo hanno brutalmente superato nel clima distensivo della grande riconciliazione nazionale. Uscito con le ossa rotte dal faccia a faccia televisivo contro il premio Nobel, ha digerito male la-tavola rotonda-, del riawicinamento fra governo ed opposizione (•una boiata-) non passa giorno ormai senza che il portavoce governativo Jerzy Urban rovesci accuse pesanti addosso all'Opzz: troppo autonoma, troppo negativista, troppo dirompente. Oggi la sua è una voce nel deserto che stona nel coro di osanna cantato da destra e da sinistra nei confronti della storica intesa panpolacca sul pluralismo sindacale e sul ripristino delle libertà politiche. Adesso, dopo un lungo ombroso silenzio con i giornalisti occidentali. Miodowicz ha accettato di parlare. —La sua posizione mi sembra piuttosto scomoda». •In effetti lo è. Sono il terzo intruso nel dialogo instaurato sopra la mia testa, e la sedia mi sta stretta. Altro che pluralismo, qui ci troviamo di fronte ad un dualismo mascherato. Accetto quindi con scarso entusiasmo l'esistenza del sindacato del collega Walesa perché lui pretende di entrare nel nostro orto e si dimentica di non rappresentare un movimento di classe. Noi invece ci battiamo per la difesa degli int...-essi del Paese-. —Quali sarebbero a suo avviso? •Libertà sul posto di lavoro, indipendenza economica e giustizia sociale-. — Ma si tratta degli stessi concetti elaborati nella piattaforma programmatica di Solidarnosc... •Questo lo affermano loro però le intenzioni di fondo sono diverse. In ogni caso noi non abbiamo paura del confronto, siamo pronti alla lotta-. — Si riferisce forse alla vostra presenza in numerosi comitati di sciopero quando in¬ vece le autorità avevano sollecitato la moratoria delle agitazioni operaie durante i colloqui della tavola rotonda? •Esattamente, ma si tratta di manifestazioni spontanee, giustificate dalla mortificazione dei salari. Vede, sono anni che urlo ai quattro venti: è possibile mai che in Polonia si debba attendere un quarto di secolo per ottenere la casa? Potrei citare mille altri esempi sullo sfascio del nostro tenore di vita-. — Di chi allora la colpa? •Del governo, maledizione. Anzi dei governi. Prendiamo quello precedente, di Messner. Nessun dubbio sulle sue ottime intenzione di operare nella buona direzione, ma ha avuto solo il torto di concepire un aereo che non sarebbe mai decollato nella rarefatta atmosfera polacca. Motori perfetti però dotati di parametri sbagliati, ed ecco l'immancabile catastrofe-. — Come giudica allora l'attuale compagine del primo ministro Rakowski? • Beh, sono cambiati i piloti ma stanno alla guida di un aliante. Certo, per quanto sia difficile riparare i guasti arrecati da decenni di macroscopiche incongruenze, purtroppo quei signori stanno sprecando il capitale di fiducia che la gente vorrebbe affidare a chi sta in alto. Non lo possiedono loro, non ce l'ha Solidarnosc sebbene sbraiti tanto, si salvano soltanto il Papa e la Chiesa-. — Perderete consensi quando i lavoratori potranno scegliere liberamente a quale sindacato aderire? •Abbiamo messo in conto qualche emorragia ma Walesa non si illuda di guadagnare a mani basse. Molti, moltissimi non si iscriveranno da alcuna parte e resteranno a guardare dalla finestra-. — E' vero che puntate ad allearvi con l'ala estremista di Solidarnosc guidata da Alici r/c i Gwiazda? • Non escludo la collaborazione in quanto la base è sovrana Deciderà lei. Se Solidarnosc combattente proclama "fuori i comunisti" non è perché abbiamo in Polonia troppo socialismo. La verità e che non ne abbiamo abbastanza. Noi non lo critichiamo a priori, facciamo le pulci alle vistose carenze del suo sistema burocratico, rigido, cosi poco inventivo, pieno di eterne contraddizioni, che procede a zig-zag. Dico insomma che la competenza dello slalom spetta agli sciatori-. — Eppure la tavola rotonda ha conseguito risultati assai significativi, insperati D'altronde lei stesso ha partecipato alle discussioni.. •Guardi, hanno cucinato una zuppa ma nessuno sa che sapore avrà. Ci hanno costretto a scalare una montagna di ghiaccio mentre la disciplina rischia di finire in soffitta. La popolazione è frustrata, cerca disperatamente risposte precise alle sue aspettative. Avrei preferito che la liberalizzazione politica precedesse quella sindacale. Sarebbe staio meglio per tutti-. Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Cracovia, Danzica, Polonia, Varsavia