E' pronta la difesa della musica italiana

E' pronta la difesa della musica italiana Paoli, Gianco e gli altri paladini del prodotto nostrano da Pasqua su Odeon a «Caffè Italia» E' pronta la difesa della musica italiana Contro la colonizzazione degli Stati Uniti richiesti interventi a favore dei nostri compositori - Intanto ecco dodici puntate ogni domenica dalle 19,30 dedicate al «made in Italy» - Non solo canzoni, ma anche dibattiti, interviste e inchieste MILANO — Interamente dedicato alla nostra musica il programma -Caffé Italia-: 12 puntate, ognuna di un'ora, alle 19,30 su -Odeon-, a partire da Pasqua. Tra i primi ospiti, Gino Paoli, Fabio Concato, Roberto Vecchioni. Il 70% del mercato nazionale è invaso dalla musica americana o comunque anglo-sassone, quel che rimane è occupato da compositori italiani che tengono presenti più le cadenze della lingua inglese che della propria, alle esportazione nemmeno a pensarci: «Una colonizzazione dalla quale sarebbe ora tentassimo di riscattarci-, hanno affermato, ieri, il conduttore Gianni de Berardinis e il regista Fulvio Bramante. Berardinis ha incominciato come disc-jockey, è stato presentatore di spettacoli alla Rai e a Radio Montecarlo, scrive anche canzoni. Bramante, autore di programmi radiofonici per la radio della Svizzera italiana, ha diretto inserti pubblicitari e documentari didattici. Per tre mesi, interviste con interpreti celebri ripresi nelle loro abitazioni e inchieste su altri ancora sconosciuti — sembra che la provincia sia terreno particolarmente fertile, soprattutto in Sardegna, Emilia e Sicilia — si alterneranno a incontri con produttori e voci emergenti, conversazioni con autori di musica per la pubblicità, cronache di avvenimenti e manifestazioni del settore, filmati promozionali sui vari cantanti. Anche l'ambientazione è •nostrana-: un caffé, «il classico caffé italiano dove si scambiano insieme quattro piacevoli chiacchiere-. Carlotta Piras, attrice di cabaret e caratterista, impersona una giunonica barista affascinata da ogni avventore maschio. Ogni domenica, uno o più ospiti in studio: discografici, tecnici, giornalisti, autori, arrangiatori, oltre che, naturalmente, cantanti e cantautori. Se -Caffé Italia» risulterà gradito al pubblico, la prossima edizione, un altr'anno, potrebbe allargarsi alla musica europea. In ogni caso è questa la prospettiva che si prefigge la direzione di «Odeon»; ci sono già accordi con emittenti tedesche e francesi. L'intento è di caratterizzarsi come rete -di gusto europeo e non succube della produzione statunitense-. Con i responsabili della trasmissione, a testimoniare solidarietà, sono intervenuti Gino Paoli (ospite della pun- tata di Pasqua), Ricky Gianco, Ivan Graziani. Paoli ha ricordato le misure a suo tempo prese, per esempio, dalla televisione francese e inglese, dove l'apporto straniero non doveva superare il 35% del totale. In vista del '93, disposizioni simili non avrebbero più senso, ma altre iniziative sarebbero possibili e auspicabili: tra esse, sgravi fiscali a quelle case che producano dischi di nuovi autori italiani (operazione infinitamente più costosa del limitarsi a proporre opere straniere); riorganizzazione del festival di San Remo in maniera di farlo tornare ad essere, come un tempo — basti ricordare le versioni che di alcuni brani offrirono Paul Anka e Neil Sedaka—veicolo promozionale delle nostre canzoni all'estero; finanziamenti pubblici, al pari di quanto si usa per il teatro di prosa, destinati a chi scelga di promuovere musica italiana. Sulla necessità di avvicinare i giovani alla pratica della musica e non solamente all'ascolto di dischi, ha insistito Graziani, che ha in programma pure una settimana di incontri/concerto nelle scuole superiori. Gianco ha infine ricordato che, fino a non molto tempo fa, case discografiche e impresari preferivano comunque i musicisti stranieri agli italiani, indipendentemente dalle capacità e, in merito all'accusa ai testi italiani di essere particolarmente scialbi, ha aggiunto che una grossa ì parte di fortuna di tanti brani in lingua inglese sta nel fatto di risultare incomprensibili. Ornella Rota Gino Paoli