Mosca va in onda la telestrojka di Ugo Buzzolan

Jane e Tarzan in parodia uno sceneggiato musicale L'esperimento parzialmente riuscito del regista Trapani Jane e Tarzan in parodia uno sceneggiato musicale Carmen Russo supersexy in atmosfera ecologico-demenziale Mettiamoci nei panni di chi oggi deve scrivere ed allestire uno spettacolo televisivo «per far ridere». Che fare? Ogni settore, ogni filone, ogni possibile tipo di comicità sembra ormai raschiato a fondo: il tradizionale, il popolare, il cabaret e pseudo-cabaret, l'avanspettacolo e il revival dell'avanspettacolo, il goliardico, lo scanzonato, e non parliamo del demenziale — genere lanciato, se non inventato, dal video — che ha avuto fortuna anche perché è comodo, autorizza qualsiasi battuta, giustifica qualsiasi demenza, e che tuttavia da un pezzo ha raggiunto livelli di saturazione. Rifugiarsi nella satira, magari politica, magari di attacco a personalità ed istituzioni? Anche qui — e speriamo che continui; il contrario significherebbe imbavagliamento, censura ecc. — l'attività è florida: Sanremo dà licenza a Grillo di sparare all'impazzata, Odiens ed Emilio scoccano fra strilli e urla frecce impertinenti, e persino una rubrica d'informazione come Linea Diretta dell'austero Biagi accoglie Beni¬ gni che si scatena e dice tutto quello che gli passa per la testa. In queste condizioni, che fare? In un panorama simile come ritagliarsi uno spazio? E quale spazio? E' un problema che si è posto Enzo Trapani, valoroso veterano di tv (creatore di quel «Non Stop» che ha costituito un'autentica svolta nella comicità italiana) ; e ha tentato di risolverlo con lo Jane, tu Tarzan in onda su Rai uno, show definito sceneggiato musicale. Gli ingredienti sono svariati e appetibili: una parodia del mito di Tarzan con un fitto contorno di allusioni all'ecologia, alla profanazione della foresta vergine, ai biechi speculatori, al turismo invadente, agli alberghi di lusso nella giungla, ai mercenari, agli affaristi impudenti che portano aiuti assurdi al Terzo Mondo (vagonate di scarponi da sci) ; il tutto in un misto — e si torna all'elenco di prima — di rivista, intrattenimento folle, satira, avanspettacolo ecc. e nella dimensione del fumetto sottolineato da intermezzi di cartoons. Procace vedetta è Carmen Russo, di ostentata sensualità (vedi nell'ultima punta¬ ta la lotta nel fango con la rivale), Sebastiano Somma è il bel Tarzan da fotoromanzo, e partecipano in macchiette buffonesche Franchi e Ingrassia mentre Nino Manfredi introduce il feuilleton con l'Abate Farla. E' uno sforzo — discutibile sin che si vuole, ma effettivo — di originalità. Purtroppo la miscela, con una formula che sulla carta appariva sicura, detona di rado e a fatica, inquinata e impacciata com'è da pause eccessive, al limite esasperanti, di canzoni che non c'entrano niente con il contesto e soprattutto di lunghi convenzionali balletti anch'essi estranei all'humour stravagante della storia, e che andrebbero bene, tutt'al più, in un varietà kolossal del sabato sera con sponsor e lotteria. Sono questi gravi inciampi — oltre che, spesso, una recitazione approssimativa, troppo gridata e caricata secondo la moda — ad appesantire e a diluire un bizzarro musical che, proprio per i suoi caratteri di «esperimento», doveva puntare invece sulla concisione, sul ritmo, sulla rapidità aggressiva. Ugo Buzzolan

Persone citate: Biagi, Carmen Russo, Enzo Trapani, Ingrassia, Nino Manfredi, Sebastiano Somma

Luoghi citati: Sanremo