«Che baracca l'auto di Senna»

«Che baracca l'auto di Senna» Fioccano le polemiche mentre il Mondiale di Formula 1 è al via in Brasile «Che baracca l'auto di Senna» Piquet prende in giro il rivale - Aspra reazione della McLaren alle critiche sulla nuova macchina - Berger teme Mansell - Oggi prime prove DAL NOSTRO INVIATO RIO DE JANEIRO — SI dice che un po' di veleno—la cicuta, ad esempio —, se assorbito in dosi minime, faccia bene all'organismo. Se ciò vale anche per lo sport, il mondiale di Formula 1 che si inizia stamane nel circuito di Jacarepaguà, a due passi dalla fascinosa Rio, sarà un campionato eccezionale. La stagione, infatti, prende il via tra i veleni di mille polemiche e discussioni. A parte i discorsi sulla sicurezza e le relative proteste dei piloti, è la McLaren stavolta a essere nella bufera. La scuderìa che lo scorso anno ha dominato il mondiale è stata contestata perché la nuova vettura, la Mp4/5, non è apparsa in prova all'altezza delle attese. E questo sarebbe in fondo normale, n team campione poteva anche attendersi delle critiche. Si è probabilmente esagerato ma non dimentichiamo che la Mclaren aveva abituato tutti alla perfezione assoluta e, dunque, i problemi emersi nei test seno stati una vera sorpresa. Tuttavia stupisce ancora di più la reazione isterica della stessa McLaren e dei suoi uomini, segno evidente che la tensione è fortissima. «Voi non dovete scrivere — ha detto ieri Senna in un faccia a faccia con i giornalisti, in- sieme a Prost e al manager Ron Dennis — che la vettura non va bene. Ammettiamo che non è ancora a punto, che ci sono dei problemi da risolvere. Ma li supereremo*. Ha aggiunto Dennis: «Ci sono state delle speculazioni. Noi siamo sempre gli stessi e non siamo in crisi. La verità è una sola: la vettura è stata progettata per montare un cambio trasversale che non è ancora pronto. Abbiamo dovuto utilizzare quello vecchio, longitudinale, per cui, fra l'altro, le sospensioni posteriori e anteriori non lavorano bene insie¬ me. Anche l'aerodinamica è stata un po' compromessa. Ma vi assicuro che a Imola saremo ok». Una spiegazione valida, che è, nello stesso tempo, un'ammissione delle difficoltà di questi giorni. Tanto è vero che Senna, Prost e compagni sono stati molto cauti nei pronostici, affermando che i due secondi al giro di vantaggio dello scorso anno sono ora un sogno, n francese, saggio come al solito, ha anche specificato che •mei 1988 correvamo uno contro l'altro, adesso abbiamo una motivazione in più per la¬ vorare insieme contro i rivali*. Insomma, la McLaren per il momento resta la squadra da battere, ma non è più cosi sicura di vincere subito e tutto come nella passata stagione. A Nelson Piquet, nemico per la pelle del campione del mondo in carica, non è parso vero di cavalvare la tigre. Ha dichiarato: «O carro do Senna é urna droga*. Cioè, tradotto in italiano, la vettura di Ayrton è una baracca. Poi ha sorrìso, continuando: -No, esagero, ma non va bene. Ha dei problemi di telaio». In ogni caso una battuta che ha gettato benzina sul fuoco, arroventando le polemiche. Situazione apparentemente tranquilla, invece, in Ferrari, dove tutti sembrano essere consci delle possibilità effettive delie vetture di Maranello. -Speriamo che la McLaren — hanno affermato in coro Berger e Mansell — abbia veramente dei guai, altrimenti chi la fermerebbe?*. Al momento Cesare Fiorìo che ieri è stato impegnato in lunghe discussioni prima con i responsabili dei teams 'legalisti', poi con quelli della Foca e con Ecclestone, è sempre molto prudente. Ha spiegato: «E' arrivato John Barnard. Ci siamo trovati d'accordo sulle direzioni da prendere. Non è cambiato molto. La vettura va sostanzial¬ mente bene, resta l'incognita dell'affidabilità. Sono state apportate alcune piccole modifiche dettate dalle prove recenti, ma dobbiamo scendere in pista per verificare se il lavoro svolto ha dato dei frutti. L'ambiente è sereno. Non bisogna dimenticare che debuttiamo con la prima vettura spinta da motore aspirato, dopo anni e anni di turbo. E con un cambio rivoluzionario*. Anche alla Ferrari, però, qualche motivo di tensione non manca. Soprattutto per quanto riguarda i piloti, due personaggi molto diversi, ma accumunati dalla voglia di primeggiare. Gerhard Berger ha confidato che ritiene l'inglese «un osso molto duro*, un compagno di squadra difficile. Da battere ovviamente. E in effetti Nigel Mansell è un tipo che non ama stare dietro, neppure per un giro, ragion per cui la prima giornata di qualificazione, oggi, diventerà un importante test per entrambi, al primo confronto vero, cronometrato ufficialmente, in condizioni di assoluta parità. E' un motivo che rende ancora più pepata l'apertura del quarantesimo mondiale di Formula 1. Un campionato che stamane scoprirà le carte di tutti, piccoli e grandi, su una pista affollatissima di gente ambiziosa Cristiano Chiavegato La nuova McLaren-Honda è al centro delle polemiche a Rio

Luoghi citati: Imola, Maranello, Rio