C'è chi pensa a una fusione di Valeria Sacchi

C'è chi pensa a una fusione C'è chi pensa a una fusione MILANO — n prossimo anno scatterà per il sistema bancario italiano una prova impegnativa, la prima tappa della liberalizzazione. In termini concreti il risparmiatore italiano potrà finalmente aprire un conto corrente all'estero, e i nostri banchieri dovranno quindi misurarsi non soltanto con i compatrioti soggetti alle stesse regole, ma con concorrenti stranieri. Si vedrà allora se è proprio vero che il nostro sistema è scadente e inefficiente, come molti sostengono. In vista di questa prima scadenza, e di altre più impegnative (1993), il mondo del credito vive giorni di frenesia, in parte produttiva, in buona parte fumosa. I fatti reali riguardano l'ingresso del Credito Italiano nel capitale della Banca nazionale dell'agricoltura su invito di Bankitalia, ingresso «soft» che sta subendo una accelerazione forse inattesa per una serie di avvenimenti estemi (morte della signora Gradozzi, carenza di liquidità di Inail e Federconsorzi); riguardano la decisione del Tesoro e di Bankitalia di accettare la proposta per il passaggio di Crediop al San Paolo di Torino, legata alla ricapitalizzazione della Bnl nel quadro di una più stretta alleanza con Ina. Sul fronte privato, l'avvenimento saliente è la prossima fusione tra Banco Ambrosiano e Cattolica del Veneto. A monte va ricordata la prima grande operazione avvenuta nel sistema: la privatizzazione di Mediobanca, secondo uno schema che è già divenuto modello. Un altro gruppo ansioso di crescere nelle banche è l'Imi, il quale aspira al Banco di Roma. Ma qui uno stop all'operazione è venuto da Massimo Pini, che rappresenta il Psi nel consiglio Iri, il quale ha dichiarato che l'istituto non deve scendere nelle Bin sotto il 51%, un'intenzione che del resto l'iri stesso aveva già reso nota (gelando sul nascere ogni interesse di Paribas per Comit). Pini insiste inoltre sulla necessità di integrazioni funzionali tra le tre banche Iri, in vista del solito -polo polifunzionale». Sul polo polifunzionale si è espresso recentemente anche il sottosegretario al Tesoro Maurizio Sacconi, asserendo che esiste già una strategia decisa da Tesoro e Bankitalia nella quale sono previsti cinque mega-poli: San Paolo Torino, Bnl, Monte Paschi di Siena, Comit, Credit e Imi al quale verrebbe affidato un 'ruolo particolarmente significativo nel Mezzogiorno'. La dichiarazione di Sacconi dà quindi per scontato il passaggio a terzi di Bancoroma, che invece incon-j tra altre opposizioni. Alla cessione della maggioranza delle Bin è contrario anr che il ministro delle Partecipazione Statali Carlo Fracanzani il quale, come Pini, caldeggia la superfinanziaria per le banche Iri: una holding «Fin.Bin» da cui dipenderebbero tre istituti, ciascuno caratterizzato da una vocazione predominante: al Bancoroma il Mezzogiorno, al Credito la gestione del risparmio delle famiglie, alla Comit gli affari internazionali. Che possibilità ha questa «Fin.Bin» di prender vita? Dif-, Beile dirlo: per il momento essa appare ancora fatta della materia dei sogni. Nonostante le esortazioni del presidente. dell'Ili Romano Prodi, che già, parecchi mesi or sono aveva invitato i suoi banchieri a studiare sinergie comuni (ma allora non aveva ancora risolto la ricapitalizzazione di Bancoroma), finora non esiste organo ufficiale, commissione o altro che prefiguri almeno l'inizio di una verifica in tale direzione. La febbre «polifunzionale» non è del resto limitata all'Italia. In Francia, il Governo ha appena dato il via libera all'accordo tra il primo gruppo assicurativo (Uap) e la seconda banca del paese, la National, de Paris; in Svizzera si parla di alleanza tra Credit Suisse' (terzo pilastro bancario della Confederazione), Banca Leu (il più antico istituto di credito svizzero) e il potente gruppo assicurativo Zurigo. Da Tokyo arriva la notizia che la maggiore compagnia di assicurazione giapponese, Nippon Life, sta esaminando possibili intese con la prima banca tedesca la Deutsche, e la; francese Crédit de Lyonnaise. , Valeria Sacchi

Persone citate: Carlo Fracanzani, Gradozzi, Massimo Pini, Maurizio Sacconi, Pini, Romano Prodi, Sacconi