Da Varsavia compromesso-scandalo per l'Est
I serbi «svaligiano» la banca di Slovenia I risparmiatori prelevano 7 milioni di dollari I serbi «svaligiano» la banca di Slovenia E ora a Lubiana si parla di referendum per l'autodeterminazione NOSTRO SERVIZIO ZAGABRIA — Sette milioni di dollari sono stati prelevati nelle ultime due settimane dai risparmiatori della Ljubljanska Banka di Belgrado. Il dato, pubblicato in occasione della festa dei dieci anni della banca slovena nella capitale, ha offuscato il successo di uno dei maggiori istituti bancari jugoslavi, il terzo in ordine d'importanza della Repubblica di Slovenia. Il forte prelievo dei risparmiatori di Belgrado sarebbe un'ulteriore torma di protesta dei serbi contro la politica della Slovenia, ed in particolare contro le tesi espresse durante il raduno di Lubiana, organizzato il mese scorso dalla Lega socialista slovena in favore della pace e della coesistenza nel Kosovo. In quell'occasione i massimi dirigenti sloveni avevano esposto la loro visione della situazione nel Kosovo, appoggiando una dichiarazione firmata da un milione di cittadini della Slovenia. La reazione della Serbia era esplosa all'indomani, con il grande raduno di Belgrado in cui, al grido •La Slovenia mente», un milione di manifestanti era sceso in piazza per protestare contro i dirigenti sloveni accusati di appoggiare il nazionalismo e il separati smo albanese. Nei giorni se guenti varie organizzazioni politico-sociali della Serbia, del Montenegro e della Macedonia avevano chiesto scuse ufficiali ai dirigenti sloveni. L'Unione degli scrittori serbi decideva di interrompere ogni contatto con quella degli scrittori sloveni, mentre gli scrittori albanesi rompevano con quelli serbi. La protesta dilagava tra gli abitanti della Serbia che in massa decidevano di boicottare le merci provenienti dalla Slovenia. Nelle ultime settimane infatti nu merosi prodotti sloveni hanno registrato un notevole calo di vendite nei ne gozi di Belgrado e in altre località della Serbia. Durante l'ultima riunione della Lega socialista slove na, il presidente Joze Smole aveva ribadito il pieno ap poggio alla dichiarazione del mese scorso, decidendo che le scuse, caso mai, erano dovute alla Slovenia perché era stata ingiusta mente accusata di sostene re la controrivoluzione e di volere la disgregazione del la Jugoslavia. Lo scrittore Ciril Zlobec, presidente del fronte sloveno, aveva soste nuto la necessità di reagire all'ormai aperto colpo di Stato che stava portando la Jugoslavia verso l'unitarismo con un referendum in cui i cittadini sloveni dovrebbero decidere sul loro diritto aU'autodeterminazione, e ad un'eventuale separazione dal resto del Paese. La tensione crescente tra Serbia e Slovenia è il nocciolo di uno scontro più ampio tra le Repubbliche settentrionali, Slovenia e Croazia, economicamente più sviluppate, e quelle meridionali: Serbia, Montenegro e Macedonia. In quest'ottica va interpretato anche il recente attacco del settimanale NJN di Belgrado, appoggiato dalla televisione di Novi Sad, all'organizzazione Alpe Adria, sospettata di guardare con nostalgia al restauro dell'impero austro-ungarico. Si sa, dice NIN, a chi fanno comodo queste divisioni regionali e contro chi sono rivolte. Agli osservatori della situazione politica jugoslava non è sfuggita la coincidenza che l'attacco dei mass-media di Belgrado al gruppo Alpe Adria è stato sferrato il giorno dopo l'inaugurazione del nuovo governo di Ante Markovic. Ieri, dopo quattro ore di discussione, l'assemblea del Kosovo ha approvato tutti gli emendamenti proposti alla Costituzione della Serbia. Ma la riunione ha dimostrato che tra i delegati albanesi esiste tuttora una grande paura dei cambiamenti e la convinzione che verrà messa in pericolo l'autonomia della regione. A Urosevac alcune migliaia di persone di nazionalità albanese hanno protestato contro la decisione dell'assemblea. Gridando «Diamo la vita ma non diamo il Kosovo» "hanno reagito alla presenza dei mezzi militari. La polizia è intervenuta dividendo i manifestanti in piccoli gruppi. Ingrid Badurìna
Persone citate: Ante Markovic, Ciril Zlobec, Ingrid Badurìna, Joze Smole
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