Amnistia di Vincenzo TessandoriSusanna Marzolla

Amnistia Amnistia Caizzi, procuratore aggiunto della Repubblica a Milano: •Sta di fatto che se non vengono spazzate via le pendenze, la riforma non può decollare-. E gli fa eco l'avvocato Gaetano Pecorella, docente di Istituzione di diritto penale e Procedura penale alla facoltà di Scienze Politiche di Milano: •E'un atto inevitabile. Bisognerà pensarlo, però, con criteri nuovi: più che al- la gravità del reato occorre tener presente la tipologia dei criminali e risulterebbe vano se non si evitasse l'uscita dal carcere di quei soggetti che, certamente, ricominceranno subito a delinquere». Già 25 provvedimenti di amnistia dal 22 giugno 1946, ora questo. E in futuro? Guido Barbaro, presidente della corte d'assise d'appello di Torino, osserva come sarebbe indispensabile da parte del legislatore «urea promessa formale che questa sia davvero l'ultima volta, altrimenti tutto il lavoro fatto andrebbe in fumo». Ma il problema del funzionamento della giustizia è assai vasto e non si ferma al nodo di un'amnistia. Giovanni Palombarini, giudice istruttore di Padova, parla senza mezzi termini della •necessità di arrivare a una depenalizzazione, estendere il numero dei reati perseguibili a que reta: i furti, ad esempio, laddove non sia stata commessa violenza. Insomma, occorre ripensare il diritto penale sostanziale. E poi attuare la riforma delle circoscrizioni, oggi continuano ad esistere tribunali che dovrebbero essere chiusi, mentre altri, sommersi dal lavoro, mancano di personale. Dunque, l'amnistia: una brutta necessità, ma senza il processo non decolla. Qui a Padova, per smaltire l'arretrato, dovrebbero lavorare a tempo pieno due sezioni penali per tre anni». Altrove è peggio. Una preoccupata circolare indirizzata agli uffici della circoscrizione Piemonte e Val d'Aosta sottolinea come occorra evitare «di sprecare tempo, fatica e denaro dello Stato in attività inutili, quale la minuziosa e scrupolosa celebrazione di processi de stinati ineluttabilmente alla prescrizione». Da Napoli la voce di Lucio Di Pietro, sostituto procuratore della Repubblica, arriva sconsolata: «Un provvedi mento di amnistia è una cosa forse utile, ma spiacevole. In fondo si tratta della panacea della giustizia, un modo di adattare le esigenze perché una volta scoppiano le carceri, un'altra c'è l'avvento del nuovo codice penale, un'altra ancora non si sa che cosa: non si tratta più di un provvedimento di carattere eccezionale ma normale». Ma il susseguirsi delle amnistie nasconde numerosi rischi, e Guido Marino, presidente aggiunto onorario della corte suprema di Cassazione dopo esser stato Procuratore della Repubblica a Bologna parla di -solita operazione vergognosa di spurgo dei reati così detti minori: e quando questi vengono cancellati con la ricorrenza assidua che sappiamo, la cosa ha un effetto deleterio sulla coscienza dei cittadini perché non è che l'illecito si possa fermare sulla soglia dei reati maggiori e così è diffìcile trovare una via di ritorno. Gli scandali che emergono e quelli che non emergono sono il frutto di questa mentalità. Si dice che la nuova amnistia verrà este¬ sa anche a reati gravi per assicurare una decongestione imponente: se così fosse, il nuovo codice comincerebbe con una turlupinatura perché il presupposto del successo è l'ammissione di responsabilità da parte degli imputati colpevoli. Nel rito anglosassone, al quale la riforma si ispira, soltanto il 5 per cento dei processi finisce in aula mentre il resto è patteggiato fuori dibattimento. Ma se sullo sfondo continua ad aggirarsi il fantasma di una possibile amnistia, nessuno ammetterà la propria responsabilità». Critica, da Genova, la voce del pretore Adriano Sansa: •Un'amnistia sarebbe una cosa molto inopportuna, se si comincerà con essa si comincerà molto male e si spingerà il nuovo processo verso un parziale fallimento». Vincenzo Tessandori («A Milano archiviate 40.000 inchieste»: servizio di Susanna Marzolla a pag. 11)

Persone citate: Adriano Sansa, Caizzi, Gaetano Pecorella, Giovanni Palombarini, Guido Barbaro, Guido Marino, Lucio Di Pietro