Ottoz è pronto a saltare nuovi ostacoli di Giorgio Barberis

Ottoz è pronto a saltare nuovi ostacoli Non viene dal Palazzo uno dei pretendenti alla poltrona di Nebiolo Ottoz è pronto a saltare nuovi ostacoli ATLETICA dal nostro inviato MILANO — L'uomo davvero nuovo per l'atletica itaUana potrebbe chiamarsi Eddy Ottoz. Sì, proprio l'ex ostacoUsta figUo di una francese (lui stesso è nato Oltralpe, a MandeUeu) e di un valdostano, tuttora primatista itaUano dei 110 (con 13"46, U tempo che gU valse U bronzo aU'Olimpiade di Città del Messico nel 1968), prossimo a compiere 45 anni (U 3 giugno). Infrangendo schemi triti, come già aveva fatto neU'estate scorsa Livio Berruti, Ottoz ha deciso di candidarsi alla presidenza deUa Fidai mettendo suUa bUancia — in assenza di una base precostituita di voti—le sue capacità manageriaU, che emergono fin dal primo approccio insieme aU'abilità di non cadere nel banale né nel polemico laddove sarebbe fin troppo facUe polemizzare con chi rinnega, più o meno apertamente, un passato nel quale i fatti impietosamente coin¬ volgono tutti queUi impossibiUtati a dire: -Io non c'ero». Sfuggendo al convenzionale ed evitando di entrare nel dettagUo («Anche a Cagliari i programmi erano tutti apprezzatili e condivisibili, ma occorre poi verificare la fase realizzativa») Ottoz spiega come fare per operare U cambiamento radicale del quale la Fidai ha bisogno: -Servono idee, strategie, metodi, risorse, controlli per correggere errori di percorso ma soprattutto uomini nuovi che abbiano volontà e forza per cambiare. La nuova atletica si può fare soltanto scrivendo su di una pagina bianca». Al poker di candidati più o meno istituzionali (Adriano Rossi, Giampiero Casciotti, Gianni Gola e Vincenzo Ramilli) si è aggiunto dunque un pretendente senz'altro scomodo che ben conoscendo l'ambiente in cui deve muoversi («Ho risolto i miei dubbi solo mercoledì scorso, quando Berruti mi ha confer¬ mato che non si sarebbe candidato») preferisce per ora non scoprire le proprie carte ('Inutile rischiare di far segare delle teste-). E spiega: 'Poiché i meccanismi federali sono quelli che sono, gradirei discutere più a fondo i dettagli dopo i congressi regionali per lo. nomina dei delegati (che si svolgeranno tra U 31 marzo e U 2 aprile, ndr) in modo da non mettere in difficoltà persone o gruppi-. Ottoz, che attualmente è presidente di società (l'Ina Primavera Torino), premette che «se avessero accettato di candidarsi persone come Berruti, Giorni, Giordani o Gentile, io sarei rimasto volentieri da parte-, poi riassume la sua filosofia dirigenziale: 'L'attuale statuto della Fidai prevede una repubblica presidenziale. A questo punto il futuro presidente, che è importante sia slegato da situazioni precedenti, deve operare cambiamenti a suo svantaggio, che gli tolgano potere. Io mi muovo in questa ottica, anche se mi rendo conto che l'esempio, a partire da quello che viene dal Coni, è di tipo verticistico. Al di là delle parole occorre firmare in bianco una cambiale a un presidente che limiti i propri poteri e sia sinceramente convinto di quello che fa. A questo si può arrivare tirando una bomba oppure nell'ambito dell'attuale statuto. Ed è quello che propongo di fare-. Riassumendo, Ottoz è per l'abolizione deUa possibilità di ricoprire cariche a vita ('Massimo due mandati, cioè otto anni»); la necessita di inventare un meccanismo elettorale che garantisca le minoranze (-Magari con liste, gli accordi non offrono garanzie- ) ; la nomina, all'interno del C.F., di «assessori» per determinati aspetti, in modo da circoscrivere il potere del presidente; l'ampliamento dei limiti di autonoI mia dei comitati regionali. chiari'ndo U discorso economico; la creazione di associazioni autogestite dagU atleti e dai tecnici con possibuità di partecipazione di un loro rappresentante ai lavori del C.F., al quale dovrebbero intervenire anche i presidenti regionali. E ancora propone la certificazione del bilancio; una migliore ripartizione delle risorse finanziarie per accontentare sia il vertice sia la base (-E' come una piramide in cui l'immagine è data dal vertice ma che necessita anche di una base adeguata-); la revisione dei meccanismi antidoping (-che attualmente permettono, volendolo, di colpire solo chi si vuole»); la formulazione di un codice etico che ispiri U comportamento di tecnici, atleti, età; nonché una presenza femminUe aU'interno del C.F. E tutto questo, per uno che non vuole parlare apertamente di programmi, ci pare davvero non sia poco. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Cagliari, Città Del Messico, Milano, Torino