C'è più Italia nel Mondiale

C'è più Italia nel Mondiale A Suzuka, in Giappone, parte domenica la sfida iridata C'è più Italia nel Mondiale Nelle 500 il bolognese Chili (Honda) ha le possibilità di inserirsi al vertice - Con Mamola una Cagiva competitiva - Cadalora-Reggiani nelle 250 e Gianola nelle 125 le altre buone, carte MOTO Coperto dal fragore della Formula 1 che parte a Rio de Janeiro, anche il mondiale di motociclismo, a Pasqua, prende l'avvio. Per U terzo anno è la pista giapponese di Suzuka ad ospitare la prova inaugurale. Una sede appropriata, anche se gli interessati farebbero a meno di una trasferta cosi impegnativa. Ma a fronte di una maggioranza di piloti europei, c'è una presenza predominante di mezzi giapponesi e la corsa di Suzuka è un omaggio a questo impegno. Come si presenta questo mondiale? Sembra più incerto dei precedenti, ma questa è una sensazione tipica di ogni vigilia. E al di là dei motivi generali esistono anche validi argomenti per sperare che il digiuno italiano, dopo la passata stagione, non si ripeta. Cominciamo dalla 500, la classe regina. Vive soprattutto su due attesi confronti: quello tra l'australiano Gardner, ex campione del mondo, e il californiano Lawson che lo ha scalzato dalla vetta nella passata stagione, entrambi in sella alle Honda ufficiali. Per rimpiazzare Lawson sulla Yamaha, Agostini è stato costretto a tentare il tutto per tutto con Spencer, fermo in pratica da due anni. E questo è il grande interrogativo su cui nessuno finora si è sbilanciato, salvo, naturalmente Agostini, convinto che Spencer scenderà in pista ai livelli dell'85, quando nessuno riuscì a contrastarlo nella corsa ai titoli della 250 e della 500. In questa classe la speranza azzurra si chiama Chili. Bolognese, ex campione europeo, belloccio e simpaticamente spavaldo come il suo concittadino sciatore Tomba. E' l'unico dei piloti ufficiali della Honda, tutti equipaggiati con le Michelin, a correre con le Pirelli. Finora ciò lo ha favorito. Chili nella passata stagione, affrontata con troppa disinvoltura, è stato spesso opaco. La lezione gli è servita e in questi ultimi mesi si è preparato con molto scrupolo. I colori ita¬ liani saranno difesi, seppure solo per l'aspetto tecnico, anche da Randy Mamola, unico pilota della Cagiva. La moto varesina è stata perfezionata e dalla quarta corsa della stagione, in Spagna, il californiano disporrà di un impianto di alimentazione ad iniezione molto avanzato: lecito aspettarsi il risultato. Nella 250 il confronto tra la Honda e la Yamaha ha toni altrettanto marcati, ma con un ruolo dei piloti italiani più incisivo. Lo scorso anno i duellanti erano soprattutto spagnoli: Pons con la Honda, diventato campione, e Garriga con la Yamaha. Sulla carta il loro ruolo può essere rilevato, almeno c'è da sperarlo, da Luga Cadalora e Loris Reggiani, etemi ed acerrimi rivali. Cadalora, confermato nella squadra di Agostini per il terzo anno, non ha i dubbi della passata stagione sulla resa della sua Yamaha in partenza. Loris Reggiani, dopo varie stagioni con la Aprilia, ha ottenuto quest'anno una Honda ufficiale di cui si è dichiarato entusiasta. Anche qui uno straniero, il belga De Radigues, porta In pista la tecnica italiana, guidando quella Aprilia che con Reggiani ha impensierito più di una volta Honda e Yamaha. Nella 125 si ripropone l'alternativa italiana al dominio spagnolo dell'88. Martinez, campione del mondo con la Derby, avrà in Ezio Gianola, su Honda, l'insidia più prevedibile. Gianola, ancora una volta, cercherà di non essere solo secondo. La Honda, impegnata come è noto su vari fronti, pare abbia trovato il tempo e gli uomini per allestire almeno il motore di cui ha bisogno il suo pilota per contrastare Martinez e la Derby. Per il telaio si è provveduto in Italia. Ma le nostre possibilità sono anche legate a tre abbinamenti tutti italiani: quello tra Gresini, campione del mondo nel 1987, e l'Aprilia, quello tra Brigaglia e la Garelli, quello tra Catalano e la Gazzaniga. Federico Urban

Luoghi citati: Giappone, Italia, Rio De Janeiro, Spagna, Suzuka