Via alla Nazionale dei motori di Cristiano Chiavegato

Via alla Nazionale dei motori Formula 1 a Rio e rally a Nairobi mentre a Monza scende in pista l'Alfa Via alla Nazionale dei motori Vetture e piloti italiani impegnati in tutto il mondo - Domani le prequalifiche del G. P. del Brasile, oggi in Kenya di scena la Lancia . _i r» * r»/~>r ax USi B.'^Bj! Nella Nazionale dei motori anche Patrese1 Modena in cerca di gloria dal nostro inviato RIO DE JANEIRO — Domattina, fra le 8 e le 9, farà caldo nel circuito di Jacarepaguà e non solo per la temperatura. Scenderanno in pista i piloti «condannati» alle prequalificazioni. Un'ora di suspense per designare le quattro vetture che poi parteciparanno alle prove per lo schieramento del O. P. del Brasile, prima gara del mondiale di Formula 1. I piloti e le squac'e odiano le prequalificazioni. In 60 minuti ci si deve giocare tutto, non solo la partecipazione alla corsa, ma anche la credibilità e i contratti con gli sponsor. Una situazione provocata dall'elevato numero di iscritti. Il regolamento prevede che non più di 30 vetture possano essere presenti nel circuito nelle prove e 26 in gara. Qui a Rio le monoposto sono 38 (erano 40, ma si è ritirata la First lasciando a piedi Tarquini, mentre l'Ags dopo il grave incidente di Streiff ne avrà una sola), ragion per cui, essendo 26 quelle qualificate d'ufficio, 12 dovranno cercare i 4 posti a disposizione. Salvo che l'Ags non decida di rischiare con il giovane Winkelhock, in marnerà da tenere valida una vettura già qualificata per il pilota che sostituirà Streiff per il resto della stagione (si fanno i nomi di Schlesser e Tarquini). In questo caso i pretendenti saranno tredici. Una roulette russa, complicata dalla scelta dei pneumatici: ogni concorrente avrà a disposizione due set. Prenderli tutti otto teneri da qualifica per avere maggiori chances velocistiche oppure optale anche per quat tro gomme dure da gara, in maniera da poter compiere un maggior numero di giri? Quasi tutti puntano sulla seconda soluzione. Appaiono favorite le Brabham di Modena e Bruntile (per i risultati ottenuti sinora dalle vetture inglesi e la bravura dei due piloti) e la Dallara di Alex Caffi. Gli altri, cioè Raphanel, Foitek, Johansson, Oachot, Larini, Ghinzani, Weidler, Schneider e Suzuki sì batteranno per l'unico buco libero. L'atmosfera incandescente non sembra toccare, in apparenza, Stefano Modena il quale, sorprendendo tutti, con la Brabham aveva ottenuto 115° tempo assoluto nelle recenti prove di Rio. n giovane emiliano ha il sangue freddo e la calma olimpica dei campioni veri. Dice: «Farò il massimo, ma in un'ora sì può anche essere sfortunati. E' un regolamento-capestro che purtroppo dobbiamo accettare. E quando sarò a posto con la coscienza, non avrò altri rimpianti. Penserò alla prossima volta». Un discorso logico che presenta un Modena nuovo. I capelli tagliati più corti, una disponibilità che sorprende dopo le ritrosie dello scorso anno. Ma c'è una spiegazione: •Nel 1988 ero nuovo e l'unica cosa che mi interessava era correre. Non mi importava nulla dei giornalisti, delle loro esigenze. Ora credo di avere capito. Siamo sulla stessa barca e dobbiamo remare insieme, l'immagine di un pilota è importante quasi quanto il talento: Modena, 25 anni, di San Prospero, paesino vicino a Maranello, è approdato alla Brabham, squadra nobile decaduta ed ora rilanciata. La situazione del team inglese non è chiara: proprio in questi giorni lo svizzero Walter Brun ha lasciato la società che dovrebbe essere nelle mani di banchieri elvetici. Ma si parla di un intervento di Bernie Ecclestone, ex proprietario. Da chi prende lo stipendio? 'Non ricevo una lira—risponde Modena —, ho anche dovuto lasciare i miei sponsor e la tuta libera per la squadra. Mi va bene così: la nuova Brabham è una bella scuderia, ci lavorano almeno 70 persone e Sergio Rinland ha disegnato una buona vettura. Mi basta questo. Non sono qui per partecipare, voglio vincere». Le idee sono chiare. Modena ha fatto un investimento su se stesso e punta ai vertici. Cristiano Chiavegato