Adesso le Bna vanno all'asta

Adesso le Bna vanno all'asta L'Inail decide di cedere la quota nella banca - Bocchi e Federconsorzi vicini all'uscita Adesso le Bna vanno all'asta Intanto, alla vigilia del consiglio Credit, Auletta lancia messaggi concilianti - Irti, presidente dell'azienda Iri, preannuncia un disegno complessivo dei rapporti con l'istituto romano MILANO — C'è aria di disgelo tra Giovanni Auletta Armenise, patron della Banca nazionale dell'agricoltura, e Lucio Rondelli, amministratore delegato del Credito Italiano. Il conte Auletta ha risposto con un'apparente disponibilità alle offerte di collaborazione avanzate l'altro ieri dall'ingombrante azionista della prima banca privata italiana. «Starno sempre stati interessati alle sinergie — ha detto ieri—coni gruppi bancari siamo interessati a collaborare». Le sue posizioni sono molto diverse da quelle di Rondelli? -Non sono mai stale lontane», ha replicato. Sembra, dunque, che le avances dei vertici del Credit, accompagnate da un insistente rastrellamento dei titoli Bna e Bonifiche Siele, abbiano prodotto qualche effetto. Proprio oggi il consiglio di amministrazione della banca Iri farà il punto sull'operazione Bna e, in particolare, sulle ipotesi di collaborazione con l'attuale gruppo di controllo. "Sarà preso in esame un disegno cornplessivo dei nostri rapporti con la Bna — ha detto Natalino Irti, presidente del Credit — la curiosità dei giornalisti sarà soddisfatta». Dopo i recenti arrotondamenti il Credito Italiano dispone ufficialmente di quasi 1*8% del capitale Bna e di circa il 20% di quello della Siele, la finanziaria della famiglia Auletta nel cui portafoglio si trova il 42% della banca. Ma la convinzione, abbastanza diffusa negli ambienti bancari milanesi, è che Rondelli possa contare già oggi su altri pacchetti di titoli. Ieri in Piazza Affari è continuato l'interessamento sui titoli dell'Agricoltura, che ha gua- dagnato oltre il ìli con l'ordinaria, e Siele (+3,77r). Proprio l'aggressività del Credit devono aver convinto Auletta Armenise ad accettare il confronto, specie in vista dell'attuazione del piano di ricapitalizzazione della Bna e di probabili nuovi mutamenti dell'assetto azionario. A questo proposito è da segnalare che ieri l'Inail ha deciso di mettere all'asta la sua partecipazione nell'istituto di Auletta pari aU'l,24%i delle azioni ordinarie e all'1,25% di quelle privilegiate. La vendita delle azioni avverrà mediante un'asta pubblica, affidata al Comitato degli agenti di cambio della Borsa di Roma, che inizierà il 30 marzo per proseguire nei giorni successivi se i titoli non fossero aggiudicati subito. Ogni azione ordinaria sarà messa all'asta al prezzo unitario di 14.227,50 lire (ieri in Borsa ha chiuso a 14.600 lire) e ciascun titolo privilegiato al prezzo di 5000 lire ( contro 5485 di ieri al listino). Se le azioni saranno cedute al primo giorno d'asta l'Inail incasserà circa 24 mi liardi. Non è escluso che prò prio il Credit o lo stesso Armenise possano decidere di rilevare le azioni. H presiden te dell'Inail, Alberto Tommasini, ha precisato che "il ricavato della vendita delle no sire azioni Bna verrà finaliz zato ad ulteriori investimen ti, probabilmente al rafforzamento delle nostre quote nella Bnl e nell'Imi». E così la partita per la Bna si le ga ad un'altra sistemazione della mappa del credito. L'Inail probabilmente non resterà l'unico azionista ad uscire dall'Agricoltura. An che la Federconsorzi potreb be decidere, come suggerito dal ministro dell'Agricoltura, Mannino, di cedere la sua partecipazione mentre si at tende un pronunciamento esplicito da parte degli eredi di Ida Oradozzl, titolari di circa il 9%. In Borsa, infine, si sostiene che il costruttore romano Renato Bocchi avrebbe deciso di vendere la sua quota, pari al 2%, al Credito Italiano. r. g. La mappa della battaglia in BNA Bonifiche Siele 42% —Piccoli azionisti Inail 1,2% Bocchi 2% -Siia 2,9% Federconsorzi 13% Credito Italiano 8% Gradozzi 9%

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