Emergenza nel cuore della città dopo il crollo della Torre Civica Pavia «chiude» per un anno

Pavia «chiude» per un anno Emergenza nel cuore della città dopo il crollo della Torre Civica Pavia «chiude» per un anno Anche il Duomo inaccessibile per dodici mesi - La Sovrintendenza: «Ci serviranno molti miliardi per risanare il sottosuolo» - E qualcuno propone: «Possibile ricostruire il monumento» DAL NOSTRO INVIATO PAVIA—La parrocchia del paese è troppo piccola: non ci stanno tutti i duemila di San Genesio. tutti non potrebbero entrare. E cosi monsignor Giovanni Volta, il vescovo di Pavia, autorizza il funerale in piazza, un funerale all'aperto sotto il sole di marzo, per Adriana e Barbara uccise dalla Torre Civica e da chi l'ha lasciata crollare. Un paese in corteo silenzioso. Il vescovo che cerca parole di conforto: «Per chi ha fede la morie non è un muro, è una porla-. Il paese incredulo che piange e segue le due ragazze fino al camposanto. I funerali sono finiti. Sepolte Adriana e Barbara così come lunedi eran stati sepolti l'edicolante Giuseppina Comaschi e il ristoratore Giulio Fontana. In piazza Duomo, della Torre Civica, resta un moncone alto tre metri, subito messo sotto sequestro dal procuratore Antonio Marcucci. In cima al moncone un orsetto di pelouche. quasi alla base una carrozzina e una bandiera del Milan. Attorno qualcuno tenta di dimenticare: un'impiegata spolvera le bacheche dell'agenzia viaggi Eurorama. che propone un pellegrinaggio a Lourdes per il weekend di Pasqua. In Piazza Duomo il traffico non può essere normale. Però arrivano padri e figli per vedere, arrivano le auto blu delle autorità per constatare: l'emergenza, nel senso di fine della ricerca dei dispersi, degli scavi, del trasporto macerie, è finita; l'altra emergenza, quella che farà parlare Pavia, e farà parlar di Pavia, por chissà quanti anni, e appena iniziata. E' un'emergenza che Pavia conosce per la prima volta, ma non e nuova. Si è scoperto, con il crollo della Torre, che ai millenari monumenti nessuno pensa, provvede, se ne cura. E adesso, passate l'emozione, la tensione, la paura e la commozione, arriva il tempo delle richieste, delle commis¬ sioni d'inchiesta, delle riunioni, dei vertici e dell'invocazione allo -stato di calamità». Le vecchie mura di Pavia sono coperte da manifesti di partito. La «Lega Lombarda», che alle amministrative di maggio ha conquistato due seggi, li ha ricoperti quasi tutti e -denuncia l'accaduto come non unica conseguenza dell'incuria dello Stato romano che lascia nel più pericoloso abbandono i monumenti di Pavia e della regione Lombardia». Vertice anche ieri mattina, prima dei funerali di Adriana e Barbara. E vertice ieri pomeriggio dopo i funerali. C'erano il prefetto, il sindaco, Francesco Sisinni direttore generale del ministero dei beni Culturali, Lionello Co¬ stanza Fattori sovrintendente ai beni culturali della Lombardia. Alla fine dichiarazioni d'intenti, secondo le quali Pavia diventerà città laboratorio, dove ministero, sovrintendenza e governo investiranno miliardi per verificare lo stato del sottosuolo, le condizioni di salute delle altre torri e della città tutta. n Duomo di Pavia, già danneggiato dal nubifragio di fine agosto, resterà chiuso almeno per un anno. Anche il centro storico, sempre per un anno, subirà le conseguenze della Torre che è crollata. Le conseguenze più che le cause, che ancora queste si ignorano. E le conseguenze sono i cingolati che hanno devastato le stradine del centro, i camion carichi di detriti da quelle parti passano ogni giorno i 18 mila iscritti. Da martedì, in quei pressi, il divieto di passeggio è assoluto. L'emergenza, per chi amministra Pavia, dovrà continuare. Nella piccola città la grande Torre ha provocato danni incalcolabili. Ieri sindaco e prefetto, accompagnati da Mauro Danesino presidente del consiglio di quartiere «centro» e dai negozianti di Piazza Duomo, sono andati alla ricerca di locali per chi ha perso il negozio. E' comprensìbile, è anche giusto, che il bottegaio che ha perso bottega chieda i danni. 'Cercheremo di dare al più presto risposte chiare e concrete ai nostri commercianti che hanno perso il loro negozio", dichiara Danesino. Pavia, da ieri sera, a funerali conclusi, sembra prigioniera della sua secolare età e delle sue contraddizioni. Difficile che la giunta (pci-dcpsdi-verdi) venga messa sotto accusa dai socialisti che erano al governo fino a maggio. Se responsabilità politiche esistono potrebbero coinvolgere anche la precedente amministrazione. Così la Pavia della politica è più prudente del suo sindaco de, che a «Radio City Pavia» dichiara: «Affido il mio mandato al velo della Madonna del Carmine, affinché mi prolegga e ci protegga". Ma Pavia sembra non voler rinunciare alla sua Torre. Il quotidiano La Provincia pavese, ricevute molte lettere, ha lanciato l'idea: ricostruiamo la Torre. Al momento la proposta non ha padri, ma potrebbe aver padrini e sponsor: il costo è sui 60 miliardi. Arriverà anche a Roma, martedì prossimo, questa proposta: quando a Palazzo Chigi il sindaco chiederà soldi per l'emergenza. Vuol sapere, Pavia, se il governo sarà ben disposto. Oppure, come dice un proverbio di qui, -un pisa gugg o un cu verd" (essere spilorcio fino all'avarizia). Giovanni Cerniti che hanno schiacciato i clot oli delle viuzze, il sindaco de Sandro Bruni che inopinatamente, ignorando una delibera del predecessore, ha convogliato i mezzi di soccorso proprio dove non doveva. Il centro città è davvero sconvolto. Tra Comune e prefettura si disegnano le nuove mappe d'accesso. Era quasi del tutto già chiuso alle auto, ora lo sarà completamente. Nessun problema per i pedoni: basta aggirare le transenne, che poi sono striscioline di plastica biancorossa. L'unico e vero problema è la torre Belcredi. -Ho visto dei mattoni cadere...'. Questa segnalazione, domenica sera, ha aumentato un panico che già c'era. La Torre sta accanto all'Università, e