Camalli al lavoro solo per liberare i containers

Camalli al lavoro solo per liberare i containers Da oggi pomeriggio, a Genova: appena smaltiti gli arretrati riprenderà l'agitazione Camalli al lavoro solo per liberare i containers Finora (escluso l'indotto) un danno di 40 miliardi - Numerosi utenti si sono rivolti alla magistratura per chiedere di essere risarciti Ufficializzata la rottura fra Cgil-Uil (chiedono l'apertura di una trattativa locale) e la Cisl (che difende l'accordo romano) GENOVA — Nel porto di Genova, a partire da oggi pomeriggio, i portuali riprenderanno il lavoro, in via eccezionale, per movimentare i 4700 containers fermi da giorni nei piazzali (alcuni utenti si sono già rivolti alla magistratura chiedendo il risarcimento dei danni subiti in seguito allo sciopero che da due mesi paralizza lo scalo). L'accordo è stato raggiunto ieri sera tra il Consorzio Autonomo del Porto, la Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie e i sindacalisti dei trasporti di Cgil e Uil al termine di una giornata di trattativa. Ma una volta movimentati tutti i containers giacenti, i «camalli» genovesi riprenderanno l'agitazione contro i decreti Prandini. Il porto di Genova, dunque, è destinato a rimanere inattivo ancora per molto tempo. La Culmv, infatti, ri¬ fiuta ogni discussione sui decreti se il Cap non si rassegnerà a sospenderne l'efficacia, e minaccia di continuare l'agitazione ad oltranza finché non sarà aperto un tavolo separato di trattativa. Rabbia, impotenza e proteste stanno intanto rendendo incandescente il clima nel mondo dell'utenza portuale genovese, n Cap e le sue società operative da giorni sono subissati di contestazioni e di richieste di risarcimento e la magistratura s'è già messa in moto sollecitata dalle denunce. Da gennaio ad oggi, secondo i dati forniti dal Cap, nel porto di Genova s'è lavorato soltanto per un turno al giorno. Le ore di sciopero sono state in due mesi circa 1200. E' impossibile invece calcolare il numero di navi che hanno scelto di non entrare nel porto di Genova o che hanno cancellato il capoluogo ligure dai loro percorsi. Se nel primo periodo della vertenza il Cap ha tenuto conto di arrivi e partenze annullate a causa dello sciopero (54 navi complessivamente), in seguito la tabella portuale è completamente saltata e oggi nessuno può dire a quante e quali portacontainers, per esempio, Genova ha dovuto rinunciare a favore di Marsiglia o di Barcellona, n settore che ha maggiormente risentito degli effetti della vertenza è quello dei containers, il più ricco e, per il porto di Genova, maggiormente foriero di prospettive di sviluppo. I terminal, quello nuovissimo, computerizzato di Calata Sanità, i moli Ronco, Libia e ponte Canepa sono ormai silenziose cattedrali nel deserto. I circa 5000 contenitori che sono stati sbarcati a singhiozzo giacciono abbando¬ nati nei piazzali dei terminal. Una valutazione approssimativa e limitata al solo volume di affari portuale, escluso quindi l'indotto, indica una perdita di oltre 40 miliardi di lire. Gli utenti lamentano gravissimi danni economici: qualcuno, come gli agenti italiani della «Cosco», la grande compagnia di navigazione cinese che garantiva allo scalo genovese 200 mila tonnellate di merce e 30 mila containers all'anno, ha deciso di rivolgersi altrove scegliendo come porto di appoggio Livorno. Nello scontro tra il ministro Prandini e i portuali genovesi rischiano ora di rimanere schiacciati alcuni lavoratori dell'indotto. La ditta di spedizioni «Spediporto Spa» ha chiesto nei giorni scorsi all'Associazione Spedizionieri del Porto di Genova l'apertura immediata del¬ le procedure di licenziamento per 14 dipendenti «a causa della situazione del porto di Genova che si protrae ormai da circa tre mesi e della conseguente notevolissima riduzione del carico di lavoro'. L'iniziativa è stata subito contestata dalla Fit-Cgil che ha proclamato per questa sera alle 18, davanti a palazzo Tursi, sede del Comune, una manifestazione di protesta. La spaccatura tra Cgil, Cisl e Uil è stata infine ufficializzata ieri a livello locale dall'esecutivo territoriale della Cisl di Genova che ha espresso una valutazione positiva sull'accordo raggiunto a Roma tra le segreterie confederali e il ministro. Tra Cgil e Uil, che chiedono l'apertura di un tavolo genovese di trattativa da una parte, e la Cisl dall'altra il dialogo è quindi sospeso. Daniela Grondona

Persone citate: Canepa, Cosco, Daniela Grondona, Prandini, Rabbia, Ronco