Valtellina: il ministro Gaspari indiziato d'inondazione colposa di Francesco Cevasco

Valtellina: il ministro Gaspari indiziato d'inondazione colposa Interrogato a Milano dai giudici dell'ufficio «reati ministeriali» Valtellina: il ministro Gaspari indiziato d'inondazione colposa Su denuncia di un consigliere regionale verde: «i lavori di ricostruzione non danno garanzie di sicurezza» MILANO — Quattro ore di interrogatorio attorno a un'ipotesi di reato: "peculato» e, alla fine, la notifica di un'informazione di garanzia per un'altra ipotesi di reato: • inondazione colposa». Si è conclusa cosi la giornata milanese del ministro per il Mezzogiorno Remo Gaspari. Le due -ipotesi» su cui lavora il sostituto procuratore Antonio di Pietro (uno dei magistrati distaccati all'-ufficio reati ministeriali» dopo l'abolizione della Commissione inquirente) si riferiscono a due vicende ben distinte. Il peculato riguarderebbe lo scandalo dell'Oltrepò pavese: sarebbero stati concessi finanziamenti «eccessivi» per la ricostruzione di un centinaio di chiese. L'inondazione colposa farebbe riferimento alla ricostruzione della Valtellina: dopo il disastro sarebbero state costruite opere pubbliche senza i necessari requisiti di sicurezza. Oaspari sarebbe coinvolto come ex ministro per la Protezione civile (carica che ricopriva al momento dei fatti contestati). L'informazione di garanzia notificata dai magistrati è un -atto dovuto»: due settimane fa alla procura di Milano è arrivata una denuncia del consigliere regionale verde Nick Albanese. In sostanza l'accusa di Albanese è questa: dopo le alluvioni e le frane che provocarono 53 morti e la distruzione dell'Alta Valtellina, alcuni lavori di ricostruzione non danno garanzie di sicurezza, altri interventi pubblici sono inutili o realizzati al posto sbagliato. Di fronte alla denuncia il magistrato ha ritenuto doveroso dare il via agli accertamenti e informare il ministro Gaspari che potrebbe essere necessario indagare anche sull'operato del dicastero di cui era titolare al momento del disastro. Nessuna contestazione, quindi e nemmeno una parola, ieri, tra magistrato e ministro sulla vicenda Valtellina. Quattro ore di dialogo serrato, invece, sullo scandalo dell'Oltrepò. A Gaspari è stato chiesto conto del suo interessamento per i finanziamenti concessi (anche se poi non sono materialmente mai arrivati) a 106 parroci lombardi. Due miliardi per la ricostruzione e il restauro delle chiese danneggiate da alluvioni. Nell'elenco ci sarebbero anche edi- Sci religiosi di zone mai toccate da calamità naturali. Prima di Gaspari erano finiti sotto inchiesta il senatore de Giovanni Azzaretti che si era dato un gran daffare per aiutare i parroci e due funzionari dell'istituto speciale dell'Oltrepò presieduto proprio da Azzaretti. Poi era stato coinvolto Gaspari. Tra gli elementi sospetti una lettera del ministro inviata il 30 marzo 1988 ad Azzaretti: «Caro Giovanni, ho mantenuto l'impegno come puoi vedere dall'ordinanza allegata». La magistratura milanese sta indagando sull'ipotesi che Gaspari abbia concesso più soldi di quanti servissero davvero e allargato un po' troppo la zona che aveva subito «frane e smottamenti idrogeologici». Massima riservatezza sull'interrogatorio di ieri, cui ha assistito il legale di Gaspari Salvatore Catalano, e poche parole del ministro alla fine: «Mi sono presentato spontaneamente ai magistrati per offrire loro ogni elemento utile in mio possesso. Per quanto mi riguarda ritengo di aver documentato tutto con precisione». Francesco Cevasco

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