Segnali di fumo Israele-Olp
Segnali di fumo Israele-Olp A Tunisi secondo incontro tra Stati Uniti e palestinesi Segnali di fumo Israele-Olp A Gerusalemme aumentano le voci a favore di un dialogo con esponenti anche vicini ad Arafat • In un secondo tempo il negoziato diretto - «Nei territori occupati vengano le truppe americane» GERUSALEMME — Si allarga in Israele il dibattito su eventuali trattative di pace con i palestinesi. Da più parti è stato annunciato ieri U sostegno di esponenti politici, sia di destra che di sinistra, all'elezione nel territori occupati di rappresentanti con i quali aprire il dialogo. Secondo la stampa, tale proposta rientrerebbe in un piano di pace appoggiato dall'amministrazione Bush. n quotidiano Haaretz scrive che l'Olp dovrebbe accedere al negoziato soltanto in un secondo tempo, quando si cercherà di giungere a un accordo definitivo. La notizia è stata confermata da Yossy Sarid, esponente del movimento per i diritti dei cittadini, secondo il quale l'Olp ha accettato di tenere il negoziato in due fasi, come promesso da Washington. Uno stretto collaboratore del primo ministro Shamir ha lasciato intendere che il premier proporrà le elezioni in Cisgiordanla e nella striscia di Qaza quando si recherà a Washington, in aprile. Anche il ministro per la protezione ambientale Ronnie Milo, esponente del blocco conservatore del Likud, ha suggerito che il governo accetti il dialogo con i rappresentanti dei palestinesi eletti tramite la consultazio¬ ne, anche nel caso che questi siano vicini all'Olp. L'Olp tuttavia insiste sulla necessità di una conferenza intemazionale di pace per il Medio Oriente, mentre gli Usa vedono nel terrorismo un grave ostacolo alla creazione di un clima favorevole al negoziato. E' questo il risultato del colloquio durato ieri quattro ore e mezzo a Tunisi tra una delegazione dell' Olp — composta da Yasser Abd Rabbo, membro del comitato esecutivo dell'Olp, che la guidava, da Hakem Balaui, rappresentante permanente dell'Olp a Tunisi, e da Abu Jaffar, anche egli del comitato esecutivo — e l'ambasciatore degli Stati Uniti a Tunisi Robert Pelletreau, affiancato dai consiglieri Edward Hull e Gordon Brown. Tanto lungo il colloquio, il secondo dopo quello del 16 dicembre, quanto scarne le dichiarazioni fatte ai giornalisti alla fine. 'L'Olp ha messo in evidenza la necessità di convocare una conferenza internazionale ad alto livello, con la partecipazione dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu», ha dichiarato Abd Rabbo, «e che una fonte di tensione e continuo pericolo è rappresentata dall'occupazione israeliana e dalla bru¬ tale repressione compiuta quotidianamente contro il nostro popolo». 'Gli Stati Uniti hanno la responsabilità di fare ogni sforzo per fermare il terrorismo israeliano», ha detto ancora Rabbo. 'L'Intifada continuerà fino a quando gli israeliani continueranno ad occupare il nostro territorio», ha detto ancora Abd Rabbo, definendo 'illusorio» il progetto del governo israeliano di tenere elezioni nei territori occupati, in quanto 'l'unica autorità che il popolo palestinese riconosce è l'Olp». L'ambasciatore americano Pelletreau ha detto che gran parte del colloquio è stata dedicata all'esame del contesto politico generale e della sua evoluzione dopo rincontro del 16 dicembre. 'L'Olp è al corrente della nostra opinione sul terrorismo e la violenza», ha detto l'ambasciatore, 'Stiamo lavorando per giungere al negoziato». Prima dell'incontro Bassam Abu Sharif, consigliere politico di Arafat, avrebbe detto ad alcuni giornalisti che l'Olp è pronta ad accettare che le truppe israeliane nei territori occupati vengano sostituite da truppe statunitensi aggiungendo che ciò porterebbe alla fine dell' Intifada. (Ansa)
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