E il funerale si pagava in anticipo

E il funerale si pagava in anticipo Chiusa a Collegno una «pensione» confortevole ma illegale con 25 vecchietti a un milione e mezzo il mese E il funerale si pagava in anticipo La pensione per la terza età «Podgora» è al primo piano di un anonimo palazzo di Collegno, in via Podgora 12: 420 metri quadrati, stanzette a due letti con lavandino, un ambiente lindo e luminoso, il giardinetto condominiale. La titolare, Maria Novelli, 60 anni, fino alla scorsa settimana ospitava in quei quattro appartamenti trasformati in pensionato 25 anziani, di cui una decina autosufficienti. "Sono la mia vita, ci tengo molto. Me li manda anche l'Usi», racconta orgogliosa. Peccato che sia tutto fuori legge. Al pensionato «modello» di via Podgora 12 manca una sola cosa: la licenza per esercitare. Negli scorsi giorni il sindaco di Collegllo, Franco Miglietti (pei),ha firmato un'ordinanza di sospensione dell'attività. Il provvedimento è stato assunto sulla base di una relazione della polizia amministrativa: la pensione per la terza età «Podgora», hanno scritto i vigili nel loro rapporto, sulla carta non esiste. Maria Novelli ha sì una licenza alberghiera, ma i vecchietti, tantomeno quelli non autosufficienti, lì dentro non possono stare. Il dramma del ricovero degli anziani si nasconde in appartamenti come questo, un luogo pieno di comfort ma clandestino e illegale. A Collegno tutti sapevano. Non era un mistero per nessuno che Maria Novelli aveva aggirato le rigide disposizioni comunali per trasformare il suo «albergo» in pensionato. E anche le rette dei degenti erano a conoscenza di tutti: un milione al mese per gli anziani autosufficienti, un milione e mezzo per i non autosufficienti, per tutti 500 mila mila lire di buono entrata per il funerale nel caso, non certo remoto, di una morte improvvisa. Il Consiglio comunale era informato dal novembre 1987. Sapeva perché, rispon¬ dendo a un'interrogazione presentata da dp sui pensionati «abusivi» nel territorio comunale, l'assessore al Commercio Antonio Saverino (psi), aveva assicurato ae tutto era sotto controllo: «Stiamo però verificando la posizione della pensione Novelli». A mettere in moto la macchina amministrativa sembra sia stato un innocuo opuscolo preparato dall'Ugaf (Unione gruppi anziani Fiat) in cui si segnalano i pensionati di Torino e provincia dove viene garantita un'assistenza di prim'ordine. «Un servizio predisposto per non rischiare di finire in uno di quei tanti luoghi per la terza età sporchi e male attrezzati», dice Lia Sassone, volontaria dell'Ugaf. E racconta: «Siamo andati di persona, un anno fa, a visitare la pensione Novelli: ne abbiamo avuto un'ottima impressione». Quando la pubblicazione con la «pubblicità» della pensione è arrivata sui tavoli dell'amministrazione di Collegno, 16 mesi dopo la discussione in aula, sono partiti i controlli ufficiali. Maria Novelli ha risposto all'ordinanza con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Accusa il neosindaco Miglietti {-Col suo pre¬ decessore queste cose non capitavano») e promette che smuoverà tutta Collegno pur di riavere i suoi anziani. Ammette le sue colpe: "D'accordo, ho solo una normale licenza alberghiera, ma non me la sento di ospitare solo giovani, turisti o commessi viaggiatori: gli anziani, da me, non si sono mai lamentati». E le 500 mila lire che prendeva da ogni cliente prima di registrarli? «Una semplice cauzione. Sa, purtroppo quando se ne vanno ci sono sempre delle spese da sostenere». Alla pensione per la terza età «Podgora» si respira aria di smobilitazione. I vecchietti non autosufficienti sono già stati allontanati. A loro ha pensato Maria Novelli di persona: «Ma non dirò mai dove si trovano ora». Gli altri attendono nelle loro stanzette a due letti di sapere dal Tar che fine faranno. Gianni Armand-Pilon Luca Ponzi Maria Novelli, 60 anni, titolare del falso pensionato di Collegno