Grandi canestri per Ia piccola Cantù

Grandi canestri per Ia piccola Cantù BASKET Alla squadra di Riva affidata l'ultima speranza di portare una coppa in Italia Grandi canestri per Ia piccola Cantù Belgrado ospita il ritorno (ore 19,30) di Coppa Korac - La Vismara difende il vantaggio (86-73) dell'andata dall'assalto del Partizan - Due coppe in palio per le ragazze Si chiude tra oggi e domani l'avventura delle italiane nelle coppe di basket. Un'avventura cominciata bene, con qualificazioni di massa ai primi turni, che potrebbe concludersi nel peggiore dei modi. Cioè senza neppure una bandierina tricolore su una finale europea, come non è mai successo da quando esistono le tre coppe maschili. Sconfitta Caserta nella finale contro il Real, demolita la Scavolini sulla strada della final four, tutta l'Italia dei canestri è appesa oggi a Cantù, che questa sera (ore 19,30) cerca di prendersi l'altra metà della coppa Korac in casa del Partizan Belgrado. La prima metà Riva e compagni l'hanno afferrata la settimana scorsa, vincendo di tredici punti (89-76). Un tredici beneaugurante, s'è Setto. Quindici anni fa, proprio contro il Partizan, Cantù affrontò la finale di ritorno in Korac con lo stesso vantaggio e fini per trionfare. Da allora a oggi è passato un secolo di basket, tante coppe sono finite nella bacheca più ricca del mondo (con Milano), e una rigogliosa fioritura di talenti ha benedetto il basket piavo, il Partizan può contare sul divino Divac, sull'altro argento olimpico Paspalj e stavolta pure sul secondo pivot, Savocevic, che all'andata s'era infortunato in riscaldamento. Oente in grado di stravolgere qualsiasi vantaggio e pronostico. L'ultima dimostrazione, è arrivata in settimana. Gli avversari della Vismara, incassato il mezzo ko di Cantù, hanno demolito una dopo l'altra il Cibona e la Ju goplastika (finalista di Cop pa Campioni) e si sono aggiu dicati la coppa jugoslava. La gran parte delle chances di Cantù riposano tra le gigantesche mani di Kent Benson, il totem biondo straordinario protagonista all'andata del duello con Di vac. Benson, appena rientrato da due mesi di convale scenza dopo l'operazione al ginocchio, giocò una gara perfetta, giustificando i 200 mila dollari sborsati dalla società lombarda per utilizzarlo come jolly in queste due partite. Difficile che possa fallire dopo un'altra settimana di allenamento e senza l'incubo di dover marcare Divac, affidato da Recalcati a Jeff Turner. Ma per arginare l'assalto dei piavi occorreranno anche i canestri pesanti di Antonello Riva, latitante per buona parte del match di andata, la regia dell'Intra¬ montabile Marzorati, un'altra serata di grazia di Bosa. Un altro sorriso al basket italiano, dove c'è sempre meno da ridere, lo possono dare le ragazze, che ripropongono a livello europeo il grande duello di questi anni, Vicenza contro Milano. A Firenze scende per prima in campo la Gemeaz per la Ronchetti, contro le fortissime avversarie dell'Armata Rossa. In campionato le milanesi han¬ no saputo sbarazzarsi del tabù delle eterne seconde. Ora devono dimostrare di saperlo abbattere anche in coppa, dopo due finali perse contro le sovietiche. Le vicentine, di scena a seguire, hanno mascherato con abile lifting in Europa i «tradimenti» della Gorlin, ritiratasi a felice vita privata, e di Catarina Pollini, l'americana. Di fronte lo Jedintsvo del fenomeno «coreano» Mujanovie Per chiudere, è proprio il caso di dirlo, domani la Scavolini si congeda da ima disastrosa coppa Campioni ospitando mister Galis. La vittoria non serve, tutto è perduto da tempo, onore compreso. Sempre in tema di sorriso, ieri si è tenuta la prima giunta di Lega dopo la tiepida rielezione di Vinci in federazione e la calorosa stroncatura del suo aspirante vice, avvocato Porelli, sponsorizzato De Michelis. L'onorevole socialista non ha potuto esimersi dal rampognare l'assemblea federale per «una decisione incomprensibile e irrazionale, contraria agli interessi del basket italiano», ma ha confermato la collaborazione -responsabile» e chiesto una specie di verifica dei poteri a metà del quadriennio. Per la serie, riproviamo, saremo più fortunati. cur. mal.