Occhetto: torniamo in campo di Alberto Rapisarda

Occhetto: torniamo in campo Il segretario pei infiamma i quarantenni ma lascia perplessa la vecchia guardia Occhetto: torniamo in campo «Abbiamo contrastato tutti gli uccelli di malaugurio» - «Sincera apertura ai radicali» - Immutato nella sostanza il tono verso socialisti e de II psi: un'alternativa senza numeri e programma ROMA — 'Adesso siamo in campo' assicura Occhetto a chiusura di un'ora di replica, davanti ad un congresso che Io applaude freneticamente. Andranno avanti per dieci minuti, in un crescendo di canti, «ole, ole», slogan, come una squadra che si senta prossima alla retrocessione e scopre invece di aver trovato l'allenatore che potrebbe tenerla ancora in serie A L'indubbia vittoria di Achille Occhetto al 18° congresso del pei si fonda proprio su questo stato d'animo che ha fatto accantonare, per il momento, i dubbi a chi ce 11 ha, per dare compattezza e grinta alla squadra. Dopo quattro giorni di congresso, Occhetto può cosi dire ai delegati di tornare alle proprie sezioni per predicare l'ottimismo ai militanti: «Dite loro che siamo in campo uniti». n messaggio è liberatorio per delegati e invitati che alla fine, in un'onda di esaltazione, intonano dopo quasi dieci anni di oblio, lo slogan del tempi di Berlinguer: «£' tempo di cambiare, il pei deve governare». L'operazione recupero di fiducia, almeno sotto la cupola del Palasport, è riuscita. Dubbi e differenze si possono cogliere solo da come i diversi dirìgenti battono le mani. Se le spellano Mussi, Fassino, e tutti i quarantenni. Fanno solo il gesto di unire le mani i rappresentanti della vec¬ chia nomenklatura, allineati in prima fila sul palco. Non pare entusiasta Napolitano, che ad un certo punto si mette a chiacchierare con Chiaromonte. Pajetta si ferma presto. La lotti batte al rallentatore. Bufalini si stufa e neanche Natta si dà molto da fare. Sullo schermo gigante appare il volto di un Occhetto di nuovo commosso, e riesplode l'applauso della platea. Finisce che tutti si mettono a cantare «Bandiera rossa», e questa volta si vedono anche i vecchi dirigenti che muovono le labbra, assorti nei ricordi di tempi passati. Quando il pei era proprio un'altra cosa. Perché, questi quattro giorni di congresso hanno dimostrato che il pel presente in sala si è tagliato i ponti della storia alle sue spalle. La pro¬ va appare sullo schermo gigante, alle 12,45, mentre Occhetto legge la sua replica. Dice il segretario che verso i radicali c'è nel pei «una sincera e chiara apertura». La telecamera inquadra Marco Palmella nella tribuna dei partiti e il congresso applaude convinto. Un dettaglio che conta più di tante assicurazioni ufficiali, se si ricorda quale è stata la storia di polemiche durissime, risse e incomunicabilità totale tra radicali e comunisti dalla metà degli Anni 70 sino a un anno fa. A nome di tanti vecchi dirigenti che guardano perplessi o rassegnati questo pei che dialoga con Pannella, che mette nello statuto il divieto di fumo nelle riunioni di partito e che decide di eleggere i dirigenti a voto segreto, ha parlato chiaro solo Nilde lotti, per chiedere: 'Abbiamo noi per primi le idee chiare su quello che vogliamo?». Occhetto ha risposto: 'Abbiamo voluto ruagire facendo prevalere la fiducia su ogni tendenza allo scoramento. Abbiamo contrastato tutti quegli uccelli del malaugurio che parlavano di un nostro inevitabile declino». Questo per quanto riguarda l'interno. Per democristiani e socialisti ci sono state argomentazioni meno spigolose della relazione di apertura, ma la sostanza è la stessa. Con Craxi, Occhetto ha voluto 'ragionare a mente fredda». E gli ha chiesto di nuovo se pensa di lasciare solo al pei la bandiera dell'alternativa. Fermiamoci a riflettere e poi procediamo «per piccoli passi, sulla base dì scelte pro- grammatiche capaci di ricreare un clima di fiducia reciproca». Ma i socialisti debbono levarsi dalla testa che l'alternativa si può fare solo se la guidano loro, come ha scritto VAvantU, rileva Occhetto. 'Ho escluso io in modo categorico che il processo di alternativa debba essere condizionato dalla egemonia comunista» ricorda a Craxi. n congresso socialista di maggio risponda alle domande del pei, è la sfida. La risposta, invece, è giunta subito dall'on. Intuii, portavoce della segreteria psi, secondo il quale la replica di Occhetto «pur con toni meno perentori, non aggiunge e non toglie nulla alla sostanza del congresso. Il pei ha proposto un'alternativa alla quale mancano l numeri, le alleanze politiche, il programma e, soprattutto, il rinnovamento profondo del partito comunista che costituisce la premessa a tutto il resto». Per la de c'è in più una apertura alla discussione comune del grandi problemi del Paese e la precisazione che l'alternativa vuole superare 'il sistema di potere della de». Salutano la conclusione della replica una parte degli inni ufficiali del pel. Il nuovo statuto li voleva cancellare dalle cerimonie di partito ma i delegati, sia pure con sette voti di scarto, hanno detto di no. Alberto Rapisarda

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