«Per Serena i giudici possono ripensarci» di Giovanni Bianconi

«Per Serena i giudici possono ripensarci» n ministro Vassalli sull'adozione respinta «Per Serena i giudici possono ripensarci» I legali dei Giubergìa pensano di chiedere l'affidamento ROMA — Nell'ufficio di Vassalli, Francesco e Rosanna Oiubergia restano per oltre un'ora. A discutere con loro del destino di Serena Cruz, insieme con il ministro della Giustizia, c'è anche quello degli Affari speciali Rosa Russo Jervolino. Terminato l'incontro, la versione ufficiale del colloquio è affidata ad un breve comunicato del ministero: «Vassalli e Jervolino si sono riservati, nei limiti delle loro competenze, un ulteriore attento esame della situazione, esame che avverrà tenendo conto di tutte le esigenze coinvolte nella vicenda». Di soluzioni tecniche per far tornare Serena a Racconigi non si è parlato. Un decreto-legge è stato escluso dai due ministri, e una possibile riforma delle norme che regolano le adozioni arriverebbe troppo tardi. Ma per tutta la giornata gli avvocati Leonarda Strìppoli e Anna Maria Seganti hanno lavorato a quella che oggi appare come la sola, seppur stretta, via percorribile: una nuova domanda dei coniugi Giuber già per ottenere in affidamento la piccola filippina. n tribunale dei minori e la corte d'appello di Torino ne hanno già respinta una, è ve* ro, ma in materia di famiglia nessuna decisione è irrevoe a bile. Di fronte ad una secon da istanza un nuovo collegio di giudici potrebbe valutare diversamente la situazione e ritenere che anche in presenza di un falso riconoscimento, comunque penalmente perseguibile, Serena possa restare in quella che per 14 mesi è stata la «sua» famiglia. E' ciò che lascia intendere lo stesso Vassalli, al termine dell'incontro con i coniugi Oiubergia: «La nostra competenza era solo quella di essere informati, adesso aspettiamo di esaminare le varie proposte di riforma della legge sulle adozioni». E per risolvere diversamente il caso specifico di Serena Cruz, che cosa si può fare? «Per quello — risponde il ministro — non servirebbe una nuova norma, lo spazio legislativo c'è già. Il fatto che ci sia stato un falso riconoscimento non significava automaticamente che i giudici dovessero portare la bambina nel rango degli abbandonati. Se volessero, i magistrati potrebbero tornare sulla loro decisione». Anche a detta del Guardasigilli, dunque, quella decisione potrebbe essere rivista. La norma non è cosi rigida, e con una diversa interpretazione potrebbe portare a conclusioni diverse. E' un appiglio molto sottile, che però i legali della famiglia sembrano intenzionati a sfruttare. Sarebbe comunque una soluzione più percorribile del ricorso in Cassazione, visto che la Corte suprema, su questa materia, ha preso in passato decisioni divergenti. Al ministro, i «genitori» e i rappresentanti del comitato pro-Serena di Racconigi hanno portato anche la perizia sulla bambina fatta dal professor Andreoli, primario di psichiatria a Verona. Quasi una sentenza. «Nessuno — scrive il medico nelle sue conclusioni —, consapevolmente può accettare, togliendo Serena dall'attuale ambiente affettivo, un rischio così alto e rendersi corresponsabile di un futuro di patologia psichiatrica». Contro la decisione dei magistrati torinesi si è schierata ieri anche la senatrice socialista Elena Marinucci, sottosegretario alla Sanità. In un articolo sull'Atlanti/, organo del psi, Marinucci scrive che «non è vero che mancano le soluzioni per evitare la crudele separazione tra Serena e i coniugi Giubergia, che l'hanno amorevolmente curata ed allevata durante l'arco di ben 14 mesi». «Siamo ancora una volta — aggiunge la senatrice — nella già deprecata situazio ne creata da alcuni tribunali dei minori che usano le norme del codice civile, destinato a regolamentare l'adozio ne, in funzione punitiva di adulti in sostituzione di eventuali procedure penali». Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Racconigi, Roma, Torino, Verona