Sedici anni, sognando Agostini

Sedici anni, sognando Agostini MOTO Loris Capirossi, figlio di operai, secondo nell'Europeo 125 Sedici anni, sognando Agostini Largo ai giovani, il mondo è loro, anche nel motociclismo. E dopo due prove del campionato europeo di velocità, Loris Capirossi, un ragazzino romagnolo di 16 anni appena, si è installato con la Honda al secondo posto nella classe 125 alle spalle di un altro italiano, Gabriele Debbia (Aprilia). Il campionato europeo è stato istituito dalla Federazione motociclistica internazionale per introdurre nel grande giro delle competizioni le giovani leve provenienti dalle varie manifestazioni nazionali. E' un modo intelligente per far crescere questi ragazzi e per rendere più sicuro e valido il passaggio al mondiale, dove non è certo facile emergere. In sette anni di campionati europei mai era successo che un corridore con l'età minima per essere titolare della licenza internazionale di pilota — appunto sedici anni — riuscisse ad arrivare ai vertici. Ma Loris Capirossi può solo vincere, se vuole avere la possibilità di continuare in questa attività che sogna da quando ha cominciato a cavalcare una moto, a soli 8 anni. Essendo nato ad Imola, non si può dire che il ragazzo non avesse il destino segnato. Imola, lo sappiamo, è la città del circuito-salotto del Santerno, la città della Formula 1, dei bolidi ruggenti, dove la passione del motore è di tutti. Ma a questa vocazione naturale faceva riscontro ima situazione familiare inadatta per intraprendere uno sport costoso come quello motociclistico. Loris è figlio di due operai, non poteva certo sperare di avere dai suoi genitori molti soldi. Cosi, finita la scuola dell'obbligo, si mette la tuta da meccanico per realizzar? u suo sogno. E mamma à papà, un po' per amore un po' perché ai nostri giorni è meglio una passione bruciante di qualche amicizia balorda, ci mettono del loro. E Capirossi a 14 anni ha la sua prima moto, una Honda per il trofeo omonimo. Il giorno dopo il compimento del fatidico quattordicesimo anno il ragazzino si iscrive alla prima gara arrivando sesto assoluto. A questo punto in soccorso della famiglia Capirossi, dove il padre si era trasformato intanto in meccanico del figlio, vengono il Motoclub Santerno e un suo dirigente, Bruno Farolfi. Questi, collega di lavoro della madre di Loris, prende a curare la giovane promessa. Da allora il pilotino di Imola è cresciuto all'ombra del suo talent scout. Loris non è certo uno sbruffone. Timido, modesto, raramente è acca- duto di sentirlo parlare ai box. Ci pensava Farolfi, novello Pigmalione, e lui stava ad ascoltare. Il ragazzo, però, si esprime in sella alle moto. Arrivato ottavo nel campionato Hon da, nell'88 Loris ha cominciato tardi il campionato Gilera ma si è piazzato quarto assoluto con due terzi posti in corsa. Contemporaneamente ha debuttato con le moto Gran Premio e con una Mancini TM è giunto 13° nell'ultima gara della stagione. Quest'anno papà Capirossi, con grandi sacrifici e grazie all'apporto della ditta Cir, dove è impiegata la madre (benedetta Romagna tutti si mobilitano quando si tratta di attività legate ai motori), è riuscito ad affittare una Honda da Aldrovandi, il tecnico bolognese che ha allevato una generazione di piloti. il patto in famiglia Capirossi è molto semplice e duro allo stesso tempo: se Loris non sfonderà subito, abbandonerà le corse a metà stagione perché le competizioni costano troppo. La Federazione motociclistica che pure doveva Inizialmente aiutarlo, per il momento considera il suo parco piloti completo, riservandosi ùi modificare posizione a seconda dei risultati. E allora al ragazzo non resta che correre, sognando di diventare un giorno un altro Agostini. Fabio Fazi

Luoghi citati: Aprilia, Hon, Imola, Romagna