Spiegò Freud con semplicità e ironia di Aldo Carotenuto

Spiegò Freud con semplicità e ironia Spiegò Freud con semplicità e ironia Cesare Musatti ha rappresentato una delle figure più alte della psicoanalisi italiana. Già i suoi esordi sono stati particolari. Studia filosofia e matematica presso l'Università di Padova, ma questo tipo di interessi non gli preclude l'accesso alla cattedra di psicologia tenuta dal suo maestro Benussi. Oltre che aver divulgato in Italia la psicologia della Gcstalt, Cesare Musatti è stato uno dei primi cattedratici italiani a interessarsi e a diffondere la psicoanalisi. E' celebre il suo trattato di psicoanalisi non solo per la completezza delle informazioni, ma soprattutto per la chiara ed esemplare esposizione dei concetti, che rivela soprattutto come la psicoanalisi, una volta compresa, non si presta ad un linguaggio criptico ed esoterico. Cesare Musatti, secondo il mio parere, è stato non solo un attento e rigoroso studioso di Freud, ma ha sempre cercato di far capire come le idee del maestro viennese non sono mai state avulse dalla vita quotidiana. Con uno stile limpido e preciso, specialmente nei suoi ultimi libri, ha esposto la sua esperienza in modo da poter avvicinare a questa scienza anche lettori prevenuti o poco informati. C'è però un particolare nella vita di studioso di Musatti che mi ha sempre interessato. Musatti, secondo il mio pare¬ re e la mia diretta esperienza, è sempre stato un freudiano, privo del settarismo e della aggressività di fondo che in genere accompagna qualsiasi conoscenza che si trasforma in una fede. Per sua stessa confessione molti pazienti che si sono rivolti a lui sono stati poi dirottati presso analisti con differenti impostazioni psicologiche, perché ritenuti più adatti per quella specifica problematica. Se dovessi spiegare il perché di questo atteggiamento, sarei sicuro che potrebbe essere trovato nella sua ampia cultura, nel suo spirito critico e nella sua insuperabile vena scherzosa che gli ha sempre permesso di avvicinarsi a qualsiasi tema, ma soprattutto alla psicoanalisi, con spirito vigile e costruttivo. E qualche volta anche ironico. Credo che fosse proprio Musatti a sottolineare varie volte che l'esperienza analitica si forma in particolari condizioni emotive e che quindi qualsiasi modello si possa costruire rimane pur sempre un modello con il quale si può confrontare una realtà, ma non dimostrare che un altro modello è statico. Questi aspetti di Musatti mi hanno sempre affascinato da quando, appena adolescente, sentii parlare di quest'uomo che insieme ad altri pochi insegnava e diffondeva in Italia la psicoanalisi. Questa dimensione così moderna Mu¬ satti l'ha conservata per tutta la vita. In uno dei suoi ultimi dibattiti sul valore della psicoanalisi e sulle sue scuole, al quale ebbi l'onore di partecipare, Musatti fu molto esplicito sul vero significato delle scissioni in campo psicoanalitico e, polemizzando con me su alcune questioni particolari, si ritrovò poi d'accordo nel sostenere che la dissidenza nasce con la stessa psicoanalisi e che sarebbe stato impossibile pensare ad un gruppo psicoanalitico senza nel contempo essere testimoni delle lacerazioni fra gli stessi psicoanalisti. Per Musatti l'unico atteggiamento da conservare e da difendere allora diviene sempre la tolleranza: la tolleranza nella scienza è poi in fondo la fonte di ogni progresso perché ciò che sembra improbabile oggi, sarà più vero domani. Questo mi sembra può essere il vero insegnamento che oggi ci lascia Cesare Musatti che, pur appartenendo ad una scuola precisa di pensiero, ha sempre fatto sentire a tutti coloro che si occupano della psicologia dell'inconscio che il valore della verità non esiste nella violenza o nella prepotenza ma nelle cose. E' un monito che non si dovrebbe mai dimenticare quando la materia che trattiamo si pone di fronte a noi come il canto delle sirene di fronte ad Ulisse. Aldo Carotenuto

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