«La psicoanalisi è mia gemella» di Luciano Curino

«La psicoanalisi è mia gemella» La morte di Cesare Musatti, lo studioso che diffuse in Italia le teorie freudiane «La psicoanalisi è mia gemella» Il suo «trattato» del '49 è ancor oggi fondamentale - Il fascismo gli tolse la cattedra - «Non sono il numero uno, è che scrivo meglio...» «Ho vissuto a lungo, e da bastian contrario» •Non ho paura di quel fatto naturale chiamato morte. Ho paura delle malattie, delle infermità. Mi terrorizzano le tecniche moderne che prolungano la vita in modo artificiale', diceva Cesare Musatti, padre della psico analisi in Italia. -Sono un accidenti che non vuole mettersi tranquillo: La vecchiaia si può sconfiggere usando il lavoro come antidoto? •Bisogna continuare ad avere un'attività, a coltivare degli interessi». A 85 anni si era iscritto a un corso di elettronica. Era nato a Dolo, nella casa di campagna della famiglia veneziana, il 21 settembre 1897. Quello stesso giorno Freud ebbe chiara la grande scoperta, sicché Musatti diceva che la psicoanalisi gli era sorella gemella. Padre ebreo e deputato socialista, madre cattolica: «La cosa mi era indifferente. Ma al momento delle persecuzioni razziali, mi sono sentito più ebreo che non-ebreo». Una vita lunghissima, attraversando molti dubbi, ma rimanendo sempre inflessibile sulla bontà della propria vocazione freudiana. La laurea in filosofia a Padova, diventa assistente del grande Vittorio Benussi, lavora con lui nel campo della psicologia sperimentale e anche in quello dell'ipnosi. Nel 1927, dopo la morte del maestro, l'incarico all'Università, e comincia ad «analizzare». Nel 1930 partecipa alla fondazione della Società psicoanalitica italiana, sgradita al fascismo tanto che sette anni dopo viene sciolta. Quando gli ebrei finiscono nella Usta nera del regime è cacciato dall'università e gli è proibito di pubblicare articoli e libri. Si trasferisce a Milano, insegna filosofia al liceo Parini. Poi l'incontro con Adriano Olivetti che lo chiama a Ivrea, a fare parte del suo gruppo di intellettuali; approfondisce le ricerche nel campo della psicologia della percezione. Dopo la guerra ottiene l'incarico alla Statale di Milano, è presidente della Società di Psicoanalisi italiana. Nel 1949 Einaudi gli pubblica la sua opera fondamentale, Trattalo di psicoanalisi, testo base tutt'oggi (•Perché scrivo chiaro e perché Freud lo conosco bene-, diceva) per la conoscenza sistematica della psicoanalisi freudiana. Altre opere: Psicoanalisi e vita contemporanea; Condizioni dell'esperienza; Fondazioni della psicologia; Libertà e servitù dello spirito; Riflessioni sul pensiero psicoanalitico. Cura per l'editore Boringhieri l'opera completa di Sigmund Freud. Nel 1987 pubblicò da Mondadori Curar nevrotici con la propria autoanalisi e fu bestseller. Oli domandarono che effetto faceva essere il più illustre, il padre della psicoanalisi italiana, rispose: -io non sono il numero uno, non esiste il numero uno, non ha senso. Io scrivo meglio di altri colleghi, scrivo volentieri, sono un narratore. Per queste ragioni ho una posizione, diciamo così, di rilievo. Sono un personaggio: E di questo era contento, vero? «Si, mi piace. Mi diverte-. Un personaggio lo è stato davvero. Alto, imponente, la grande testa di bei apelli candidi, naso formidabile, sguardo indagatore e ironico, espressione di un fauno che ridacchia. Non si negava alle Interviste, teneva conferenze, partecipava a dibattiti televisivi Gli piacevano il palcoscenico e le luci dei riflettori. -Ammetto di essere un po' troppo esibizionista. Avrei fatto volentieri l'attore-. Quattro matrimoni, due figli «Ho una grande capacità di ripresa. Tre volte vedovo, mi sono risposato per la quarta volta. Ci vuole del coraggio, eh?: L'ultima volta si era sposato a ottantadue anni, la moglie ne aveva quaranta Diceva che l'ottimismo era il suo pregio maggiore. -Ho fiducia nell'avvenire e in me stesso. Ho una grande forza di resistenza: Era il Grande Vecchio della psicoanalisi e lo interpellavano su qualsiasi argomento. Le sue risposte erano spesso provocatorie, paradossali imbarazzanti -Sono uno psicoanalista molto vecchio. Per questo mi è permesso di essere un po' sbarazzino: Sono rimasti famosi i suoi sarcasmi metodologici contro le femministe. Contro quelle «arrabbiate»; aveva invece molto ammirato Anna Kuliscioff e Angelica Balabanoff, che avevano frequentato casa sua a Venezia Come per civetteria, ostentava i suoi molti anni Per farlo felice a volte gli domandavano l'età: Musatti quanti anni ha? -Ho compiuto ottantanove la scorsa settimana. Quindi sono già novantenne: E subito aggiungeva che l'età gli permetteva di dire quello che pensava nel modo e nei termini che più gli piacevano, e di essere spiritoso e impertinente. •Quando hai ancora da guadagnarti da vivere, e sono lontani ì galloni della vecchiaia, hai poco da fare lo spiritoso. O rischi grosso ogni volta, oppure ti tappi la bocca. Atta mia età non ho niente da perdere a dire quello che penso e mi diverto come un pazzo a fare il bastian contrario, l'uomo-sorpresa: Questo diceva, e ridacchiava Sempre per una sorta di civetteria, gli piaceva definirsi «una persona pochissimo seria: In una intervista aveva spiegato: -Le persone serie hanno dei princìpi, credono in verità assolute: questo è vero e questo è falso, questo è buono e questo no. Io sono critico, amo capovolgere le situazioni, mettermi dalla parte dell'altro, cercare la verità dall'altra e dell'altra parte. Io non credo nei princìpi, perché credo netta varietà della vita: Disse che ciò dava fastidio a chi aveva ferree convinzioni •Ho scatenato polemiche, certa gente mi guarda come se fossi un gigione che si diverte a mescolare le carte: E disse che aveva sempre seguito una raccomandazione di Freud: •Non fare mai parte della maggioranza compatta: Luciano Curino

Luoghi citati: Dolo, Italia, Ivrea, Milano, Padova, Venezia