Vittorio Emanuele: ora riconosco la Repubblica
Vittorio Emanuele: ora riconosco la Repubblica «E* una realtà ormai incontrovertibile» Vittorio Emanuele: ora riconosco la Repubblica «Non chiedo niente per me, ma vorrei che mio figlio studiasse in Italia» GINEVRA — Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia, riconosce ufficialmente la Repubblica nata dal referendum del 2 giugno 1946. Nel sesto anniversario della morte di Umberto II, da Ginevra — sua «obbligata residenza» — il principe ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai ministri degli Esteri, della Giustizia e della Difesa: «lo intendo — scrive —fare oggi quanto mio padre non era ieri, storicamente, in condizioni di poter fare e cioè riconoscere questa realtà incontrovertibile che è la Repubblica Italiana. Sono mosso a ciò dall'unico impulso di servire anch'io, come hanno fatto tutti i miei avi, l'Italia, la nostra Madre comune in uno spirito di ritrovata e realizzata conciliazione nazionale". •Non ho nulla da chiedere sul piano personale', ag¬ giunge Vittorio Emanuele, «condannato» all'esilio dalla 13» disposizione finale della Costituzione («Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e i loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale»). 'Elevo solo l'auspicio, fortissimo, che a mio figlio Emanuele Filiberto (che per la stessa norma non ha mai potuto mettere piede in Italia, ndr) sia consentito ciò che a me la sorte ha negato. Di potere, cioè, completare la sua formazione ispirandosi alle tradizioni militari della nostra famiglia attraverso la frequenza, se lo vorrà, di una Accademia militare». •Il governo italiano con il sostegno della Magistratura ha consentito a mia Madre di rientrare in Italia, dopo oltre quarant'anni di doloroso esilio, con un artificio di carattere giuridico-: Vittorio Emanuele ringrazia, e spera che la stessa strada possa aprirsi per il figlio. «Visto che mio padre ha voluto chiamarlo principe di Venezia, spero che possa frequentare un'università italiana, per venire a contatto con la cultura italiana nella città di San Marco». Ma il desiderio del principe non potrà essere soddisfatto, almeno in tempi brevi. Perché il giovane Emanuele Filiberto possa entrare nel nostro Paese è necessaria una revisione della Costituzione: una complessa procedura, che prevede la doppia approvazione da parte dei due rami del Parlamento. Ma i Savoia, secondo il principe, meritano questo atto di comprensione, anche perché -mio padre il Re liberò dal giuramento di fedeltà tutti gli appartenenti alle Forze armate per evitare al Paese, all'indomani del conflitto mondiale nuovi lutti e una nuova guerra civile-, g. 1. s.
Persone citate: Emanuele Filiberto, Savoia, Umberto Ii, Vittorio Emanuele
Luoghi citati: Ginevra, Italia, Repubblica Italiana, Savoia, Venezia
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